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Università di Cassino condannata per attività antisindacale

L’atteggiamento autoritario degli organi di governo dell’ateneo si è manifestato esplicitamente anche nelle relazioni sindacali.

04/03/2014
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A cura della FLC CGIL Frosinone

Il 25 febbraio scorso il tribunale di Cassino ha dichiarato antisindacale il comportamento dell’Ateneo per aver negato alle Organizzazioni sindacali e alla RSU un idoneo locale da utilizzare per le attività delle stesse, per aver negato informazioni documentate sugli importi destinati agli incentivi extrastipendiali, per aver omesso di inserire nelle sedute di contrattazione decentrata la materia inerente il “fondo per trattamento accessorio del personale categoria EP”.

Dopo il licenziamento in massa di 17 lettori/CEL (per cui l’ateneo è stato già condannato dal tribunale di Cassino), l’atteggiamento autoritario degli organi di governo dell’ateneo si è palesato esplicitamente anche nelle relazioni sindacali: informativa non data, documentazione necessaria per una partecipazione attiva e costruttiva al tavolo contrattuale non fornita, contratti integrativi di ateneo sottoscritti con enorme ritardo (ad oggi non è stato ancora sottoscritto quello relativo all’anno 2013).

La FLC CGIL aveva ripetutamente inoltrato specifiche richieste agli organi di governo dell’Ateneo tese ad ottenere la documentazione necessaria per poter svolgere la propria attività sindacale e per poter tutelare e difendere appieno i diritti di tutti i lavoratori.

Vista la mancanza di risposta, ad ottobre 2013 la FLC CGIL, si è vista costretta a ricorrere alle vie legali e ha dato mandato all’Avv. Villoni per presentare un ricorso ex art. 28 dello Statuto dei Lavoratori contro l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale.

Ora con il decreto emesso dal Giudice del Tribunale di Cassino viene riconosciuta l’antisindacalità delle condotte aziendali per cui all’Università di Cassino viene ordinato di cessare immediatamente tali comportamenti con la messa a disposizione delle OO.SS. e della RSU delle informazioni documentate

previste dal CCNL e di un locale per svolgere la propria attività sindacale. La vicenda dimostra che quando si difende con coerenza e correttezza la democrazia nei luoghi di lavoro, vengono salvaguardati i diritti di tutti i lavoratori e vengono condannate per comportamento antisindacale le amministrazioni autoritarie.

Tutto ciò ci incoraggia ad andare avanti nella nostra impostazione nelle relazioni sindacali. Continueremo ad essere intransigenti nella difesa dei diritti di tutti e di ciascuno perché riteniamo che la qualità degli Atenei pubblici passa imprescindibilmente dalla tutela di quanti in essi vi operano.