Alla vigilia delle prove INVALSI la FLC rilancia proposte e impegni sulla valutazione
Serve però un cambio di rotta e un’assunzione di responsabilità da parte di MIUR e INVALSI.
Ci risiamo: la prossima settimana saranno somministrate le prove INVALSI per la rilevazione annuale degli apprendimenti. Si comincia con la primaria. Martedì 6 maggio: prova di lettura in seconda classe e prova di italiano in seconda e in quinta; mercoledì 7: prova di matematica in seconda e in quinta e questionario studente in quinta. Dopo una settimana, mercoledì 13, tocca alle classi seconde della secondaria di secondo grado: prova di italiano, di matematica e questionario studente.
La cosa ha quasi il sapore della implacabilità. D’altronde si tratta, per le scuole, di un adempimento di legge.
Colpisce però che nemmeno i recenti cambi al vertice sia del MIUR che dell’INVALSI abbiano portato qualche significativo segnale di ascolto del mondo della scuola né di qualche conseguente riflessione, magari autocritica.
Ce ne sarebbe di che.
E se ne avverte un bisogno crescente a fronte del disagio, del malessere e del malcontento che le prove suscitano nelle scuole, tra i docenti, tra i genitori, tra gli studenti.
Tra i docenti innanzitutto e per molte buone ragioni: perchè si sentono defraudati di una loro prerogativa essenziale all’instaurarsi di una buona relazione educativa nell’ambito dei processi di insegnamento/apprendimento, la valutazione degli alunni; perché sentono forte la pressione al teaching to the test che mina la libertà di insegnamento; perché i test instaurano una intollerabile gerarchizzazione tra le discipline; perché comportano per alcuni un ulteriore, oneroso, carico di lavoro; perché spesso le prove si rivelano lontane dalla realtà dei loro alunni, delle scuole e dei contesti sociali in cui sono inserite, nonché dei percorsi didattici che vi si mettono in atto; perché le prove, dopo la ignobile stagione della campagna sul fannnullonismo degli insegnanti, sono accompagnate ora dalla campagna sulla fumosissima meritocrazia che lascia presagire inquietanti e impropri utilizzi degli esiti delle prove stesse per presunte valutazioni dei singoli insegnanti e/o delle singole istituzioni scolastiche.
Anche tra i genitori c’è disagio perché non è mai stata chiarita bene la finalità di queste rilevazioni, perché spesso le prove rappresentano una sorta di spauracchio cui adeguarsi.
C’è malessere anche tra i ragazzi, piccoli o grandi che siano, perché a loro volta avvertono la pressione e la preoccupazione degli adulti. Così, anzichè vivere serenamente la scuola e affrontare con motivazione intrinseca le fatiche e il fascino dell’avventura dell’apprendere… giù manuali ed esercizi per prepararsi ai test!
Non si può continuare in questo modo. Facendo finta di nulla.
Il miglioramento ha come prima condizione la valorizzazione (e valutare è dare valore) del lavoro dei docenti e della comunità professionale della scuola. Per questo la FLC è impegnata nella riconquista del contratto.
Ma nemmeno si può pretendere che, senza mai dedicare risorse aggiuntive allo svolgimento della rilevazione e di fronte allo svuotamento progressivo del FIS, i docenti e il personale ATA si accollino anche, e per giunta gratuitamente, il carico di lavoro suppletivo necessario alla correzione e all’invio delle prove
Il 19 giugno è previsto lo svolgimento della prova INVALSI d’esame nella classe terza della secondaria di primo grado.
Ribadiamo tutta la nostra contrarietà a questa prova che interviene a gamba tesa nella valutazione del percorso scolastico dei singoli alunni e rilanciamo l’appello per la sua abolizione.
La FLC non ha partecipato in questi anni al facile gioco del “contro le prove senza se e senza ma”. È stata in campo chiedendo e alimentando il dibattito con critiche e con proposte. Soprattutto si è impegnata, e continua a farlo, per un sistema di valutazione finalizzato al miglioramento del sistema dell’istruzione e delle singole istituzioni scolastiche, prova ne siano i tanti documenti, le iniziative svolte e gli ordini del giorno approvati dal Congresso recentemente svoltosi a Napoli.
È urgente ora un’assunzione di responsabilità da parte del MIUR e dell’INVALSI. Chiediamo al Ministro e alla Presidenza dell’INVALSI di aprire in tempi rapidissimi un confronto su questi temi.
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