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Al via il Referendum sulla Buona Scuola

Si comincia domenica con un’assemblea a Roma. Dal 9 aprile si parte con la raccolta firme.

09/04/2016
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Domenica 13 marzo 2016 dalle ore 10, presso il cinema Palazzo a Roma (quartiere San Lorenzo) si è tenuta l’assemblea dei Comitati promotori di alcuni importanti Referendum sociali. Nei giorni successivi, dopo aver depositato i quesiti in Cassazione, il 9 e il 10 aprile, in centinaia di piazze italiane ha preso inizio la raccolta delle firme. I Comitati promotori rappresentano decine di organizzazioni tra movimenti, associazioni e sindacati, tra i quali aderisce anche la FLC CGIL.

I Referendum sulla scuola sono relativi all’abrogazione di alcune norme contenute nella legge 107 del 2015. Naturalmente, la FLC CGIL sosterrà tutti i quesiti referendari e darà il proprio concreto sostegno alla raccolta delle firme. Vai al sito del referendum scuola.

Sulla questione più specifica legata all’abrogazione di alcune norme della legge 107 del 2015 sulla scuola ribadisce il sostegno ai quattro quesiti referendari perché vengano cancellate alcune parti fondamentali: gli ampi poteri concessi ai dirigenti scolastici, il cosiddetto bonus scuola per le private (in palese contraddizione con quanto recita la Costituzione), l’istituzione dei Comitati di valutazione e l’obbligatorietà delle ore di alternanza scuola-lavoro. Sono i punti sostanziali e centrali di una riforma della scuola appiattita su un’ideologia del comando e della subalternità della scuola alle logiche economiche, mentre sacrifica ruolo, funzione e missione della scuola pubblica.

La FLC CGIL ha contrastato fin dalla sua elaborazione le linee “culturali” della legge 107, insieme agli altri sindacati confederali e della scuola, fino allo sciopero straordinario del 5 maggio 2015. Dal governo, tuttavia, si è deciso di proseguire ad oltranza, senza alcun confronto con i soggetti sociali e le organizzazioni sindacali. Il Referendum sulla legge 107 del 2015 s’impone dunque, non solo come utile strumento per abrogare norme sbagliate, ma anche per riaprire un dibattito pubblico sul futuro della scuola pubblica restituendo la parola a chi nelle scuole vive, ai cittadini, territori, alle famiglie e alle tante associazioni interessate a istruzione e educazione nel nostro Paese. Il nostro obiettivo resta quello di garantire a tutti il diritto al sapere riconsegnando ai tanti soggetti che vi operano, una scuola pubblica democratica, aperta e laica, in coerenza con i valori repubblicani e costituzionali.

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