Animatore digitale: terremoto digitale o bluff megagalattico?
Dirigismo e autoreferenzialità nelle scelte del MIUR.
Grande enfasi del Ministro Giannini in questi mesi in relazione all’istituzione in ogni scuola della figura dell’animatore digitale, prevista da una specifica azione nell’ambito del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD). Facciamo il punto della situazione.
La Legge 107/15
Come è noto il comma 57 della Legge 107/15 prevede che nell’ambito del Piano Triennale dell’Offerta formativa (PTOF), le istituzioni scolastiche promuovano azioni coerenti con le finalità, i principi e gli strumenti previsti nel Piano Nazionale per la Scuola Digitale (PNSD). Il successivo comma 59 stabilisce che le scuole possono individuare nell'ambito dell'organico dell'autonomia, docenti cui affidare il coordinamento delle suddette azioni. Ai docenti può essere affiancato un insegnante tecnico-pratico.
Tali disposizioni derivano anche dall’unificazione, in sede di discussione parlamentare, del DDL 2291 che prevedeva l’istituzione del docente educatore digitale, individuato dal collegio dei docenti, come funzione strumentale ai sensi dell'articolo 33 del CCNL scuola 29/11/2007. Naturalmente nella Legge 107/15 è sparito qualsiasi riferimento al CCNL e alle funzioni strumentali, in coerenza con l’idea dell’uomo solo al comando che decide e che la condivisione del collegio dei docenti sia, non solo superflua, ma anzi perniciosa rispetto alla funzionalità della scuola.
Il Piano Nazionale Scuola Digitale
Invece del docente educatore digitale individuato dal collegio o del docente coordinatore nell’ambito delle attività del PTFOF coerenti con il Piano Nazionale Scuola Digitale, eventualmente affiancato da un insegnante tecnico pratico, ecco che il PNSD prevede l’Azione #28 “Un animatore digitale in ogni scuola”, ossia l’individuazione di “un docente che, insieme al dirigente scolastico e al direttore amministrativo, avrà un ruolo strategico nella diffusione dell’innovazione a scuola”.
Secondo il PNSD l’animatore potrà sviluppare progettualità su tre ambiti:
- fungere da stimolo alla formazione interna alla scuola sui temi del PNSD (ma non dovrà necessariamente essere un formatore), sia organizzando laboratori formativi, sia animando e coordinando la partecipazione alle altre attività formative, come quelle organizzate attraverso gli snodi formativi;
- favorire la partecipazione e stimolare il protagonismo degli studenti nell’organizzazione di workshop e altre attività, anche aprendo i momenti formativi alle famiglie e altri attori del territorio
- individuare soluzioni metodologiche e tecnologiche sostenibili da diffondere all’interno degli ambienti della scuola, coerenti con l’analisi dei fabbisogni della scuola stessa, anche in sinergia con attività di assistenza tecnica condotta da altre figure.
A decorrere dal 2016 ad ogni scuola verranno assegnati 1.000 Euro all’anno, che saranno vincolati alle attività dei tre ambiti come coordinamento dell’animatore. Le risorse impegnate sono pari a 8,5 milioni di euro, quota parte dei 30 milioni di euro stanziati dal comma 62 della Legge 107/15.
Ricordiamo che gli animatori presenteranno un progetto che, una volta approvato, sarà inserito nel piano dell’offerta formativa e pubblicato anche sul sito della scuola e sarà nel tempo oggetto di monitoraggio da parte del MIUR.
L’individuazione dell’animatore digitale
Con una semplice nota ministeriale, prot. 17791 del 19 novembre 2015, a cui sono seguite alcune faq, il MIUR ha attivato una piattaforma informatica nella quale le scuole hanno inserito entro il 17 dicembre i dati relativi all’animatore digitale. Il messaggio che il MIUR manda alle scuole è chiaro: perché perdere tempo nel convocare collegi o dipartimenti, perché tentare di rendere le scelte quanto più condivise possibili, se tutto si può fare attraverso la compilazione di un format o seguendo una semplice procedura informatica?
