Finanziaria 2002 e Scuola - Rinnovo contrattuale
Per il biennio contrattuale 2002/03 del pubblico impiego, compresa la scuola, sono previsti circa 6.000 miliardi in riferimento ai tassi di inflazione programmata e alle risorse per la contrattazione integrativa (0,5%): uno stanziamento insufficiente anche ai soli fini della difesa del potere di acquisto.
Per il biennio contrattuale 2002/03 del pubblico impiego, compresa la scuola, sono previsti circa 6.000 miliardi in riferimento ai tassi di inflazione programmata e alle risorse per la contrattazione integrativa (0,5%): uno stanziamento insufficiente anche ai soli fini della difesa del potere di acquisto.
Mancano le risorse necessarie per recuperare lo scostamento, pari a circa 2,2 punti, tra inflazione programmata e inflazione reale nel biennio 2000/01.
Il tasso di inflazione programmata per il 2002 è di 1,7 e di 1,3 per il 2003 ed è considerato al di sotto delle previsioni di inflazione reale.
Le risorse aggiuntive previste per la scuola sono irrisorie rispetto all’obiettivo di adeguare le retribuzioni a livello europeo.
Sono infatti previsti:
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210 miliardi a decorrere dall’anno 2002, in aggiunta ai 400 miliardi già previsti dalla precedente legge finanziaria che ha recepito l’intesa politica e l’accordo contrattuale sul biennio economico 2000/01;
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490 miliardi a decorrere dall’anno 2003, in aggiunta ai 600 miliardi (ulteriori 200 ai 400 già stanziati per il 2002) già previsti dall’apposito fondo di cui sopra;
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210 miliardi a decorrere dall’anno 2004.
I 490 miliardi per il 2003 e i 210 per il 2004 sono però subordinati al realizzarsi di risparmi rispettivamente non inferiori a 600 miliardi per il 2003 e a 1250 per il 2004: il governo programma tagli alla spesa scolastica per almeno 1850 miliardi e ne reinveste solo 700 per la valorizzazione professionale degli insegnanti.
Si deve sottolineare che anche i 210 miliardi per il 2001, benché non subordinati a risparmi, non sono risorse effettivamente aggiuntive, in quanto risultanti dal parziale reinvestimento dei risparmi prodotti dalle misure, di seguito illustrate, di contenimento della spesa per gli esami di stato e le supplenze.
Per il contratto dei dirigenti scolastici sono previsti 40 miliardi, che si ripeteranno per il triennio 2002/04, del tutto insufficienti per realizzare l’equiparazione retributiva con la dirigenza statale.
ASSUNZIONI E RIDUZIONI DEL PERSONALE
La scuola è esclusa dal blocco delle assunzioni del pubblico impiego.
Il blocco è comunque grave perché attacca l’autonomia degli enti locali e la qualità dei servizi pubblici.
Rispetto al personale pubblico in servizio nel 2002 sono previste riduzioni dell’1% nel 2003 e di un ulteriore 1% nel 2004.
Da questa riduzione è esclusa la scuola, per la quale sono previste misure specifiche di risparmio.
La relazione tecnica prevede che producano una riduzione di personale docente di 33.847 unità entro il 2005, pari al 4,4%. Di conseguenza il rapporto docenti/alunni, esclusi i 49.746 insegnanti di sostegno, si prevede passi dal 9,87 dell’anno scolastico 2000/01 al 10,23 nell’anno scolastico 2004/05.
E’ il caso di ricordare che il taglio di 18.000 posti del personale ATA in questo anno scolastico ha prodotto una riduzione di circa il 7% dell’organico.
ORGANICI PERSONALE DOCENTE
Un apposito decreto ministeriale, di concerto con il Ministero dell’Economia, modificherà i criteri di determinazione degli organici dei docenti: l’organico di ogni istituzione scolastica non sarà più calcolato in rapporto al numero delle classi, ma sulla base del numero degli alunni, tenendo conto del tempo scuola e delle caratteristiche dei curricoli obbligatori.
Gli organici di ogni istituzione scolastica saranno determinati dal direttore regionale, su proposta del dirigente scolastico, nell’ambito della dotazione organica regionale assegnata dal Ministero.
