Decreto su valorizzazione dei docenti: una norma discutibile per incentivare la continuità didattica e la permanenza sulle sedi disagiate
Firmato il testo che prevede un incentivo per chi garantisce stabilità sulla scuola ed è residente fuori provincia. Per la FLC CGIL un provvedimento sbagliato nel principio e che invade il campo della contrattazione.
Il Ministero dell’Istruzione ha firmato il Decreto 258 del 30 settembre 2022 relativo ai criteri di attribuzione delle risorse per la valorizzazione del personale docente secondo quanto previsto dall’art.45 c.1 del DL 36/2022 convertito in Legge 79/2022.
Il testo era stato illustrato nell’incontro con i sindacati del 28 settembre scorso dove, come FLC CGIL, abbiamo espresso la nostra netta contrarietà ad un sistema di “indennizzazione ad personam” introdotto per legge che, nei fatti, sottrae materie e risorse alla trattativa per il rinnovo del CCNL attualmente in svolgimento.
I contenuti del decreto
È destinata una quota (30 milioni di euro a decorrere dal 2022) pari al 10% dello stanziamento di cui all’articolo 1, comma 592 della legge 27 dicembre 2017, n. 205 - valorizzazione dei docenti, alle scuole sedi di titolarità dei docenti a tempo indeterminato su base numerica in relazione a due criteri:
- Docenti che garantiscano l’interesse degli alunni alla continuità didattica per un quinquennio, non presentando domanda di mobilità volontaria, di assegnazione provvisorie, di utilizzazione né accettino supplenze ai sensi dell’art.36 del CCNL
- Docenti che da almeno cinque anni insegnano in istituzioni scolastiche che presentano condizioni socio-economiche più disagiate, maggiore dispersione o il rischio di spopolamento.
Requisito necessario per rientrare nella platea dei destinatari è quello di essere residenti o abitualmente domiciliati in una provincia diversa rispetto alla sede dell’istituzione scolastica stessa.
La ripartizione avviene per il 70% sul primo criterio e per il 30% sul secondo; se sussistono entrambe le condizioni la valorizzazione economica sarà maggiore.
Con apposito decreto del Direttore generale per le risorse umane e finanziarie si provvederà a quantificare e a ripartire tra le istituzioni scolastiche le risorse stanziate.
Il nostro commento
Il DM definitivo, che accoglie solo in parte le osservazioni presentate dalla FLC CGIL e gli aspetti problematici espressi dal CSPI, rimane uno strumento sbagliato e inopportuno: prevedere l’assegnazione di compensi diretti una-tantum (ogni 5 anni) aggirando il contratto nazionale, è operazione che ci vede fermamente contrari in una fase in cui le trattative per il rinnovo del CCNL sono aperte e in corso all’ARAN.
La valorizzazione del personale in termini economici attiene al contratto; la continuità didattica è materia che si regola nel CCNI mobilità, unica sede in grado di individuare criteri equilibrati e di garanzia nell’interesse di docenti e alunni/e.
Se l’intendimento è quello di creare “presupposti per una efficace attuazione del diritto allo studio degli alunni e in particolare di quelli con disabilità” le vie sono altre, a partire da una effettiva stabilizzazione dei posti di sostegno, dalla piena copertura degli stessi con personale specializzato e da un programma di superamento del precariato con attenzione proprio alle scuole più a rischio, sulle quali non ha alcun senso differenziare chi decide di permanere perché residente in provincia o fuori.
Queste erogazioni estemporanee ci vedono contrari senza appello: il decreto arrivato oltre il tempo massimo (era da emanarsi “nelle more dell’aggiornamento contrattuale”) non trova alcuna reale giustificazione e costituisce un’invasione di campo nella trattativa disponendo su materie afferenti alla contrattazione con conseguente assegnazione di salario accessorio per legge.
E da qui in poi la nostra azione sarà ancora più determinata perché siamo certi di interpretare il pensiero e le aspettative dei lavoratori e delle lavoratrici che rappresentiamo.
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