Incremento fondi scuole paritarie. Non è questa la strada per sostenere i lavoratori del settore
Siamo e saremo sempre contrari a qualunque norma che violi il dettato costituzionale.
Nonostante la crisi Covid-19 gli investimenti nella scuola pubblica statale sono completamente inadeguati: agli 1,4 miliardi previsti nel decreto Rilancio si è annunciato un incremento di un altro miliardo, che però ad oggi non trova veicolo normativo per arrivare a destinazione, individuandone le finalità, che per noi devono essere implementazione di organici, allestimento di spazi aggiuntivi, dispositivi di sicurezza, fondi aggiuntivi per il personale. Gli oltre 8 milioni di studenti richiedono l'impiego di finanziamenti adeguati.
Uno Stato che non investe a sufficienza sui servizi educativi alla prima infanzia sia per la generalizzazione della scuola dell’infanzia, ancora in parte affidata a scuole paritarie, alle private, alle comunali, sia per il sistema dei nidi quasi completamente affidato al privato, in appalto o attraverso convenzioni.
Abbiamo denunciato nelle settimane scorse la situazione di crisi delle scuole paritarie e private, evidenziando il problema del pericolo della mancanza di un servizio oltre che dell'apertura di una situazione di crisi occupazionale in questi settori e quindi della necessaria tutela di questi lavoratori.
Ci siamo detti contrari alla defiscalizzazione delle rette, in quanto modalità che non affronta i temi della crisi, ma va ad intervenire proprio sul principio del finanziamento al sistema privato in contrasto con il dettato Costituzionale
Ci siamo detti favorevoli al sostegno dei lavoratori delle scuole private in difficoltà soprattutto quando queste sopperiscono ad un servizio pubblico, ma non possiamo condividere la modalità messa in campo dalla maggioranza di governo.
Alcune considerazioni:
- con le cifre individuate dall'emendamento si raddoppiano i finanziamenti alle scuole di fatto paritarie. Ma non si sono raddoppiati i finanziamenti della scuola statale, anzi per la scuola statale i finanziamenti previsti continuano ad essere inadeguati.
- le modalità con cui saranno ripartiti i soldi alle scuole sarà legato alla numerosità degli alunni iscritti alle stesse ad inizio anno scolastico, quindi gli aiuti non andranno alle scuole che hanno crisi conclamate, e quindi aiuti a realtà in difficoltà, ma andranno in maniera indistinta a tutti in base a criteri quantitativi avulsi dal contesto di crisi. In realtà non si affronterà la tutela o del servizio o dei lavoratori ma si distribuiranno fondi.
Quindi esprimiamo la nostra contrarietà a questa modalità di finanziamento di un settore che pur svolgendo un servizio importante in sostituzione dello Stato, introduce surrettiziamente modalità di sostegno alle "scelte private" rispetto alla valorizzazione del sistema statale non rispettando le priorità costituzionali e non intervenendo davvero a sostegno delle situazioni di crisi.
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