Dimensionamento scolastico in Piemonte, fermarsi prima che sia troppo tardi
In un comunicato il monito di ASAPI, ANDIS, ANCI, FLC CGIL, CISL SCUOLA, CGD.
Con il comunicato che pubblichiamo di seguito alcune organizzazioni e associazioni piemontesi intervengono presso i principali soggetti istituzionali coinvolti nelle procedure per il dimensionamento della rete scolastica.
Anche in Piemonte, dunque, crescono le preoccupazioni circa alcune scelte che rischiano - come si legge nel documento - "di creare ferite e lacerazioni al sistema scolastico piemontese aderendo semplicemente a imposizioni che potrebbero essere anche revocate, ma che, per ora, possono essere causa di danni irreversibili".
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All'Assessore all'Istruzione Regione Piemonte
Al Direttore Generale Regionale USR Piemonte
Alla VI Commissione regionale
Agli Uffici Scolastici Territoriali
Alle Province piemontesi
Ai Comuni piemontesi
Agli Amministratori locali provinciali e regionali
COMUNICATO ASAPI - ANDIS - ANCI - FLC CGIL - CISL SCUOLA - CGD
Nell'assemblea convocata da ASAPI e ANDIS in data 9.11.2011 presso l'ITIS “Avogadro” di Torino sono emerse riflessioni, interrogativi e preoccupazioni comuni che hanno indotto le organizzazioni e associazioni firmatarie a fare delle proposte condivise da tutti i soggetti coinvolti nelle procedure del dimensionamento imposto dall'art. 19 della legge 111/2011 e dall'ATTO DI INDIRIZZO della Regione Piemonte.
- L'attuale difficile momento in cui il complicato intreccio di competenze e di funzioni delle diverse Istituzioni rende sempre più complessa la programmazione, soprattutto per il 2012-2013, e l'assoluta incertezza sulle risorse finanziarie di cui potranno usufruire enti locali e autonomie scolastiche non consentono di assumere decisioni così urgenti e così vincolanti come quelle contenute nella Legge 111 e ci pare quindi che impongano una significativa gradualità nella applicazione della legge.
- La delibera della 9a COMMISSIONE della CONFERENZA AUTONOMIE LOCALI del 26.10.2011 e le proposte presentate al MIUR contengono importanti criteri per garantire modalità di applicazione omogenee nelle diverse realtà regionali del tutto condivisibili soprattutto per la gradualità dell'attuazione della legge fino al 2014-2015 e sulla non vincolatività assoluta di costituire IC, se le condizioni territoriali non lo consentono. Per questo si chiede che ne tengano conto il MIUR e il Governo - anche nelle imminenti norme della legge di stabilità - con possibili emendamenti che garantiscano almeno la gradualità dell'applicazione della legge 111.
Conferenze provinciali
- Laddove le Conferenze provinciali sono già state convocate si raccomanda di verificare il rispetto delle procedure previste dalla normativa e dallo stesso ATTO DI INDIRIZZO: le proposte di razionalizzazione deliberate dai Comuni (o Provincia) debbono essere accompagnate dalle delibere degli OO.CC. delle scuole coinvolte, a dimostrazione che sono stati assunti atti condivisi e non decisioni autoritarie senza il necessario coinvolgimento delle autonomie scolastiche.
- Laddove le Conferenze provinciali debbono ancora essere svolte, si invitano gli enti locali a valutare prudentissime e condivise scelte di dimensionamenti e a rinviare al prossimo anno le decisioni che si dovrebbero assumere non per le esigenze del territorio, ma sotto un'imposizione della legge che per altro potrebbe anche essere cancellata. La Corte Costituzionale infatti dovrà pronunciarsi: è già successo nel 1999 quando annullò l'articolo 64 della legge 133. Si potrà verificare nuovamente e se saranno state fatte delle scelte sbagliate e forzate sarebbe molto complicato e drammatico ritornare indietro: le scuole non possono sopportare continue variazioni.
- Si chiede alla Regione che, nell'eventualità non si raggiunga il 20% di dimensionamenti indicato come primo step dall'Atto di Indirizzo, si deliberi il rinvio del completamento al prossimo anno senza forzare ulteriormente EE.LL. o scuole. Si approfitti invece di un anno per fare tutte le necessarie istruttorie e tutti i confronti tra EE.LL. e ISA. E' emersa infatti la necessità, soprattutto dal mondo della scuola, di continuare a lavorare sugli istituti comprensivi, sulla loro più efficace configurazione e sulla reale verticalità didattica e organizzativa.
- L'incognita rappresentata dalle norme previste dalla legge di stabilità (per ora n. 2968) portano a dover forzatamente introdurre nei piani provinciali il problema degli istituti con meno di 600 alunni in pianura e 400 in montagna, che non avrebbero più né Dirigente scolastico né Direttore dei servizi amministrativi. Occorre quindi prevedere che ci siano nuove convocazioni delle Conferenze provinciali, visti i numeri di molte scuole secondarie di secondo grado sotto i 600 che ha presentato il CSA di Torino. Apparirebbe alquanto incomprensibile che i dimensionamenti anche di scuole superiori non possano incidere nelle quote della triennalità previste dall'Atto di Indirizzo e che gli ulteriori risparmi non siano calcolabili nell'ambito delle riduzioni imposte dal risparmio preventivato del Governo.
- Si chiede alla Direzione regionale piemontese e alla Regione di chiarire con il MIUR la definizione corretta delle scuole di montagna, non con gli elenchi ministeriali del 2004, ma con i criteri che la Regione Piemonte stessa ha individuato con sua propria delibera.
- Si chiede infine alla Direzione regionale, ma soprattutto alla Regione Piemonte, di rappresentare ancora una volta al MIUR la situazione piemontese che - certo più di altre Regioni - è assolutamente in regola con i dimensionamenti e la razionalizzazione imposta dalle leggi vigenti, che ha sempre attuato rispettando le norme e garantendo nei suoi territori una funzionalità ed un buon servizio che ci viene riconosciuto anche dalle statistiche nazionali. Non si può correre il rischio di creare ferite e lacerazioni al sistema scolastico piemontese aderendo semplicemente a imposizioni che potrebbero essere anche revocate, ma che, per ora, possono essere causa di danni irreversibili.
Il Presidente ASAPI
Il Presidente ANDIS PIEMONTE
Il Presidente ANCI VI COMMISSIONE
FLC CGIL SCUOLA PIEMONTE
CISL SCUOLA PIEMONTE
CGD PIEMONTE
Torino, 9 novembre 2011
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