Istruzione e formazione professionale: critiche gratuite e disattenzione
Vuoto di idee ed una inutile polemica sul documento della FLC e della CGIL su istruzione e formazione professionale.
Nei giorni scorsi CGIL e la FLC CGIL hanno preso posizione sulla situazione dei percorsi regionali di istruzione e formazione professionale con un documento nel quale si esprime un primo bilancio e si formulano delle proposte di miglioramento.
La CISL Scuola, invece di fare altrettanto, pubblica una nota sul suo sito per rivolgere critiche e accuse alla CGIL, tacciandola di fumisterie ideologiche, diffidenza nei confronti della formazione professionale, sorprendente sottovalutazione del valore educativo e formativo della cultura del lavoro.
La maggioranza delle critiche che la CISL Scuola ci rivolge è del tutto gratuita: CGIL e FLC CGIL sono da sempre favorevoli ad un rilancio della formazione professionale post obbligo di istruzione. Proprio perché siamo convinti del ruolo essenziale della formazione per il lavoro, non accettiamo una formazione professionale ridotta a supplire le carenze inclusive della scuola. Le competenze della formazione professionale devono, a nostro parere, trovare pieno sviluppo nei percorsi per le qualifiche e i diplomi professionali, nelle attività di integrazione con la scuola, per l’istruzione e formazione tecnica superiore, nella formazione continua dei lavoratori e in tutte quelle attività a sostegno delle transizioni al lavoro così carenti nel nostro paese. È sufficiente anche un rapido passaggio nei siti CGIL ed FLC per trovare un’ampia quantità di iniziative e proposte a conferma di quanto affermato.
È paradossale l'accusa di sottovalutazione del valore educativo e formativo della cultura del lavoro, visto che, in riferimento alla riorganizzazione in atto dei percorsi tecnico-professionali, il documento denunciava un deciso indebolimento delle relazioni con il mondo del lavoro. Ci si chiede se la verve polemica abbia impedito all'estensore o agli estensori della nota di leggere con attenzione il documento della FLC e della CGIL.
Se, dunque, si fa pulizia delle parti critiche destituite di fondamento, la CISL in realtà ci attacca perché sosteniamo la necessità di un primo biennio unitario della secondaria superiore ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione a 16 anni. Ebbene sì, da sempre sosteniamo questa proposta e non abbiamo cambiato idea. Né è riuscita a farcela cambiare la nota della CISL scuola, per altro più ricca di verve polemica che di argomentazioni. Questa nostra convinzione è riducibile a fumisteria ideologica? Non ci pare, visto che la maggior parte dei paesi europei ha fatto questa scelta da tempo e anche grazie a questa impostazione hanno meno dispersione scolastica e migliori esiti di apprendimento degli studenti. Superamento della canalizzazione precoce, investimento nella formazione dei docenti per generalizzare le metodologie didattiche attive e laboratoriali, reversibilità delle scelte sono, infatti, le scelte strategiche necessarie per sistemi educativi inclusivi e di qualità per tutti.
Insomma, una polemica inutile e immotivata che risulta ancora più imbarazzante perché avviene nel pieno di una gravissima crisi del settore che vede tutte le organizzazioni sindacali impegnate a difendere l’occupazione e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici della formazione professionale.
Facciamo inoltre presente che la scelta di realizzare percorsi di istruzione e formazione professionale unitari e integrati è anche condivisa da alcune regioni. Ad esempio l’Emilia Romagna sta muovendosi in questa direzione e per questo ha raggiunto un accordo con le parti sociali, sottoscritto anche dalla CISL. Consigliamo, quindi, alla CISL Scuola di scambiare qualche idea con la CISL emiliana, chissà che non sia utile anche per un confronto più costruttivo con la CGIL.
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