Il riferimento al numero degli alunni, e non alle classi, per la determinazione degli organici di istituto permette una maggiore flessibilità nell’attribuzione delle risorse; non è difficile immaginare che sarà utilizzata in senso restrittivo, vista anche l’esplicita finalizzazione dell’operazione "all’ottimizzazione delle risorse".
Non vi sono più riferimenti agli organici funzionali, quale dotazione onnicomprensiva, arricchita e flessibile di risorse professionali in relazione al piano dell’offerta formativa. Si prospetta una dotazione organica attribuita alle scuole dal Ministero limitata alla copertura del curricolo obbligatorio.
Nella scuola elementare l’organico di istituto sarà comprensivo dei posti per l’insegnamento della lingua straniera: ciò significa il superamento della figura dello specialista di lingua straniera e la riduzione conseguente del livello di copertura dell’insegnamento.
ORARIO DI SERVIZIO DOCENTI
L’orario di insegnamento (18 per la secondaria, 22 per le elementari, 25 per la materna) non potrà più avere ore a disposizione, ma soltanto ore di lezione effettive.
Gli spezzoni di cattedra sono obbligatoriamente attribuiti al personale in servizio, formando cattedre fino a 24 ore settimanali e anche oltre, visto che il testo usa la formula "di norma" non superiore al tetto massimo di 24 ore.
Il contratto di lavoro è leso in tre punti:
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si rende obbligatoria una prestazione di insegnamento superiore alle 18, 22, 25 ore settimanali;
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si permette, nella scuola secondaria, di derogare al limite massimo di 24 ore settimanali di insegnamento;
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è eliminata la possibilità di utilizzare le ore di insegnamento disponibili per attività previste dalle sperimentazioni e nelle classi di tempo prolungato della scuola media.
SUPPLENZE
Per le assenze fino a 30 giorni non è più possibile assumere i supplenti. Le scuole devono provvedere alla copertura con eventuali ore a disposizione dei docenti, con attività aggiuntive o con non meglio precisate "scelte organizzative" (accorpamento delle classi, …).
Le conseguenze saranno molto pesanti:
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nella scuola dell’infanzia, dove oggi si può assumere il supplente fin dal primo giorno di assenza del titolare, verranno prioritariamente utilizzate per le supplenze tutte le ore di compresenza dei docenti, con conseguenze gravissime sulla qualità dell’organizzazione didattica che possono arrivare a vere e proprie forme di interruzione del servizio;
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nella scuola elementare viene cancellato quanto previsto dal contratto di lavoro, secondo cui le ore di contemporaneità sono destinate alle attività progettate dal collegio dei docenti e quelle che eventualmente residuano per la copertura delle supplenze fino a cinque giorni; anche in questo caso le conseguenze per la dell’organizzazione didattica sono gravissime, in particolare per le attività di recupero dello svantaggio e di integrazione degli alunni stranieri;
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nella scuola secondaria, dove oggi è possibile assumere il supplente per assenze superiori a dieci giorni, gli studenti per lunghi periodi avranno al posto dell’insegnante titolare un carosello di insegnati spesso titolari di cattedre diverse da quella del docente assente; anche in questo caso il ricorso all’interruzione del servizio sarà inevitabile visto che la stessa norma elimina la possibilità di completamento dell’orario di cattedra con ore a disposizione per le supplenze.
ESAME DI STATO
Le commissioni di esame saranno composte solo da docenti interni (gli insegnanti delle materie di esame della classe del candidato).
Solo il presidente sarà esterno, nominato dal direttore regionale tra il personale docente e dirigente delle scuole secondarie superiori. Si prevede un unico presidente per tutte le commissioni di un istituto.
E’ eliminato l’abbinamento delle commissioni per le classi private a quelle delle classi statali, fattore decisivo nella valutazione e nella comparazione del sistema scolastico paritario o privato.
Inutile ogni commento sulla effettiva possibilità di controllo per gli esami di stato nelle scuole private, molte delle quali nella vulgata comune sono, non a caso, definiti "esamifici".
Si prevede un risparmio di 250 miliardi
Roma, 5 ottobre 2001
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