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Milano. Scuole senza soldi per le supplenze

In provincia di Milano, ma più in generale in Lombardia, si sta prospettando una situazione estremamente preoccupante

20/03/2007
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Molte scuole -soprattutto di base- hanno esaurito il budget loro assegnato per l’anno 2006 per le supplenze brevi e hanno potuto pagare gli stipendi ai supplenti facendo ricorso alla disponibilità di cassa (a rischio quindi di non poter sostenere altre spese o attività didattiche per le quali quei fondi erano destinati), accumulando quindi residui attivi e passivi.

Non solo, ma basta fare quattro conti sulla base dei parametri indicati dal MPI nel decreto n. 21 del 1 marzo 2007 per rendersi conto che il budget assegnato per le supplenze per il 2007 all’interno del cosiddetto “capitolone” per molti istituti è del tutto insufficiente.
Per fare un esempio concreto: alla scuola di *** spetterebbe una assegnazione base pari a euro 43.100,00. Con questo budget si riescono a pagare gli stipendi di gennaio e febbraio e solo in parte di marzo (la spesa per questi tre mesi, al loro, è infatti pari a 55.705 euro.
Il decreto 21/2007 prevede però che al budget iniziale possa seguire un’integrazione “in relazione al fabbisogno accertato e comunque entro il limite massimo corrispondente alla somma attribuita con l’assegnazione base”. Quindi altri 43.100 euro. Con questi si possono pagare gli stipendi ancora per qualche mese, ma poi?
Ora, la spesa per le supplenze per il 2006 è stata di euro 190.009,00 (totale impegno lordo) e per il 2007 si può prevedere una sostanziale conferma del trend, considerando il fatto che fra le “supplenze brevi” vi sono diverse maternità che comportano una spesa continuativa e considerevole. E’ evidente quindi che i finanziamenti assegnati corrispondono a meno della metà del fabbisogno reale e bastano a poter pagare gli stipendi solo per pochi mesi. E casi come questo sono molto diffusi, soprattutto nelle scuole primarie e negli istituti comprensivi.

La domanda allora è: cosa farà il dirigente scolastico una volta esaurite le somme assegnate? Non chiamerà più i supplenti dividendo gli alunni delle classi scoperte in altre classi tutti i giorni della settimana con evidente compromissione delle attività didattiche e creando una situazione di caos permanente nella scuola?
Oppure continuerà a stipulare contratti di lavoro sapendo di non avere i fondi necessari per corrispondere gli stipendi al personale supplente temporaneo? E chi li pagherà? E quando?

Si tratta insomma di una situazione veramente incresciosa, se si pensa al fatto che i supplenti vengono nominati per poter garantire il funzionamento della scuola, delle attività didattiche, in caso di assenza dell’insegnante titolare. E vengono chiamati in caso di assoluta necessità, dopo che il capo di istituto ha verificato tutte le possibilità di sostituzione interna del titolare assente (con altri docenti in servizio in ore di contemporaneità, con la disponibilità degli stessi ad effettuare ore eccedenti, ecc.). Non è per divertimento quindi, o per faciloneria che vengono chiamati i supplenti, ma per garantire lo svolgimento delle lezioni e la gestione stessa degli alunni, che rimarrebbero altrimenti senza insegnante. Si tratta dunque del “diritto alla prestazione” dell’alunno che lo Stato deve garantire! Perché allora lasciare le scuole in queste ambasce e metterle in così duramente in crisi?
E perché lasciare ancora a carico delle scuole le sostituzioni per maternità, congedi parentali, ecc. che supplenze brevi non sono e incidono pesantemente sui bilanci?

Chiediamo al Ministro Fioroni un sollecito intervento su questo problema in modo da garantire alle scuole la certezza dei finanziamenti per la retribuzione delle supplenze e assicurare quindi condizioni di lavoro serene ed il normale funzionamento delle scuole.

Coordinamento dirigenti scolastici CGIL-CISL
Milano e provincia

Milano, 19.3.2007