I Dirigenti scolastici della FLC Cgil di Verona scrivono al Ministro Gelmini
Nella lettera aperta esprimono il loro disorientamento e la preoccupazione per gli effetti che i provvedimenti varati dal governo per la scuola avranno sul sistema formativo italiano.
Comunicato stampa FLC Cgil di Verona
Alcuni Dirigenti Scolastici della Provincia di Verona, della scuola primaria e secondaria (medie e superiori), hanno preso carta e penna per scrivere una "lettera aperta" al Ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini.
Vogliono esprimere il loro disorientamento e la preoccupazione per gli effetti che i provvedimenti varati dal governo per la scuola avranno sul sistema formativo italiano.
Le misure adottate riducono pesantemente le risorse e gli organici e mettono a rischio una offerta formativa adeguata ai bisogni della società attuale; colpiscono al cuore l'autonomia progettuale degli istituti e il loro ruolo nella costruzione del progetto educativo di istituto; mettono in discussione il ruolo degli enti locali nella dislocazione sul territorio delle istituzioni scolastiche, e questo spiega la reazione di regioni e comuni, anche politicamente vicini al governo.
Nella scuola primaria viene "colpito" un modello pedagogico tra i più efficaci a livello europeo e mondiale, con un ritorno a pratiche e modelli educativi obsoleti. Non c'è una valutazione di merito su questo ritorno "all'antico" ma soltanto un generale impoverimento del tempo scuola e della offerta educativa in tutti gli ordini di scuola.
Nella secondaria superiore, a pochi mesi dall'inizio dell'orientamento per le iscrizioni, si vive un clima di disorientamento generale: un rivisitazione degli ordinamenti e degli indirizzi può essere utile, ma non può essere costruita con approssimazione e nella disinformazione degli operatori scolastici. Sembra di rivedere il "copione" già visto con la vicenda del recupero dei debiti (che resta ancora largamente indefinita anche per l'anno in corso).
Razionalizzare è meglio che tagliare. Occorre investire in un sistema di valutazione della qualità del servizio erogato. Servono investimenti per la formazione e non tagli: la quota di risorse utilizzata in relazione al PIL è in Italia ancora tra le più basse d'Europa.
Anche tra i Dirigenti Scolastici c'è quindi chi ritiene profondamente sbagliate le misure adottate. Il rischio anche per i dirigenti è il ritorno ad una scuola centralistica che vive di circolari e disposizioni, priva di autonomia progettuale. I firmatari si impegnano a raccogliere su questa lettera aperta al Ministro l'adesione di altri colleghi che vivono con notevole disagio questa nuova stagione di "cambiamento" della scuola.
Verona, 21 ottobre 2008
Venerdì 24 ottobre ore 12.30
Conferenza stampa presso
"CORTE MOLON" lungadige Attiraglio Verona
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Lettera aperta al Ministro della Istruzione Università e Ricerca Mariastella Gelmini
I dirigenti scolastici FLC GIL della provincia di Verona, di fronte alla recenti modifiche attuate o in via di attuazione e messa a punto vogliono esprimere profondo disorientamento e viva preoccupazione da un lato e dall'altro formulare proposte e suggerimenti per contribuire a un effettivo miglioramento della scuola e della preparazione culturale delle nuove generazioni.
I Dirigenti Scolastici della FLC CGIL esprimono disorientamento perché:
1. nonostante promesse bipartisan, ad ogni cambio di governo si interviene a modificare norme e ordinamenti ancora in corso di attuazione: tre riforme epocali in meno di cinque anni;
2. non si tiene conto di una fondamentale legge che assegna l'autonomia agli istituti (se non per la faccenda dei grembiuli), autonomia che comporta un lavoro di messa a punto e di applicazione concreta del dettato legislativo da parte dei collegi docenti, lavoro che è poco paragonare a quello di Sisifo;
3. non si dimostra nessun riguardo per la progettualità delle scuole che con molta pazienza sono riuscite a mettere insieme Indicazioni nazionali, esigenze delle famiglie e risorse degli enti territoriali, dando luogo a piani di offerta formativa di ampio respiro, flessibili e puntualmente adeguati alle esigenze degli utenti;
4. la generale riduzione dell'estensione e della flessibilità dell'offerta formativa, costringerà le famiglie a prelevare dal proprio portafoglio, se possono permetterselo, le risorse per assicurare ai figli la formazione che ritengono utile per i figli;
5. per la scuola primaria, da una parte si tagliano i docenti dei moduli (portandoli da tre a due ogni due classi), dall'altra si promette espansione del tempo pieno, che per funzionare ha bisogno di quattro insegnanti ogni due classi, e tutto ciò per risparmiare!
6. nella scuola secondaria superiore si vive uno stato di disorientamento generale per il silenzio che circonda il biennio unitario e l'obbligo scolastico su cui le scuole si erano già attivate progettando possibili percorsi alla luce del documento Fioroni. Si preannuncia la riforma delle superiori ma nessuna indicazione è stata data e le famiglie non sanno cosa attendersi per il prossimo anno. Soprattutto manca una visione pedagogica di ciò che si vuole e ci si attende dalla scuola superiore italiana.
