Unisalento, FLC su aumento dei compensi: organi accademici in evidente conflitto di interessi
Il sindacato: “Provvedimento inopportuno che riduce le spese di funzionamento proprio nell’anno in cui l’Ateneo riceverà 3,5 milioni in meno dal Ministero.
A cura della FLC CGIL di Lecce
Lecce, 8 ottobre 2024 – “Il Consiglio d’amministrazione di UniSalento valuti con estrema attenzione e lungimiranza l’impatto che l’aumento delle indennità potrebbe determinare sulla funzionalità dell’Ateneo. Non approvi la proposta del Senato accademico”. Flc Cgil fa appello alla serietà del Consiglio di amministrazione affinché valuti le conseguenze di una scelta - l’aumento dei compensi a rettore, prorettore, membri del Cda e del Senato Accademico e revisori dei conti - che alla luce dei nuovi tagli del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) rischia di compromettere la gestione dell’Università.
Il fatto. Lo scorso 1° ottobre il Senato Accademico ha deliberato una proposta che prevede un aumento esorbitante dei compensi di rettore e prorettore, cui si aggiunge un incremento delle indennità di carica per tutti i centri di spesa (a partire dai Dipartimenti), la previsione di un’indennità per i consiglieri di amministrazione e il raddoppio dei gettoni di presenza dei componenti il Senato accademico. Il tutto con effetto retroattivo a partire dal 1° gennaio scorso. Ciò significa che ognuna delle parti in causa sta valutando e votando un aumento delle proprie indennità, non quelle di chi verrà dopo di loro. Il tutto con evidente conflitto di interesse all’interno degli organi competenti nel rendere un parere o nel deliberare (una settimana fa il Senato Accademico, nei prossimi giorni Cda e Revisori), tra l’altro a poche settimane dalle elezioni che rinnoveranno gli organi di Ateneo.
Momento meno opportuno. Il sindacato stima in circa 400mila euro il costo dell’operazione, ossia la maggior spesa annuale che dovrà sopportare il bilancio di UniSalento a partire da quest’anno. “La situazione finanziaria del nostro Ateneo rendeva poco opportuna la proposta di incremento di compensi e indennità già presentata circa 10 mesi fa, che fu bocciata proprio dal Senato Accademico. Basti ricordare che negli ultimi anni c’è stato dapprima un sostanziale blocco delle assunzioni, per mancanza di risorse finanziarie da destinarvi, e poi una ripresa delle stesse consentita quasi esclusivamente da interventi mirati del Ministero con una serie di piani straordinari finalizzati”, ha scritto la Flc ai componenti del Cda. Facendo poi riferimento al decreto del governo Draghi che nel 2022 regolamentò il possibile incremento dei compensi ai componenti degli organi di amministrazione e di controllo degli enti pubblici, Flc fa presente che le risorse a copertura dei maggiori compensi vanno garantite con la corrispondente riduzione strutturale delle spese di funzionamento. Flc si chiede se il parere sulla sostenibilità economico-finanziaria espresso dal Senato abbia valutato il carattere strutturale del provvedimento, anche perché ad agosto il Ministero ha rivisto la ripartizione del Ffo assegnando a UniSalento 3,5 milioni di euro in meno per il solo 2024: “Ogni precedente stima che prevedeva incrementi di Ffo perde quindi ogni fondamento”.
Coperta corta. “Con un taglio così importante al Ffo, c’è il rischio concreto non solo di dover fare tagli ad attività vitali, ma anche di non riuscire a garantire gli stipendi del personale che è stato assunto o che ha beneficiato di una progressione di carriera grazie ai Piani straordinari di finanziamento. Anche perché era previsto un incremento crescente del Fondo dal 2022 fino al 2026, ma già nel 2024 assistiamo a un'inversione di rotta”. Una situazione che impone una riflessione approfondita sul futuro di breve e medio periodo, “se l’Ateneo dovesse far fronte ad una spesa che raggiungerebbe diverse centinaia di migliaia di euro in più ogni anno, con una così importante diminuzione delle risorse”. Da qui l’appello “alla sensibilità, serietà e competenza del Consiglio di amministrazione affinché valuti con estrema attenzione e lungimiranza l’impatto di decisioni che potrebbero determinare, in un futuro molto vicino, un pregiudizio alla funzionalità della gestione e al corretto perseguimento delle finalità istituzionali dell’Università. Di conseguenza, non approvino la proposta del Senato Accademico”.
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