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Comunicato Cgil sul protocollo d'Intesa Governo - Sindacati del 4 febbraio 2002.

La determinazione dei lavoratori, l'unità forte sul merito di una vertenza in continuità con la politica sindacale nel Pubblico Impiego degli ultimi anni, gli scioperi già effettuati e la grande manifestazione prevista per il 15 febbraio, hanno determinato un forte cambiamento nelle posizioni fin qui tenute dal Governo in tema di pubblico impiego, rendendo possibile la conclusione positiva dell'accordo raggiunto e quindi la revoca dello sciopero del 15-02-02.

05/02/2002
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La determinazione dei lavoratori, l'unità forte sul merito di una vertenza in continuità con la politica sindacale nel Pubblico Impiego degli ultimi anni, gli scioperi già effettuati e la grande manifestazione prevista per il 15 febbraio, hanno determinato un forte cambiamento nelle posizioni fin qui tenute dal Governo in tema di pubblico impiego, rendendo possibile la conclusione positiva dell'accordo raggiunto e quindi la revoca dello sciopero del 15-02-02. Sul merito:

i contratti

Le parti riconfermano integralmente i contenuti, l'impianto contrattuale e il sistema di relazioni sindacali definiti nel protocollo del 23.7.93 e nei contratti pubblici.

In particolare si conferma il valore ed il ruolo del CCNL nella difesa del potere di acquisto e nel definire le risorse nazionali per la produttività, con il pieno dispiegarsi della contrattazione di secondo livello. Con tale dichiarazione, che ha una valenza politica generale, il Governo afferma temi che sono palesemente in contrasto con quanto contenuto nel "libro bianco".

Sul tema delle risorse, ferme restando quelle già previste per "coprire" l'inflazione programmata (3%) e quelle per la produttività nazionale (1%), sul differenziale inflattivo si è passati da un +0,52% a *1,56% dello scostamento a fronte di una richiesta sindacale del 2% (per i dipendenti dei Ministeri l'incremento è di 195.000 mensili).

Ora il Governo dovrà individuare gli strumenti legislativi adeguati per le variazioni di bilancio e contemporaneamente avviare presso l'ARAN la stagione contrattuale 2002-2005.

Si tratta di un risultato positivo per la specifica stagione contrattuale, che così si avvia, e per il significato politico più generale che l'accordo riveste per i rinnovi in corso dei contratti in tutti i settori.

Una pesante battuta di arresto per Confindustria che, ancora negli ultimi giorni, aveva fatto sentire la sua voce contro l'accordo per il pubblico impiego.

Le relazioni sindacali

L'accordo segna un passo indietro del Governo nella sua politica di negazione di corrette relazioni sindacali e del ruolo di rappresentanza dei sindacati.

Si ristabiliscono relazioni sindacali di confronto preventivamente all'adozione dei provvedimenti di "riorganizzazione" "esternalizzazione" delle Pubbliche Amministrazioni e di contrattazione di tutte le ricadute organizzative, contrattuali e occupazionali sul lavoro.

Nelle stesse sedi di confronto, a fronte della Legge Finanziaria che affermava le privatizzazioni nelle PP.AA. senza criteri se non quelli finanziari, si definiranno non solo i parametri di efficacia, economicità e qualità delle prestazioni pubbliche che in ogni caso vanno garantite, ma anche le prestazioni che vanno escluse dalle privatizzazioni. Tali confronti riguarderanno tutti i processi di riorganizzazione sia nazionali che locali (artt. 28 e 29 della Legge Finanziaria).

Con l'accordo, a fronte di un esteso processo di privatizzazione, senza regole e riferimenti, si definiranno regole generali che renderanno possibile il confronto sul merito e la controllabilità dei processi sia nazionali che locali.

Vengono altresì definite sedi permanenti specifiche di confronto - fino ad oggi negate - con il Governo sulla Scuola e sui settori dell'Università e della Ricerca.

La contrattualizzazione

L'accordo ristabilisce il primato della contrattualizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici, messo pesantemente in discussione dalle numerose iniziative legislative assunte dal Governo.

Nell'accordo si conferma la titolarità della contrattazione su tutti gli aspetti relativi al rapporto di lavoro, rispetto alla legge, e si indicano in particolare 3 provvedimenti che il Governo cambierà con apposite iniziative legislative.

Sono segnali concreti del passo indietro compiuto dal Governo, frutto dell'iniziativa sindacale.

In questo ambito l'accordo cambia radicalmente il disegno di legge sulla dirigenza statale:

Si ribalta il contenuto della legge stessa.

Previdenza

Sul tema della Previdenza, infine, il Governo, modificando il testo della delega, provvederà alla contestuale estensione al Pubblico Impiego delle norme previste dal disegno di legge per il settore privato, fermi rimanendo i forti punti di dissenso che sono alla base degli scioperi regionali.

La forte tenuta unitaria dei sindacati sul merito, sostenuta anche dalla legge sulla rappresentanza, la proclamazione dello sciopero generale di 3 milioni di lavoratori pubblici e della Scuola, hanno portato all'accordo costringendo il Governo e la Confindustria ad uno stop nella loro iniziativa.

L'accordo, il suo merito ed il modo come è stato ottenuto, è un forte stimolo per proseguire nella lotta generale che il mondo del lavoro sta sostenendo in tutto il Paese contro l'articolo 18 e l'arbitrato e la decontribuzione previdenziale.

Roma, 5 febbraio 2002

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