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Atto d’indirizzo CCNL Istruzione e Ricerca settore Ricerca

Emanato l’atto d’indirizzo da parte della Presidenza del Consiglio per il CCNL Istruzione e Ricerca, martedì 17 maggio prende l’avvio il confronto per il CCNL 2019-2021.

12/05/2022
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E' stato pubblicato l’Atto d’indirizzo per il rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca per il triennio 2019-2021.Entra nel vivo, quindi, il confronto per il rinnovo del CCNL anche per le lavoratrici e i lavoratori degli Enti pubblici di ricerca.

Avevamo espresso nei giorni scorsi preoccupazione per la bozza di atto di indirizzo che era circolata e nonostante alcuni aggiustamenti, pure significativi rispetto all’utilizzo delle risorse aggiuntive e al superamento del divieto di corresponsione di indennità generalizzate, il giudizio sull’atto finale resta fortemente negativo, per un testo regressivo e senza un’idea di cosa sia ne di come debba svilupparsi il lavoro di ricerca. Il documento è interamente permeato di riferimenti alla performance individuale, anche illegittimamente riferita al personale ricercatore e tecnologo, lascia campo a possibili scenari di differenziazioni nelle attribuzioni economiche o di avanzamenti di livello, che vengono sempre legate a processi di valutazione individuale ricondotte al sistema di valutazione della performance. Sarà nostro compito a questo punto contrapporci in maniera decisa a questa deriva in fase di discussione contrattuale, recuperare la discussione molto avanzata avuta con il Mur ed espressa nella proposta di atto di indirizzo avanzata dal Ministro Messa, ed essere all’altezza delle aspettative dei lavoratori della ricerca.

Vogliamo ricordare che da questo contratto il personale degli enti di ricerca si aspetta di ottenere

  1. un consistente innalzamento dei livelli retributivi connesso ad una revisione dell’ordinamento che sani per tutti, vent’anni di stagnazione senza possibilità di avanzamento di carriera, valorizzi il modo in cui il lavoro si è trasformato e renda realmente attuata la carta europea del ricercatore;
  2. la valorizzazione delle specificità del lavoro di ricerca a partire dall’esclusione del personale dalle norme sulla performance;
  3. il riconoscimento della specificità del settore anche con riguardo al lavoro agile che va interpretato come una modalità integrata, non residuale, in grado di far fare un salto in avanti complessivo alle flessibilità organizzative già presenti, andando oltre la sola conciliazione tra vita e lavoro;
  4. la flessibilizzazione dei fondi di contrattazione per rendere, a regime, davvero esigibile il diritto allo sviluppo professionale.

La partita sulle risorse si gioca ovviamente anche su altri tavoli e come già scritto  siamo in campo per ottenere risorse adeguate per la valorizzazione professionale di tecnici/amministrativi, Ricercatori/tecnologi di tutti gli enti di ricerca, Mur e non Mur.

Il prossimo martedì 17 maggio c’è la prima convocazione all’Aran. Sarà necessario per raggiungere gli obiettivi indicati e accompagnare la trattativa con il protagonismo attivo di tutte e di tutti anche ricorrendo, se necessario alla mobilitazione.