Testimoni di nonviolenza da Israele e Palestina. 4 ragazzi e ragazze insieme per dare voce a chi rifiuta la violenza e progetta la pace, ospiti di CGIL e FLC a Firenze
Appuntamento il 22 ottobre, all'Auditorium IC Ottone Rosai
Vengono da Israele e Palestina, dove il diritto internazionale viene calpestato, per rivendicare il diritto all’obiezione di coscienza! Lavorano insieme e rifiutano la guerra, l’esercito, le armi, l’odio.
Sofia Orr e Daniel Mizrahi (israeliani, hanno rifiutato armi e divisa, sono obiettori di coscienza e per questo reduci dal carcere), Tarteel Yasser Al Junaidi e Aisha Amer (palestinesi, sono attiviste nonviolente e difendono i diritti umani, contro l’occupazione) sono quattro testimoni di pace che credono nel dialogo e lavorano insieme, come “gruppo misto” israelo-palestinese, e rappresentano due importanti movimenti: Mesarvot (una rete di giovani attivisti israeliani che rifiutano di prestare il servizio militare obbligatorio), e Community Peacemaker Teams – Palestina (CPT, sostiene la resistenza di base nonviolenta guidata dai palestinesi contro l’occupazione israeliana).
Invitati in Italia dalla Campagna di Obiezione alla guerra, su iniziativa del Movimento Nonviolento, domani 22 ottobre saranno ospiti di CGIL e FLC per un'iniziativa che li vedrà dialogare con più di 300 studentesse e studenti delle scuole superiori del Quartiere 5, presso l'Auditorium dell'Istituto Comprensivo Ottone Rosai.
L'iniziativa è stata realizzata nell'ambito della Campagna di Obiezione alla guerra promossa dal Movimento Nonviolento, che ha lo scopo di far conoscere all’opinione pubblica italiana i volti e la voce di chi, dentro alla follia della guerra, già realizza progetti di pace, a partire dal rifiuto della violenza e delle armi. Scopo della campagna è anche sostenere concretamente e politicamente i movimenti nonviolenti, gli obiettori di coscienza, i pacifisti che lavorano per la convivenza dei due popoli. La richiesta di pace che si alza dalle popolazioni civili, è l’unica alternativa alla violenza cieca dell’esercito e dei gruppi armati che a Gaza, in Cisgiordania, in Libano e in Israele stanno seminando odio e vendetta. La spirale che ci sta portando al terzo conflitto mondiale può essere spezzata: l’obiezione alla guerra è il primo passo. Per questo chiediamo alle istituzioni, all’Unione Europea, al nostro governo, di riconoscere lo status di rifugiati politici a tutti gli obiettori di coscienza, disertori, renitenti alla leva, che fuggono dalle guerre e chiedono asilo e protezione.
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