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Comunicato della Segreteria Nazionale sui decreti di riordino di CNR, INAF, ASI e dell'ENEA

In tempi brevi, probabilmente già nel corso della settimana, il Governo provvederà ad approvare in lettura definitiva i decreti di riordino di CNR, INAF e ASI, enti vigilati dal MIUR. È inoltre all’esame del Parlamento il decreto di riordino dell’ENEA, ente vigilato dal MAP.

14/05/2003
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C O M U N I C A T O

della Segreteria Nazionale sui decreti di riordino di CNR, INAF, ASI e dell'ENEA

In tempi brevi, probabilmente già nel corso della settimana, il Governo provvederà ad approvare in lettura definitiva i decreti di riordino di CNR, INAF e ASI, enti vigilati dal MIUR. È inoltre all’esame del Parlamento il decreto di riordino dell’ENEA, ente vigilato dal MAP.

Per tutti i decreti e per tutti gli enti che vengono coinvolti, come già riportato in precedenti comunicati, la CGIL dà un giudizio fortemente negativo sui contenuti della manovra: innanzitutto, le indicazioni dell’UE in tema di risorse umane e finanziarie destinate alla ricerca – sia fondamentale, sia applicata – sono largamente disattese, nonostante quanto ripetutamente affermato dal Governo sia nelle “Linee guida per la politica scientifica e tecnologica”, sia nelle relazioni di accompagnamento ai testi dei decreti stessi.

Invece di attuare politiche in grado di far crescere progressivamente gli investimenti dedicati alla ricerca e all’innovazione sino all’obiettivo del 3% del PIL, l’esecutivo procede tagliando drasticamente le risorse umane e finanziarie.

In secondo luogo i disegni del Governo si basano su una visione fortemente “utilitaristica” delle finalità delle attività di ricerca: non sono proposti interventi strutturali per sviluppare e sostenere una consistente e duratura domanda di ricerca ed innovazione da parte del sistema produttivo – in Italia largamente carente a causa delle ridotte dimensioni della maggioranza delle imprese, nonché alla prevalenza dei settori tradizionali a bassa tecnologia e valore aggiunto: si pretende invece di intervenire, in modo tra l’altro autoritario, esclusivamente sul versante dell’offerta di innovazione, rischiando seriamente di rendere meno competitivo in prospettiva il sistema pubblico di ricerca, senza d’altra parte offrire alcun reale vantaggio al sistema produttivo.

I decreti approntati dal Governo prevedono il controllo politico, a tutti i livelli, dei meccanismi di funzionamento degli enti, affossandone il grado di autonomia e contraddicendo i principi sanciti dalla stessa Costituzione. Ciò si realizza, spesso, perfino prevedendo a livello di legge i dettagli della struttura organizzativa degli Enti.

La CGIL non può inoltre che assumere come prioritaria la difesa del personale tutto. Con l’autonomia degli enti, inevitabilmente si comprimeranno anche gli spazi di autonomia possibili per il personale di ricerca – e ciò malgrado la delega ricevuta dal Parlamento prevedesse esplicitamente la valorizzazione della professionalità del personale.

In relazione alla manovra di riordino degli enti vigilati dal MIUR, gli incontri avuti sia con le commissioni parlamentari, sia con il Governo, se hanno permesso di esplicitare il giudizio nettamente negativo della CGIL sull’impianto complessivo della manovra di riordino, non hanno visto nessuna disponibilità sostanziale da parte del Governo a recepire le osservazioni delle OO.SS..

Il decreto di riordino del CNR mira a destrutturare la sua peculiare caratteristica di ente autonomo interdisciplinare: con la costituzione dei dipartimenti, strutture verticistiche sostanzialmente coincidenti con i direttori, la cui nomina è politica, si affossa anche l’autonomia degli Istituti e si minano le potenzialità di un ente interdisciplinare.

Il decreto di riordino dell’INAF, oltre a presentare gli stessi difetti di quello del CNR, si basa su un modello astratto e nominalistico non basato su valutazioni scientifiche di merito, ed è costruito ignorando il complesso dei problemi derivanti dalle modalità della sua concreta attuazione, a cominciare da quelli del personale, delle diversità contrattuali, dei diritti acquisiti e delle professionalità maturate, e da quelli legati alla proprietà ed alla gestione della strumentazione, delle apparecchiature e delle strutture. Per il personale di provenienza CNR non è nemmeno previsto quel minimo di tutela che deriverebbe dal riconoscere il diritto di opzione. Analoghe considerazioni valgono per la prevista forzosa confluenza dell’INFM nel CNR.

Il decreto di riordino dell’ASI comporta, da un lato, l’allontanamento dell’Agenzia italiana dal contesto delle analoghe Agenzie dei Paesi dell’Unione Europea – in particolare per quel che concerne le modalità di predisposizione del piano spaziale, della scelta degli obiettivi e delle loro modalità di attuazione – dall’altro prefigura un elevato rischio di conflitto di interessi.

Per ciò che riguarda il decreto di riordino dell’ENEA, venuto a valle di un taglio del 17% del contributo ordinario effettuato dall’ultima Legge Finanziaria, riscontriamo che, con procedura a dir poco singolare, a tutt’oggi non è stata data alla comunità scientifica e alle OO.SS. l’opportunità di esprimere le proprie valutazioni, né dal Governo, né dal Parlamento. L’impianto del decreto è tale da comportare il rischio di cancellazione di ampia parte dell’attività svolta, e delle professionalità conseguentemente sviluppate, nei settori delle fonti alternative di energia e dell’ambiente, ritornando al nucleare in un contesto che, ovviamente, non vede più competenze adeguate. Anche qui il rischio di conflitti di interesse è ampiamente presente.

Il contenuto di tutti i decreti, che si sommano alle norme contenute nella Finanziaria, concorrono inoltre ad alimentare una seria preoccupazione per il presente e per il futuro di tutto il personale precario, che in molti casi regge attività fondamentali per gli enti: l’incertezza sulle attività attualmente programmate e sulle loro fonti di finanziamento comporta rischi sulle loro prospettive occupazionali e professionali.

In particolare, nel decreto di riordino dell’ENEA si prevede, al di fuori di ogni procedura di confronto con le OO.SS., e quindi in modo assolutamente incontrollabile, l’utilizzo di tutte le forme di flessibilità previste dalla legge delega 848 sul mercato del lavoro, su cui la CGIL ha già espresso il suo giudizio fortemente negativo.

Verosimilmente al decreto di riordino del CNR si accompagnerà un provvedimento di commissariamento, così come per l’INAF e così come già è da troppo lungo tempo per l’Enea: si tratta di una scelta sbagliata che speriamo non comporti conseguenze negative sull’attività degli Enti, in particolare per quanto attiene alla stesura dei regolamenti: la CGIL lavorerà per mantenere alti l’attenzione e l’impegno dei lavoratori in tutta la delicata fase che si apre e promuovere il coinvolgimento della comunità scientifica in scelte che si preannunciano decisive per il futuro, se non per la stessa sopravvivenza, scientifica degli Enti.

La Segreteria Nazionale

SNUR - CGIL

Roma, 14 Maggio 2003