
Iscrizioni ai percorsi quadriennali della Filiera: genitori e lavoratori della scuola stigmatizzano le pressioni ministeriali
In una lettera aperta FLC CGIL e Coordinamento Genitori Democratici denunciano le forzature realizzate dall’Amministrazione e rilanciano la necessità di un ampio dibattito per una scuola pubblica di qualità, senza riduzioni a quattro anni, coprogettazione con i privati ed esperti esterni


La FLC CGIL e il Coordinamento Genitori Democratici, insieme, dalle diverse prospettive che rappresentano nel mondo della scuola, criticano l’iniziativa del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione di inviare, tramite i canali istituzionali, una comunicazione ai genitori finalizzata a “pubblicizzare” il nuovo modello di istruzione tecnologico-professionale, denominato “4+2” e incentivarne le iscrizioni degli studenti. L’iniziativa ministeriale intende esercitare una ulteriore pressione sulle scuole e sui genitori degli studenti e superare la comprensibile ostilità verso un modello di istruzione ridotta nei tempi e nella qualità formativa generale, soprattutto dopo il flop registrato nell’anno scolastico 2024/25 con solo 1.669 iscrizioni in tutto il Paese.
Riportiamo di seguito la lettera aperta.
Caro Ministero dell’Istruzione e del Merito,
scriviamo questa lettera aperta a nome di coloro che rappresentiamo: i genitori e i lavoratori della Scuola.
Abbiamo letto una recente comunicazione che è stata recapitata dai canali istituzionali dell’amministrazione scolastica a tutti i genitori degli alunni e che riguarda una specifica segnalazione per la fase delle iscrizioni alla scuola secondaria di secondo grado. La lettera si pone l’obiettivo dichiarato di fornire “informazioni più dettagliate relative al nuovo modello di istruzione tecnologico-professionale, denominato “4+2”.
Appare piuttosto singolare la volontà dell’amministrazione pubblica di incentivare le iscrizioni degli studenti verso un percorso di istruzione secondaria e valorizzarlo rispetto agli altri. L’offerta formativa del sistema pubblico di istruzione è ampia e ricca di indirizzi di grande qualità, nonostante i ripetuti tentativi di diminuirne il valore attraverso i tagli del personale e il dimensionamento della rete scolastica. Pertanto, consideriamo grave la decisione dell’amministrazione di suggerire, tra tutte le possibilità, la sola che abbrevia la frequenza degli studenti a scuola, privati dei tempi necessari all’approfondimento delle medesime acquisizioni previste dal percorso quinquennale.
I genitori, che sono destinatari della lettera ministeriale, non possono vivere con serenità e leggerezza la scelta di sottrarre ai propri figli un anno di scuola, per di più con percorsi non ben definiti che saranno accorciati in modo diverso dalle singole scuole.
Il personale scolastico e i docenti, che vedono tagliato il loro organico insieme al tempo scuola, oltre all’introduzione di esperti esterni, assistono a questa massiccia campagna di convincimento con vera inquietudine. Docenti e genitori, in realtà, sono chiamati a riflettere sul fatto che già oggi, i ragazzi che intendono frequentare un ITS, possono farlo dopo avere frequentato una scuola quinquennale e anche sul fatto che la ridefinizione dei percorsi è progettata con aziende locali, interessate all’immediato utilizzo di manodopera e non certamente alla formazione completa e competitiva per i nostri ragazzi, chiamati ad affrontare sfide professionali complesse e sempre più globali. Si pubblicizzano laboratori specialistici ed attività linguistiche che, se attivati, ricadranno sul bilancio della scuola o sul contributo delle famiglie, perché si tratta di una riforma “senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
Appare davvero preoccupante la pressione che si sta continuando a realizzare sul mondo della scuola, infatti, dopo le riunioni effettuate presso gli Uffici Scolastici Regionali in fase di adesione alla sperimentazione con i dirigenti degli istituti tecnici e professionali, adesso assistiamo alla nuova convocazione di questi ultimi insieme ai dirigenti degli istituti comprensivi: una vera mobilitazione per il convincimento!
Da genitori e lavoratori della scuola, crediamo che sarebbe utile aprire con le organizzazioni di rappresentanza un serio dibattito rispetto all’ampliamento delle opportunità formative della nostra scuola secondaria, con l’innalzamento dell’obbligo di istruzione, cogliere la necessità di avviare concrete ed efficaci azioni orientative, come la creazione di un biennio unitario che agevoli la maturazione degli studenti verso scelte più consapevoli, determinanti per il loro futuro, che invece sono costretti a fare a 13 anni, nel corso dell’ultimo anno della secondaria di primo grado. La filiera formativa tecnologico professionale va nella direzione esattamente opposta: diminuisce la formazione generale e il valore della scuola pubblica anche rispetto alle aziende e alla loro circoscritta ed interessata formazione e, allo stesso tempo, prova a costruire per i nostri ragazzi un canale orientato e svilito rispetto all’istruzione liceale, ad una età sempre più giovane, quando è, invece, necessario crescere e maturare per fare scelte consapevoli.
Consideriamo grave l’azione di pressione che l’amministrazione della scuola sta realizzando a tutto vantaggio di un progetto che impoverisce le istituzioni pubbliche a favore dei privati e che, soprattutto, indebolisce la formazione generale dei più giovani cittadini del nostro Paese.
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