CNPI: il Governo fa grandi pasticci pur di bloccare i ricorsi della FLC CGIL
Nel DL 90 sulla riforma della Pubblica Amministrazione la Camera approva un emendamento che nella fretta di sanare una situazione insanabile prefigura un Organismo di designati.
Poiché il ricorso della FLC CGIL contro l’abolizione del CNPI (Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione) – organismo rappresentativo del personale scolastico non più operativo dal gennaio 2013 in virtù di un atto del governo Monti - è stato accolto dal Tar Lazio e, su ricorso del Ministero, anche dal Consiglio di Stato, il Governo non sa che pesci pigliare e fa solo pasticci.
Infatti, di fronte al fatto che di recente, grazie al nostro ricorso, il Prefetto di Roma (nominato commissario ad acta dal giudice) ha dovuto muovere i primi passi per ripristinare la funzionalità di un Organismo rappresentativo della Scuola (l’unico settore dell’istruzione ad essere privo di rappresentanza istituzionale), il Governo ha fatto passare un emendamento al DL 90 sulla riforma della Pubblica Amministrazione, con un apposito articolo, il 23 quinquies. Così facendo il Governo fa due passi falsi.
Il primo passo falso è quello di dichiarare con tale emendamento che tutti gli atti approvati dal governo in materia scolastica dal gennaio 2013 sono validi anche se privi del (previsto dalla legge) parere obbligatorio del CNPI. Infatti, molti provvedimenti, per essere legittimamente operanti, avrebbero dovuto essere esaminati dal CNPI, non importa se con parere positivo o negativo. E il Ministero sa che anche su questa mancanza si appuntano molti dei ricorsi presentati dalla FLC: ricorso contro il regolamento sulla valutazione, contro la sperimentazione dei licei, contro la tabella di valutazione titoli delle graduatorie del personale docente, ecc.
Ora, l’emendamento del governo sembra dire: abbiamo agito fuori dalle norme, ma saniamo il tutto anche in barba al principio della non retroattività delle nuove leggi e della separazione dei poteri: legislativo e giurisdizionale.
Il secondo passo falso del Governo sempre contenuto nel suddetto emendamento, e sempre per evitare di incorrere nell’onta di essere sostituito dal commissario ad acta, è quello di indire le elezioni dell’organismo rappresentativo nazionale denominato Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione previsto da D.L.vo 233/99 in sostituzione dl CNPI e mai eletto da 15 anni, perché da allora si è in attesa della riforma complessiva degli Organi collegiali scolastici mai avvenuta. Peccato che tale organismo, così come prefigurato dall’emendamento, venga previsto provvisoriamente anche come costituito da soli designati (a parte i tre eletti dalle scuole di lingua tedesca, slovena e della Val d’Aosta). Di quelli eletti dal personale scolastico nel resto del Paese, sia pure in elezioni di secondo livello, si può fare anche a meno.
Si impone conclusivamente una domanda: a prescindere dalla considerazione che il MIUR, da quando la FLC CGIL ha vinto il ricorso in entrambi i gradi della giustizia amministrativa, ha sostenuto che tanto l’organismo nazionale dell’Istruzione, comunque denominato, era ormai incostituzionale perché incompatibile (?) con il nuovo Titolo V della vigente Costituzione, non ce ne è abbastanza per continuare la battaglia per la tutela e lo sviluppo della democrazia nella scuola? Noi pensiamo di sì. E la continueremo.
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