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CNR: altro che trasparenza, democrazia e carta europea dei ricercatori

L’onda lunga della Leopolda raggiunge anche i vertici del CNR.

06/11/2014
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Il Direttore Generale del CNR, ha inviato ai Direttori di Dipartimento, ai Direttori di Istituto e ai Dirigenti della Sede Centrale, i testi dello Statuto modificato e del Regolamento di Organizzazione e Funzionamento così come deliberati dal CdA del 9 ottobre 2014 e già inoltrati al MIUR per il controllo e l’approvazione come previsto dalla Legge 213/09.

Il DG, seguendo uno stile ormai purtroppo consolidato, si è ben guardato dall’informare anche le organizzazioni sindacali, scordandosi che molte delle “castronerie” presenti nelle prime versioni sono state modificate solo grazie al contributo del sindacato durante gli incontri che si sono succeduti lo scorso anno.

Già in quegli incontri la FLC CGIL aveva posto in evidenza alcune gravi carenze nei documenti che sarebbero poi stati approvati dal CdA.

Da un primo esame sommario dei documenti, si rileva che i diversi punti critici sono rimasti tali. Domina ancora una visione verticistica dell’Ente e la presenza del personale, anche tecnico-amministrativo, negli organismi gestionali è di fatto inesistente. Continua ad essere insufficiente la partecipazione dei ricercatori nei processi decisionali e di programmazione delle attività dell’Ente in aperto contrasto con la Carta Europea dei Ricercatori. Continuano ad essere presenti una serie di tecnicismi su norme specifiche, sul ruolo delle strutture dirigenziali e dei vari organismi che regolano e indirizzano le azioni dell’Ente ma non si colgono i veri segnali di rinnovamento di cui avrebbe bisogno il maggior Ente di ricerca del Paese.

La struttura dirigenziale rimane elefantiaca e alcune delle questioni irrisolte, introdotte dalla gestione Pistella, non vengono per nulla chiarite. Ad esempio il rapporto tra Dipartimenti e Istituti, in merito alla gestione delle attività della rete scientifica, e il rapporto tra Istituti ed Aree di Ricerca. Ancora una volta si nascondono le carte, non si coinvolgono le lavoratrici e i lavoratori dell’Ente per garantire una gestione esclusiva dal centro.

E’ opportuno ricordare che il CNR esiste e continua ad essere il principale riferimento per la ricerca pubblica in Italia solo grazie all’impegno, al senso di responsabilità di molti lavoratori, tanti dei quali sono precari, che spesso sono tenuti all’oscuro dei processi decisionali. La FLC CGIL sta effettuando un’approfondita analisi dei testi definitivi inviati al MIUR e proporrà azioni correttive condividendole con le lavoratrici e i lavoratori dell’Ente.

Se la dirigenza del CNR ha deciso di seguire la logica governativa e confinare i rappresentanti del personale in un area di testimonianza, sappia che la FLC CGIL è pronta a dare battaglia anche sulla mediocrità dei vertici dell’Ente che arrivano a proporre, con anni di ritardo, uno Statuto e un ROF non in linea con la politica della ricerca europea.

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