Il DDL scuola e i dirigenti scolastici
La FLC rivendica una soluzione per i problemi delle scuole e respinge gli interventi che limitano l’autonomia professionale dei dirigenti scolastici.
Il DDL già approvato alla Camera attribuisce ai dirigenti scolastici funzioni estranee al ruolo di gestione, coordinamento e garanzia delineato dal Decreto Legislativo 165/2001, limitando pesantemente la loro autonomia professionale. Il testo tra l’altro prevede che a valutare il lavoro dei dirigenti scolastici saranno dirigenti tecnici assunti direttamente dagli organi politici dell’amministrazione, non attraverso un pubblico concorso ma con un incarico triennale rinnovabile di natura fiduciaria.
In Senato si sta discutendo di emendamenti che prevedono un incarico triennale ai dirigenti, rinnovabile solo per un altro triennio a seguito della valutazione degli esiti degli alunni e del lavoro collegiale dei docenti.
Si tratta di scelte che perseguono una evidente finalità ideologica che niente ha a che fare con i veri problemi delle scuole e con la tante volte dichiarata volontà di risolverli.
Nell’anno scolastico 2014/15 sono state 1.200 le scuole dirette da un dirigente reggente, nel prossimo anno le reggenze arriveranno a 2.000: senza un nuovo concorso a settembre 2016 più della metà delle scuole italiane sarà diretta da un dirigente impegnato anche in un’altra sede. La stessa situazione si sta determinando per i direttori dei servizi per i quali aumentano le carenze di organico e le reggenze.
In tutta Italia i dirigenti scolastici e i direttori dei servizi lamentano carichi di lavoro e una prospettiva difficilissima per i servizi amministrativi e generali. I tagli operati dalla legge di stabilità agli organici ATA sono insostenibili e limiteranno quantità e qualità del servizio scolastico compromettendo perfino i livelli minimi di sicurezza degli alunni.
Quale buona scuola sarà possibile in queste condizioni?
Se si vogliono veramente affrontare i veri problemi della scuola italiana, non si devono addossare funzioni improprie ai dirigenti scolastici, ma occorre innanzitutto liberare le scuole dai compiti che nulla hanno a che vedere con l’autonomia scolastica, abrogare i tagli della legge di stabilità 2015 e assegnare ad ogni scuola un dirigente selezionato attraverso un concorso pubblico, espletato con procedure efficienti e trasparenti e tali da assicurare una guida efficace per la realizzazione dell’offerta formativa.
La FLC ha più volte ribadito che è indispensabile:
- far partire subito le procedure concorsuali necessarie per reclutare tutti i dirigenti che servono alle scuole italiane;
- dare una rapida soluzione ai problemi connessi alla rinnovazione dei concorsi annullati per responsabilità dell’amministrazione (Toscana e Lombardia);
- procedere alle assunzioni in Campania;
- bandire immediatamente il concorso per i direttori dei servizi.
Alla dirigenza scolastica non serve l’affidamento di funzioni sbagliate e ingestibili, non serve lo snaturamento del suo ruolo di guida della comunità scolastica, non serve la costruzione di un sistema di valutazione finalizzato all’erogazione di incentivi economici. Si restituiscano piuttosto ai dirigenti i loro diritti contrattuali e retributivi, ripristinando la loro retribuzione a prima del decreto Tremonti e pagando, in particolare ai vincitori dell’ultimo concorso, quanto a loro dovuto.
Se c’è veramente la volontà di intervenire nell’interesse della scuola si correggano gli errori fatti con i tagli insostenibili operati negli ultimi anni e si adottino i provvedimenti urgenti ascoltando le richieste della scuola italiana.
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