Retribuzione dei dirigenti scolastici: gli atti unilaterali dei Direttori Generali saranno ritirati e dovranno essere riprese le contrattazioni regionali
Il MIUR comunicherà ai Direttori Regionali che va ripreso il confronto con le OO.SS sui CIR dal 2012/13 al 2015/16, nel rispetto del CCNL vigente. Il contratto si conferma come l’unico strumento che tutela efficacemente i dirigenti scolastici.


Si è svolto ieri 1° settembre al MIUR l’incontro con le OO.SS. rappresentative dell’Area V della dirigenza scolastica sui contratti Integrativi Regionali dal 2012/13 al 2015/16.
Dopo due annunci, quello del 5 agosto e quello dell’8 marzo scorsi, il MIUR apre quindi un confronto per cercare di concludere una vicenda che, a causa dell’interpretazione unilaterale del CCNL fatta dal MEF, rischiava di produrre un arretramento della retribuzione di posizione (pensionabile) dei dirigenti scolastici e uno scippo di risorse contrattuali.
Su tale aspetto eravamo intervenuti più volte, insieme a CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS CONFSAL, per contrastare l’ingerenza del MEF nelle relazioni sindacali, uniformare i comportamenti dei Direttori Generali e difendere i diritti retributivi dei dirigenti scolastici.
Nell’incontro di ieri l’Amministrazione, richiamando il documento sottoscritto nella Conferenza dei Servizi fra MIUR, MEF, Funzione Pubblica e ARAN del 4 agosto, ha riconosciuto finalmente che per gli aa.ss. dal 2012/13 al 2015/16 il pagamento delle reggenze deve essere a carico del finanziamento relativo al risultato, come previsto dall’art. 57 del CCNL. Sono stati così resi inefficaci i rilevi dell’UCB che hanno respinto i CIR sottoscritti in tante regioni e tutti gli atti unilaterali predisposti dal Direttori Generali ai quali verrà inviata una nota che rende possibile, se ritenuta necessaria dalle parti, la ripresa del confronto contrattuale e la conferma dei CIR sottoscritti.
Nel documento della Conferenza dei Servizi del 4 agosto viene però richiesto al MIUR, a partire dall’a.s. 2016/17, di stipulare un nuovo Contratto Integrativo Nazionale che, attraverso una modifica del CCNL, preveda lo spostamento della retribuzione delle reggenze a carico del finanziamento per la retribuzione di posizione. Tale cambiamento è finalizzato ad assicurare la massima quantità possibile di risorse per la retribuzione di risultato che, come previsto dalla Direttiva n. 25 del 28 giugno 2016 sulla Valutazione dei dirigenti scolastici, dal 2016/17 sarà pagata sulla base degli esiti della valutazione.
Come FLC CGIL abbiamo espresso la massima disponibilità a contribuire all’applicazione del CCNL vigente, nell’interesse dei dirigenti scolastici, ma abbiamo anche dichiarato la nostra indisponibilità a una revisione peggiorativa del CCNL.
Abbiamo infatti messo inevidenza:
- Che è paradossale che si pensi di stipulare contrattati integrativi nazionali peggiorativi per i lavoratori in un contesto caratterizzato dal mancato rinnovo del contratto di lavoro e dal rifiuto di riconoscere il valore della contrattazione sindacale;
- Che non è nell’interesse dei dirigenti scolastici aumentare la parte della retribuzione che dipenderà dalla valutazione discrezionale dei Direttori Regionali;
- Che la valutazione dei dirigenti scolastici è stata delineata per legge e attraverso atti unilaterali dell’Amministrazione e che, nonostante le modifiche apportate a seguito del parere del CSPI, nella direttiva restano diversi punti critici che debbono essere cambiati;
- Che la FLC CGIL è disponibile a definire in un contratto i criteri di valutazione delle azioni dei dirigenti scolastici (non i risultati degli alunni e della scuola) e la loro ricaduta sulla retribuzione e continuerà a difendere i dirigenti da una valutazione discriminatoria e punitiva.
- Che il principale intervento dell’Amministrazione per migliorare il funzionamento della scuola pubblica dovrebbe essere invece quello di porre fine all’insostenibile ricorso alle reggenze (che il prossimo anno raggiungeranno in alcune regioni la metà delle scuole) attraverso lo svolgimento del concorso per dirigenti scolastici del quale l’Amministrazione dice di non sapere ancora nulla.
Che la valutazione dei dirigenti scolastici possa facilmente degenerare in uno strumento di limitazione dello loro libertà professionale e di condizionamento della loro funzione di rappresentanti delle istituzioni scolastiche lo stanno già dimostrando gli incarichi dirigenziali conferiti in diverse regioni ai dirigenti scolastici, nei quali, sono presenti obiettivi regionali individuati dai Direttori Regionali non coerenti con i principi indicati dalla legge e dalla Direttiva n. 25 e finalizzati esclusivamente ad assicurare l’”obbedienza” dei dirigenti scolastici e delle scuole autonome.
All’Amministrazione abbiamo infine chiesto che non siano coinvolti in nessun processo valutativo che riguardi la scuola quei soggetti che, con le loro esternazioni pubbliche sull’operato dei dirigenti scolastici, hanno confermato la nostra preoccupazione sulla necessità di assicurare che ogni valutatore abbia la necessaria competenza, esperienza e terzietà.
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