7. la normativa sui "debiti" nella secondaria superiore ha gettato le scuole nella deregulation più totale rispetto ai tempi e alle verifiche estive. Ha messo in difficoltà tutti quegli studenti che hanno pensato di cambiare corsi di studi. La normativa va rivista e chiarita. Arriveranno poi i finanziamenti per le attività di recupero?
I Dirigenti Scolastici della FLC CGIL esprimono preoccupazione perché:
1. per gran parte dei provvedimenti adottati o preannunciati si tratta di un ritorno a pratiche e procedure che da decenni la ricerca pedagogica ci aveva invitato a superare perché obsolete o poco efficaci e tale superamento ha comportato un generoso lavoro da parte dei docenti, anche nello sforzo di condividere significato e novità di tali innovazioni con i genitori;
2. questi ritorni (maestro unico, voti numerici, bocciature per una materia) non sono motivati da una valutazione della loro efficacia, né da risultanze di una qualche ricerca sul campo, né dall'avvio di nuovi percorsi di valutazione di sistema, ma sembrano ispirati dal proposito di riportare indietro la scuola di qualche decennio, senza preoccuparsi che intanto la società e la cultura, l'economia e la tecnologia sono cambiate e hanno cambiato il mondo;
3. il ritorno al maestro unico, in particolare, toglie alla prima fase di apprendimenti consapevoli del bambino l'apporto di una pluralità di soggetti, ognuno con speciali attenzioni a una certa area, e la possibilità di proporre, in compresenza, motivanti e consolidanti attività laboratoriali, le quali permettono di arricchire l'apporto dei linguaggi non verbali e di tener meglio conto dei diversi stili cognitivi dei bambini di oggi;
4. inoltre si crea una situazione di difficile gestione con una sola persona tenuta a governare dinamiche relazionali e comunicative complesse per ben 24 ore settimanali con un gruppo fisso, ma eterogeneo e sempre più numeroso, di bambini per ben 5 anni, con la conseguenza che prevedibili difficoltà in tale campo si amplieranno senza compensazioni o aggiustamenti;
5. l'annunciato aumento del numero di alunni per classe , in ogni ordine di scuola, costringerà il docente a uniformare ancora di più linguaggi e metodi, con una perdita pesante delle opportunità offerte fino a ieri dalla personalizzazione, e cioè con l'impossibilità di modulare il proprio intervento a seconda delle potenzialità dei vari alunni in una grigia mediocrità che è proprio l'opposto della valorizzazione del merito;
6. la proposta di retribuire il lavoro aggiuntivo del maestro unico con il fondo dell'istituzione scolastica rappresenta un'ulteriore dimostrazione dell'indifferenza con cui si sottraggono risorse alle scuole autonome, impedendo loro di mantenere precisi impegni assunti con le famiglie e di innovare e migliorare offerta formativa e servizio scolastico;
7. l'indiscriminata eliminazione delle sedi sottodimensionate non tiene conto di insuperabili vincoli logistici in alcune realtà e priva piccole comunità, soprattutto montane o delle piccole isole, delle presenza di scuola d'infanzia o primaria; la pretesa poi di ridurre la presenza di docenti di scuola d'infanzia priva le famiglie di un servizio essenziale e degrada a puro parcheggio bimbi un'esperienza che ci viene invidiata e imitata da mezzo mondo.
I Dirigenti Scolastici della FLC CGIL di Verona vogliono avanzare alcune proposte di razionalizzazione e di miglioramento: queste proposte tengono conto anche che non tutta la scuola italiana è da buttare, ma in alcune aree e in alcuni settori regge molto bene il confronto con le scuole dei paesi più avanzati, come testimoniano tutte le rilevazioni di qualità, anche internazionali.
1. razionalizzare è meglio che tagliare: individuare con un monitoraggio attento e un controllo sempre più efficiente l'utilizzo degli organici e il rispetto, salvo dovute eccezione, dei parametri numerici attualmente in vigore, con un confronto che copra tutto il territorio nazionale; in particolare per la scuola primaria l'attribuzione degli organici deve fare riferimento preciso al monte orario previsto dalla offerta formativa del singolo istituto;
2. bisogna investire su un sistema di valutazione della qualità del servizio erogato, in termini di efficienza – efficacia, introducendo e diffondendo sia strumenti di valutazione – autovalutazione, sia modelli di individuazione certificazione di standard;
3. è necessario innovare e modificare, ma dopo un confronto e una consultazione delle scuole autonome e degli specialisti in campo pedagogico, sfruttando la possibilità di chiamare direttamente in causa l'università e mettendo quindi in atto a regime, a partire dal contratto di settore, un'organica formazione del personale;
4. un risparmio notevole, ma soprattutto un calo notevole della disastrosa dispersione che interessa oggi tutta la scuola secondaria, possono derivare da una riforma complessiva della secondaria di secondo grado, con una riduzione della pletora di indirizzi, con una maggiore integrazione fra istruzione e formazione professionale, con orientamento e tutoring dedicato nelle fasi di passaggio.
Sono solo alcune considerazioni che non esauriscono i molti aspetti problematici di questo passaggio per la scuola italiana. I Dirigenti Scolastici temono che questi provvedimenti possano portare ad un generale "impoverimento" della qualità della scuola pubblica.
Verona 21 ottobre 2008
Per il coordinamento dei Dirigenti Scolastici della FLC CGIL di Verona
Seguono trentacinque firme
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