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INFN: segnalato alla Corte il mancato utilizzo dei fondi per la stabilizzazione del personale precario

Esposto del segretario generale della FLC CGIL alla Corte dei Conti

05/06/2019
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Il segretario generale della FLC CGIL ha presentato oggi, 5 giugno 2019,  un esposto alla Corte dei Conti in cui si chiede di valutare la regolarità e legittimità del modus operandi assunto dall’INFN considerando che, ad oggi, diversi lavoratori, pur essendo in possesso dei requisiti previsti dal legislatore, non sono stati stabilizzati sulla base di un’errata interpretazione della normativa vigente e nonostante il Ministero abbia assegnato all’Ente i fondi necessari per completare la stabilizzazione del personale precario.

È chiara infatti la volontà del legislatore di consentire agli enti di ricerca, ivi compreso l’INFN, attraverso i finanziamenti riconosciuti dal Ministero, la stabilizzazione del personale precario che da diversi anni viene impiegato con contratti a termine ovvero con altre forme di contratto di lavoro flessibile.

L’INFN invece, nonostante la chiarezza delle disposizioni normative, ha stabilizzato soltanto il personale con un’anzianità di servizio formalizzata esclusivamente con contratti a tempo determinato nonostante avesse ricevuto apposito finanziamento vincolato alle procedure di stabilizzazione del personale precario pari ad euro 15.692,613.

Inoltre, le chiare indicazioni fornite dal MIUR sono state disattese dall’INFN che, invece, ha manifestato al Sindacato e ai diretti interessati come non intenda utilizzare queste risorse per la stabilizzazione del personale precario ritenendo, erroneamente, che tali risorse non sarebbero vincolate in tal senso.

L’interpretazione fornita dall’Istituto è errata e non è coerente con quanto affermato tra l’altro dal Vice Ministro Fioramonti che, nel rispondere ad un quesito proveniente da una interrogazione parlamentare, ha evidenziato che «Quanto alle risorse assegnate con il decreto di riparto del FOE, si è dato seguito alle condizioni formulate nel prescritto parere dalle due Commissioni parlamentari di merito. Pertanto, con il richiamato decreto, ulteriori 69 milioni di euro sono stati destinati alle stabilizzazioni previste dall’art. 20 commi 1 e 2 del decreto legislativo n. 75, coprendo sia i costi salariali ordinari sia quelli accessori e sono stati ripartiti in proporzione all’assegnazione ordinaria del FOE per l’anno 2017».

Nella medesima risposta si concludeva evidenziando che «il processo di stabilizzazione avviato è in corso e che questo Ministero anche per il biennio 2019 e 2020 promuoverà ogni possibile e concreta azione affinché tutte le risorse assegnate agli EPR per il suo completamento siano effettivamente utilizzate per favorirne la conclusione nel modo più inclusivo possibile e rispettoso delle intenzioni del legislatore».

Sulla base di tutto questo appare evidente come l’INFN disattenda queste indicazioni, che pure non lasciano adito ad alcun dubbio interpretativo circa la loro finalità e destinazione.

Ma ancora più esplicita è apparsa l’intenzione dell’Ente di non rispettare le indicazioni richiamate quando nel piano triennale 2019-2021, al paragrafo 2 (le attività dell’Ente), si afferma che l’importo assegnato per la ex premialità pari ad euro 15.692.613 “non ha una destinazione vincolata”.

L’Ente, peraltro, non ha dato alcun riscontro alla diffida ad adempiere in merito inviata a suo tempo da questo sindacato.

In conclusione, in considerazione di questi argomenti il segretario generale della FLC CGIL ha chiesto alla Corte dei Conti di valutare la regolarità e legittimità del comportamento dell’INFN che, non rispettando le norme, non procede nella stabilizzazione del personale avente diritto.

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