Deleghe legge 107/15: continuano le audizioni al Parlamento mentre iniziano le mobilitazioni di protesta
Il 23 febbraio la FLC CGIL sarà in piazza alle iniziative davanti a Montecitorio.
La FLC CGIL anche nelle audizioni alla Camera e al Senato ha espresso il suo giudizio negativo sulla modalità con cui sono state licenziate le deleghe alla legge 107/15 che parlano non solo alla scuola ma a tutta la società civile, per le implicazioni sociali in esse presenti.
Il nostro auspicio è che il Governo capisca che è necessario aprire nel Paese un ampio dibattito sul ruolo della conoscenza e di come si declina nel percorso istruzione, per questo abbiamo presentato al Parlamento un dossier di proposte finalizzate alla costruzione di un’idea di scuola alternativa alla legge 107/15 e agli schemi delle deleghe che consideriamo in larga parte inemendabili.
Come abbiamo già avuto modo di affermare, chiediamo al Parlamento che vi sia un ribaltamento dell’orizzonte politico e un metodo diverso di affrontare i problemi, scegliendo gli obiettivi imprescindibili. Solo in questo contesto potremo impegnarci a mettere a disposizione la nostra elaborazione in un costruttivo dibattito.
Ma nel contesto attuale siamo pronti a riprendere la mobilitazione per dare voce alla protesta della scuola, quella che spesso in solitudine affronta una realtà educativa sempre più difficile, per dare voce alle studentesse e agli studenti, alle famiglie che giustamente rivendicano per i loro figli una scuola di qualità, per dare voce al personale della scuola che non ne può più di essere solo oggetto di riordini e finte riforme, senza una valorizzazione del ruolo e del lavoro che quotidianamente viene svolto.
Per questo daremo il nostro contributo di presenza alle manifestazioni indette per il 23 febbraio a Roma, davanti a Montecitorio, dalle 14 alle 19, da circa 70 associazioni che hanno in comune la difesa della scuola pubblica.
Nel seminario che si terrà a Roma il 24 febbraio verrà affrontato il tema del decreto 378 in materia di politiche inclusive. Riteniamo tale decreto lesivo dei diritti delle studentesse e degli studenti con disabilità, lesivo dei principi che hanno trovato nella legge 517 del 1977 le premesse per affermare il valore dell’inclusione per tutta la comunità educante e il riconoscimento della diversità come volano della crescita culturale per tutti i cittadini.
Non possiamo lasciare a una silente commissione del Ministero dell'Istruzione il compito di intervenire in una materia che riguarda tutta la società civile e le regole della convivenza, ma soprattutto deve garantire pari opportunità di accesso ai processi di apprendimento e di crescita per tutte le studentesse e gli studenti, al di là della loro condizione.
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