FLC CGIL
Iscriviti alla FLC CGIL

https://www.flcgil.it/@3914291
Home » Notizie dalle Regioni » Puglia » 1 agosto: sciopero dei formatori dei centri per l'impiego pugliesi

1 agosto: sciopero dei formatori dei centri per l'impiego pugliesi

L’astensione dal lavoro avrà durata per l’intera giornata (n. 6 ore) per tutti i formatori dei CPI.

30/07/2014
Decrease text size Increase  text size

Dopo aver proclamato, in data 22 luglio, lo stato di agitazione del personale, i sindacati rappresentativi del comparto Formazione Professionale hanno indetto lo sciopero di tutti i formatori impegnati presso i Centri per l'Impiego delle province pugliesi per venerdì 1° agosto 2014.

Questa la motivazione indicata nella comunicazione di indizione dello sciopero: “mancato accordo a seguito della posizione assunta dalle province in seno al tavolo tecnico regionale costituito per analizzare la questione delle polizze fideiussorie dei centri per l’impiego”.
_____________________

FLC CGIL - CISL SCUOLA - UIL SCUOLA - SNALS Confsal
Puglia

I formatori dei Centri per l’Impiego delle sei Province pugliesi, dopo lo stato di agitazione indetto dalle Segreterie regionali delle OO.SS., sciopereranno in massa venerdì primo agosto per protestare contro la posizione intransigente assunta dalle Province, al Tavolo regionale, nei confronti della proposta avanzata dalla Regione Puglia e condivisa da Associazioni Sindacali e datoriali. Tale intransigenza mette a serio rischio il posto di lavoro di 360 formatori che già da agosto avranno difficoltà nella erogazione delle retribuzioni.

Per le OO.SS. lo sciopero di venerdì rappresenta solo il primo momento di lotta cui faranno seguire azioni più incisive, fino alla risoluzione del problema.
Ricordiamo che i servizi di politica attiva del lavoro (accoglienza, orientamento, bilancio delle competenze, counseling, attivazione tirocini formativi, curriculum vitae etc.), nelle Province pugliesi sono erogati ormai da dodici anni esclusivamente dai formatori e sono servizi di enorme utilità sociale perché riguardano in particolare i giovani, gli adulti disoccupati, i percettori di sostegno al reddito, i fruitori di ammortizzatori sociali, le donne e le fasce deboli tutte.

L’intransigenza delle province, motivata esclusivamente da questioni di natura tecnico-contabile, non solo mette a rischio il posto di lavoro dei 360 formatori operanti in tutto il territorio regionale, ma, di fatto, danneggia le fasce più bisognose in un periodo di grave crisi.

Tag: sciopero