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INFN: inaccettabile la proposta sulle stabilizzazioni

L’Ente vorrebbe stabilizzare solo i tecnici e amministrativi, lasciando fuori tecnologi e ricercatori. Per la FLC si deve applicare la Madia a tutti gli aventi diritto. Anche per l’art. 54 distanti le posizioni sulle risorse.

17/07/2017
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I numeri

Oggi all'INFN sono presenti i seguenti lavoratori a tempo determinato:

Numero complessivo: 324

  • Ricercatori 61
  • Tecnologi 118
  • Tecnici e Amministrativi 145

Il recente D.lgs. 75/2017 (cd Legge Madia per il pubblico impiego) ha titolato l'art. 20: "superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni".

Con questo d.lgs il legislatore ha voluto dare una risposta al dilagante problema del precariato nella pubblica amministrazione e di conseguenza anche negli Enti di Ricerca.

Cosa dice la norma: la legge dà la possibilità agli enti di ricerca (come a tutta la pubblica amministrazione) di trasformare il contratto da tempo determinato a tempo indeterminato per coloro che hanno i seguenti requisiti:

  • essere in servizio presso l'Ente dopo il 28 agosto 2015
  • aver maturato almeno tre anni di tempo determinato (anche non continuativi) entro il 31 dicembre 2017
  • essere stato reclutato a tempo determinato con procedure concorsuali

Il personale che ha queste tre caratteristiche all'INFN è il seguente:

  • Ricercatori: 21
  • Tecnologi: 67
  • Tecnici e Amministrativi: 92

La proposta INFN

L'INFN ha portato al tavolo sindacale la seguente proposta:

Applicare la legge Madia al solo personale tecnico e amministrativo!

Lasciare ai singoli direttori di valutare l'esigenza di continuare ad avere il personale tecnologo che lavora presso la propria struttura, consentendo a questi di bandire dei concorsi ad hoc per assumere i tecnologi che già lavorano (e già hanno fatto almeno una prova concorsuale per quel posto), nonostante abbiano i requisiti di stabilizzazione della legge Madia.

Mentre per i ricercatori (21 in tutto sic!) non si prevede nessuna possibilità di assunzione se non partecipare ai prossimi (chissà quando saranno visto che si sono appena conclusi i 73 posti del 2016) concorsi da ricercatore. E ci mancherebbe altro che non possano parteciparvi!

La nostra posizione

Riconosciamo lo sforzo e approviamo la linea che si vuole tenere per il personale tecnico e amministrativo, che in questi anni ha subito i maggiori tagli di personale da parte dei governi, ma siamo assolutamente contrari per quanto si vorrebbe fare per ricercatori e tecnologi. Riteniamo che la posizione paventata dall'INFN per ricercatori e tecnologi, abbia un pregiudizio ideologico che poco ha che a vedere con il nostro Ente. Accanirsi in tale modo, soprattutto nei confronti dei ricercatori, ma anche per i tecnologi che dovranno sostenere l'ennesima prova concorsuale, dimostra poco rispetto per il lavoro svolto da questi professionisti per la ricerca scientifica dell'INFN.

La nostra proposta, avanzata durante l'incontro del 13 luglio 2017, è che si proceda ad applicare la legge Madia per le stabilizzazioni a tutto il personale, stabilizzando i 92 tecnici e amministrativi, i 67 tecnologi e i 21 ricercatori. Prevedendo nel piano triennale 2018-2020 che già dal prossimo anno vi siano i posti di fabbisogno e si proceda dal primo giorno utile alle assunzioni a tempo indeterminato.

La delegazione trattante, guidata dal prof. Masiero, ha preso l'impegno di portare le nostre istanze nella prossima riunione dei direttori, in cui ci auguriamo che i direttori stessi difendano i propri ricercatori e tecnologi che oggi sono a tempo determinato e che hanno per la prima volta, dopo una media di 7-8 anni (con punte di 15 anni) la possibilità di avere un contratto a tempo indeterminato. I direttori devono, secondo noi, decidere che all'INFN si applichi la legge Madia a tutti coloro che ne hanno i requisiti senza discriminazioni.

Sappiamo che, pur essendoci oggi le risorse all'INFN per tutte e stabilizzazioni, dobbiamo come sindacato concentrare la mobilitazione conto il governo per ottenere finanziamenti aggiuntivi necessari per la ricerca, c'è soprattutto bisogno di risorse per il personale. Per noi questo impegno è massimo, ma è necessario che oggi l'INFN superi le posizioni ideologiche e dia a tutti i profili professionali le stesse opportunità.

Se l'INFN non darà applicazione della legge Madia anche ai ricercatori e tecnologi, come FLC siamo pronti a denunciare questa presa di posizione con tutti i mezzi a nostra disposizione sia dentro che fuori dall'Ente, prevendendo mobilitazioni e vertenze, con ripercussioni inevitabili sulle relazioni sindacali.

Faremo emergere le contraddizioni del management di quando diceva che l'Ente era costretto ad assumere personale precario, mentre ora c'è una presa di posizione grave a non voler trasformare a tempo indeterminato coloro che hanno anni di precariato e hanno comunque superato delle prove concorsuali.

Parallelamente alla rivendicazione di utilizzare lo stesso parametro per tutti i profilli nell'applicare la legge Madia, abbiamo dato la nostra disponibilità a costruire un disciplinare per il reclutamento che in futuro preveda delle regole che siano le più trasparenti possibili ed evitino il dilagare del precariato. Ma non si può costruire il futuro se non si mette a posto il passato. Ora, il Presidente, la Giunta e tutti i membri del direttivo hanno la possibilità di fare un buon servizio applicando la Madia: salvaguardare chi ha per anni speso la propria vita come precario nell'INFN e costruendo un Ente migliore.

Terremo informato tutto il personale sull'andamento della discussione nella prossima riunione pre-direttivo; i sindacati saranno convocati per continuare la discussione sul precariato nelle prime settimane di settembre, comunicheremo quanto emergerà e organizzeremo un'assemblea per decidere le iniziative da prendere.

Art. 54

L'INFN ha portato al tavolo nulla di quanto non si sapeva già: risorse pari a 350 K€ per un numero insufficiente di passaggi di livello (circa 110).

Per quanto ci riguarda si devono utilizzare tutte le risorse risparmiate in questi anni (9 anni!) in cui non si sono fatti i passaggi di livello, che ammonterebbero a circa 900 K€. Solo in questo modo si potrebbe aprire la discussione con i sindacati per raggiungere un accordo sui passaggi di livello.

Con queste premesse non ci sono le condizioni neanche per iniziare la trattativa: l'Ente deve utilizzare tutte le risorse possibili. Non siamo neanche nella fase di dover trovare i soldi ma, come abbiamo sempre pensato, è una scelta politica da parte dell'Ente di decidere se le progressioni di carriera sono un problema. Se non si risolve il problema art. 54 diventa difficile parlare di art. 52 (mobilità tra profili) e art. 53 progressioni orizzontali.

Ad oggi sembra che l'INFN non consideri prioritario affrontare questo problema, se la situazione rimanesse così sarà inevitabile riprendere la mobilitazione di tutto il personale.

Altre notizie da:

Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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