Si tratta di un messaggio non solo pessimo in quanto sviluppa in maniera parossistica l’idea di una scuola che perde i connotati di luogo democratico e che è fatta solo di procedure e adempimenti formali, in altre parole burocratica all’ennesima potenza. Si tratta anche di un modo di procedere sostanzialmente inefficace. Persino tra i più convinti sostenitori dell’Azione #28 serpeggia più di un mal di pancia a fronte di una procedura ideata dal MIUR che ha portato le scuole a considerare la nomina dell’animatore digitale come l’ennesima incombenza amministrativa cui adempiere.
Inopinatamente la medesima procedura il MIUR intende adoperarla per l’individuazione del team per l’innovazione digitale.
La formazione dell’animatore digitale
Il Decreto Ministeriale 435/15 “Criteri e parametri per l'assegnazione diretta alle istituzioni scolastiche nonché per la determinazione delle misure nazionali relative la missione Istruzione Scolastica, a valere sul Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche” all’articolo 31 stanzia € 850.000,00 finalizzate “a individuare e a formare in ciascuna istituzione scolastica un animatore digitale che possa favorire il processo di digitalizzazione delle scuole nonché diffondere le politiche legate all'innovazione didattica attraverso azioni di accompagnamento e di sostegno sul territorio del Piano nazionale Scuola digitale.”
Per la realizzazione delle citate attività formative, con Decreto del Direttore Generale per interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale, si provvede tra l’altro a:
- individuare il riparto delle risorse per ambiti regionali in proporzione al numero di soggetti da formare in ciascuna Regione;
- definire i requisiti e le specifiche richieste per i progetti delle istituzioni scolastiche ed educative statali o loro reti, organizzate territorialmente.
In applicazione di tali disposizioni è stato emanato il Decreto direttoriale 50 del 25 novembre 2015. L’elenco delle scuole o delle reti di scuole ammessi al finanziamento dei progetti formativi presentati, sono stati pubblicati con decreto direttoriale 75 del 28 dicembre 2015. Le scuole capofila assumono il ruolo di Poli formativi per gli animatori digitali.
In base alla nota 4603 del 3 marzo 2016, i citati Poli formativi entro il 7 marzo 2016 hanno comunicato l’elenco degli snodi formativi individuati in base alla procedura attivata nell’ambito del PON Per la scuola (vedi correlati).
Per l’attivazione delle attività di formazione è stata individuata la seguente tempistica:
Entro il 15 marzo 2016 |
Compilazione da parte delle scuole sede di Poli formativi per gli animatori digitali di un apposito questionario, con la richiesta di informazione relative:
|
Dal 14 marzo 2016 al 16 marzo 2016 |
Caricamento, da parte delle scuole sede di Poli formativi per gli animatori digitali nell’apposito ambiente Sidi/Polis, dei corsi previsti, al fine di consentire la successiva iscrizione da parte degli animatori digitali. |
Dal 17 marzo al 21 marzo 2016 |
Iscrizioni da parte degli animatori digitali. A tal proposito con nota 4606/16, in forma di lettera personale, il MIUR fornisce alcune indicazioni più dettagliate. In particolare gli animatori si iscrivono ordinariamente nello snodo formativo della propria provincia di servizio. È, tuttavia, ammessa l’iscrizione, in ambito regionale, ad altro snodo formativo che risulti più vicino alla propria sede di residenza, previo nulla osta da parte dell’Ufficio scolastico regionale. A questo link la mappatura dei poli e degli snodi. |
Dal 22 marzo 2016 |
Avvio dei percorsi formativi per gli animatori previsti dal DM 435/15. |
La FLC CGIL chiederà al MIUR che su tutta la complessa problematica si apra un tavolo di confronto complessivo con le organizzazioni sindacali.
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