
Esami di stato: ancora cambiamenti con il Bersani ter
I docenti universitari scavalcheranno i docenti della secondaria nel posto di presidenti, lo Stato pagherà i commissari interni delle scuole private paritarie, più soldi per i compensi ma a spesa di altre voci e anche per i candidati esterni lo scoglio dell’ammissione all’esame. Queste le novità che potrebbero riguardare gli esami di stato della scuola secondaria superiore dal prossimo anno


Non sono ancora placate le polemiche con cui, tra compensi ignoti e privatisti eccedenti, si sono avviati i “nuovi” esami di Stato, che si parla di cambiare subito alcune cose già per il prossimo anno. Infatti il cosiddetto il cosiddetto disegno di legge Bersani ter , che con il Ministro dello Sviluppo Economico Bersani ormai non c’entra più niente, essendo diventato in realtà una sommatoria di provvedimenti urgenti per la scuola, introduce una serie di novità. E non sono tutte positive.
Sicuramente quella per indigesta per gl’insegnati della secondaria superiore per sarà la precedenza che verrà data ai docenti universitari nella carica di presidente di commissione rispetto ai docenti “anziani” (10 anni di ruolo almeno) della scuola secondaria superiore. Fino ad ora infatti l’ordine era: dirigenti secondaria superiore, dirigenti primaria e secondaria inferiore, docenti secondaria superiore, docenti universitari. Il nuovo ordine metterà al terzo posto i docenti universitari e al quarto quelli di scuola secondaria superiore. E’ un provvedimento che non mancherà di scatenare le polemiche dal momento che il posto di presidente è assai più ambito di quello di commissario e che già quest’anno lo stesso scaglionamento, introdotto in sede amministrativa, tra i docenti della secondaria ha provocato non poche esclusioni dall’incarico e non poche polemiche. Si aggiunga che da quest’anno a ruota dei docenti universitari erano stati inseriti i docenti delle accademie, i quali però resteranno dopo i docenti di secondaria, ma presumibilmente non mancheranno di far sentire la loro voce “per l’allontanamento” dai colleghi universitari. Insomma, senza considerare che ai fini valutativi e professionali sarebbe meglio favorire la secondaria superiore,per i docenti della secondaria sarà sempre più difficile fare i presidenti.
Altra norma che desta problemi che è quella che assegna allo Stato il pagamento dei commissari interni delle scuole paritarie destinando a questo scopo 6 milioni di euro. In altre parole si finanziano in qualche modo le scuole private paritarie con la scusa della loro funzione pubblica tanto più enfatizzata trattandosi di esami di Stato. E non c’è bisogno di ricordare quanto sta ancora succedendo in questi giorni in alcune di queste scuole per capire quale è il giro d’affari che si gioca anche sugli esami. Altro che funzione pubblica!
Più confortante sembra essere la norma, connessa alla precedente, che porta a 177 milioni di euro dagli attuali insufficienti 138 milioni i fondi per le retribuzione dei compensi a presidenti e commissari. Ma anche in questo caso si nasconde una polpetta avvelenata: i45 milioni di euro di differenza saranno sottratti ai finanziamenti previsti in finanziaria per le scuole, ma non per tutte: solo per le statali, per le private, alle quali, come abbiamo appena visto, vanno ex novo altri 6 milioni, non si fa alcuna sottrazione!
Da ultimo, dal prossimo anno nessuno sconto sarà fatto ai candidati esterni: quest’anno, per una combinazione di norme dovute alla stesura dei testi di legge, una parte dei candidati esterni, quelli che risultavano già in possesso della promozione all’ultimo anno, sono riusciti ad evitare il giudizio di ammissione, con un paradossale privilegio nei confronti dei loro omologhi interni. Opportunamente corretto il testo, dal prossimo anno anch’essi dovranno sottoporsi al giudizio di ammissione con la possibilità, quindi, di non essere ammessi.
Roma, 26 giugno 2007
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