CSPI: ferma presa di posizione del Presidente sull’operatività del Consiglio
Il CSPI deve continuare a svolgere il suo ruolo di rappresentanza delle professionalità della scuola anche nel presente contesto di emergenza.
Con un comunicato consegnato alla stampa il Presidente del CSPI Francesco Scrima, in risposta alle dichiarazioni della Ministra Azzolina, precisa che la mancata emanazione del parere sui concorsi è dovuta non all’inerzia dell’organo nazionale ma al mancato raggiungimento del numero legale nella seduta del 4 marzo per le numerose assenze determinate dalle restrizioni imposte alla mobilità.
Il presidente ha poi precisato che a quella data “l’Amministrazione non era in grado di predisporre le necessarie strumentazioni tecnologiche per garantire lo svolgimento di una seduta del Consiglio con modalità a distanza”.
“In merito ai contenuti desunti dalle bozze dei provvedimenti predisposte dalle commissioni - prosegue il comunicato - si esprimono forti perplessità sui contenuti e sugli effetti dei provvedimenti in via di emanazione”.
La situazione di emergenza non deve però impedire lo svolgimento delle prerogative di un organismo, come il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, a cui è affidata una rilevante funzione di rappresentanza, facendo ritenere che si possa fare a meno del suo parere obbligatorio.
Un simile comportamento si configurerebbe - conclude Scrima - “come vulnus nei confronti del massimo organo collegiale della scuola”.
Il testo del comunicato
Con riferimento a quanto si legge su organi di informazione relativamente alle attività del Consiglio Superiore della PI in merito a provvedimenti emanati dal Ministro dell'Istruzione e alle prerogative del CSPI riguardo a provvedimenti in via di emanazione, si ritiene opportuno precisare quanto segue.
La mancata emanazione del parere sui concorsi è dovuta al fatto che la seduta convocata per il 4 marzo u.s. non si è potuta svolgere per le numerose assenze, determinate dalle restrizioni imposte alla mobilità delle persone, tanto da non raggiungere il numero legale prescritto per la validità delle sedute. Va detto, peraltro, che a tale data l’Amministrazione non era in grado di predisporre le necessarie strumentazioni tecnologiche per garantire lo svolgimento di una seduta del Consiglio con modalità a distanza.
In merito ai contenuti desunti dalle bozze dei provvedimenti in via di emanazione, sottoposti a parere in base alle prerogative del Consiglio Superiore, si esprimono forti perplessità sui contenuti e sugli effetti dei provvedimenti in via di emanazione.
Fermo restando che nelle condizioni di straordinaria emergenza in atto attiene alle responsabilità dell’Amministrazione utilizzare tutti gli strumenti idonei per un efficace governo del sistema scolastico, questo non può avvenire senza tenere nel debito conto le prerogative di organismi istituzionali investiti di una rilevante funzione di rappresentanza, né tanto meno in una loro cancellazione, inibendo l'esercizio di un ruolo partecipativo che si esprime attraverso i prescritti pareri obbligatori, ancorché non vincolanti. Tali prerogative, peraltro, dato il presente contesto di emergenza e limitatamente alla durata dello stesso, potrebbero essere esercitate attraverso il ricorso alla procedura d’urgenza, evitando soluzioni che si configurerebbero come vulnus nei confronti del massimo organo collegiale della scuola.
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