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ISPRA: il Consiglio di Amministrazione approva lo Statuto

Grave la situazione economica e a rischio i rinnovi dei contratti del personale precario. Martedì 23 ottobre assemblea del personale alle ore 13.00.

22/10/2012
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Lo statuto lo abbiamo chiesto con forza per anni, e ribadito l'importanza al Ministro con la nostra richiesta di incontro pochi giorni fa. Ora apprendiamo che è stato approvato e accogliamo positivamente la notizia, ma manteniamo alta l'attenzione, anche perché dovrà essere inviato e emanato dal Ministero dell'Ambiente. Sui contenuti ci riserviamo di vedere il testo definitivo che ci auguriamo abbia accolto le proposte ed osservazioni che la CGIL ha fatto anche quando altri remavano contro, a difesa della dignità e delle opportunità dei ricercatori e dei tecnologi dell'Istituto: confidiamo in particolare che sia stato stralciato l'articolo sul ruolo della dirigenza, come da noi fortemente chiesto, cosa peraltro annunciata come sua intenzione dal Presidente nell'incontro con le Organizzazioni sindacali.

Ma non c'è tanto da gioire per i lavoratori dell'ISPRA, poiché sono stati anche sanciti i primi 11 licenziamenti: dalle tabelle economiche che abbiamo ricevuto emerge la contabilizzazione del fatto che gli 11 sine die saranno licenziati a fine anno. È grave la situazione dei td, non solo dei “sine die” (che per tanto tempo l'amministrazione ha ripetuto non essere un problema perché non esisteva la scadenza ed ora invece vogliono licenziare) ma anche per tutti i td che raggiungeranno 5 anni di contratto nel 2013. La decisione di predisporre bandi con liste di idoneità per l'attivazione di contratti su fondi esterni, approvata ieri dal Cda, non potrà affrontare seriamente la questione, se nel frattempo non si assicura il mantenimento in servizio. Nel frattempo al Corte di giustizia europea ribadisce il principio opposto, ovvero che il tempo determinato è un contratto con tutti i diritti e che il suo “abuso” non è certo colpa del dipendente.

La FLC CGIL propone a tutto il personale la mobilitazione, non solo per difendere gli 11 lavoratori che perderanno il lavoro a dicembre, ma per tutto l'Istituto: facciamo sentire forte la nostra voce di difesa delle nostre attività e la dignità di lavoratori pubblici, con orgoglio contro lo sfacelo al quale ci vogliono condannare con una gestione assurda e una politica vaga di anni.

Sul fronte economico, si versano lacrime di coccodrillo. È da mesi che chiediamo i dati reali di bilancio. Solo ora ci vengono consegnate tabelle che riportano:

  • il buco complessivo previsto per il 2013 (risorse mancanti) è di 6.5 milioni di euro: entrate per 80.5 e uscite per 87.
  • per i tagli della spending review 2012 sono stati individuati e approvati i tagli corrispondenti nel bilancio dell'ISPRA. 1.4 milioni per il 2012.
  • questioni oscure relative sull'utilizzo dei fondi L.308/04 (vogliamo essere rapidamente convocati): sapevamo essere vincolati a beni immobili e attrezzature, ma sembra possano essere usati per coprire le indennità al personale cessato o meglio all'INA (cosa peraltro rinviabile, visto che per anni non è stato fatto, perché proprio ora?). Tant'è che quelle risorse avevamo chiesto e chiediamo di utilizzarle per il mantenimento in servizio dei lavoratori a tempo determinato e atipici e per assicurare il livello delle attività.
  • rispetto alla mensa, leggiamo in un giro di parole a dir poco machiavellico: il Consiglio prima delibera l'abbassamento del contratto per la mensa al livello del buono pasto e poi, visto che non ci sono più motivi economici, demanda all'amministrazione di decidere per la mensa o per i buoni! Che gioco giocano? Che interessi difendono? C'è da dubitare che siano quelli del personale.

In aggiunta ricordiamo che il Governo con la Legge di Stabilità aveva previsto e ora soltanto "rinviato", l'art. 11, che è lì pronto a riemergere dalle "ceneri": un delirante riordino degli EPR, con alcuni enti soppressi (e nel frattempo non vengono pagati gli stipendi), altri sarebbero stati trasformati in agenzie dividendo MIUR da non MIUR, senza alcun progetto strategico, mentre vengono disattesi accordi senza alcuna ragione vera, se non quella di licenziare il personale precario, ridurre piante organiche e le autonomie degli enti e quindi dare il colpo finale alla ricerca pubblica in Italia.

Per questo, rivolgiamo al personale dell'ISPRA l'appello di partecipare numerosi all'assemblea che sarà indetta martedì 23 ottobre alle ore 13.00 per discutere insieme come uscire da questa crisi assicurando al nostro Paese la sicurezza ambientale del territorio su solide e autorevoli basi.

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