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Dirigenti scolastici del Lazio: pubblicato il piano regionale per la valutazione

45 nuclei valuteranno annualmente il lavoro dei dirigenti della regione.

06/02/2017
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La valutazione dei dirigenti scolastici, come definita dalla Legge 107/2015 e dalla Direttiva 36/2016, non è coerente con quanto previsto dall’art. 20 del  CCNL area V  e deve essere rivista alla luce dell’Accordo  del 30 novembre 2016 tra Governo e Sindacati.

I singoli provvedimenti attuativi, a partire dalle modalità di  costituzione dei nuclei di valutazione,  stanno infatti evidenziando una serie di criticità che non consentiranno al procedimento di valutazione di seguire un iter regolare e corretto, nel rispetto dei principi di equità e trasparenza a cui la valutazione dei dirigenti scolastici deve essere improntata.

Con il Decreto n. 44 del 3 febbraio 2017 il Direttore Generale dell’USR Lazio ha pubblicato il Piano regionale  per la valutazione dei dirigenti scolastici contenente, oltre agli obiettivi regionali già attribuiti ai dirigenti scolastici, la composizione dei nuclei che valuteranno annualmente il lavoro dei dirigenti scolastici del Lazio.

Si tratta di 45 nuclei composti da un coordinatore e due componenti, la maggior parte dei quali sono presenti in più nuclei e sono  appartenenti ad ambiti territoriali e province diverse.

Già questo primo  dato rivela la difficoltà  di un coordinamento tra il lavoro dei diversi nuclei e il lavoro dei componenti che, com’è noto, opereranno singolarmente in tutte le fasi di analisi dei documenti e collegialmente solo nella fase finale di formulazione della proposta di valutazione  e in caso di necessità di visita per una possibile valutazione negativa.

Tra i 28 coordinatori (di cui 17 coordinano due  nuclei) 15 sono dirigenti tecnici in servizio, 1 dirigente tecnico in quiescenza, 1 dirigente amministrativo in servizio, 9 dirigenti scolastici in quiescenza, 2 dirigenti scolastici in servizio utilizzati ai sensi della l. 448/98.

I componenti sono invece 71 (di cui 19 sono presenti in due nuclei), 59 dirigenti scolastici in servizio, 4 dirigenti scolastici in quiescenza, 2 dirigenti scolastici utilizzati ai sensi della l. 448/98, 6 esperti esterni.

La FLC CGIL ha fortemente criticato l’impianto che è stato costruito per valutare i dirigenti scolastici, sottolineando tra l’altro che le modalità di reclutamento dei nuclei di valutazione non avrebbero garantito la competenza, l’esperienza, la terzietà dei valutatori e la trasparenza di tutta l’operazione.

Scorrendo l’elenco dei nuclei e la loro composizione, le criticità evidenziate hanno trovato piena conferma in quanto tutta l’operazione è stata condotta senza rispettare la normativa vigente in materia di trasparenza che, a quanto pare, sembrerebbe essere un obbligo solo per i dirigenti scolastici e per gli atti prodotti dalle scuole.

Esaminando il decreto e gli allegati si evince inoltre:

  • che non sono stati pubblicati i criteri con cui sono stati individuati i coordinatori e i componenti dall’elenco dei quanti avevano presentato domanda
  • che molti dei dirigenti scolastici in servizio componenti dei nuclei sono impegnati anche in una reggenza
  • che non sono stati resi pubblici i curricula del personale individuato e, cosa ancora più singolare, non è stata effettuata dall’amministrazione una preventiva verifica sull’avvenuta pubblicazione obbligatoria  da parte di tutti i componenti di area dirigenziale del loro CV sulla sezione amministrazione trasparente del MIUR
  • non sono comprensibili i motivi per i quali l’amministrazione abbia scelto di assegnare a una gran parte di coordinatori e componenti 2 nuclei  di valutazione, pur disponendo di un sufficiente numero di idonei per coprire tutti i nuclei
  • quanto alla terzietà dei valutatori, riteniamo che la presenza tra i  15 dirigenti tecnici coordinatori dei nuclei  di 6 dirigenti di nomina ministeriale non garantisca la necessaria indipendenza di giudizio, se poi gli stessi valutatori saranno sottoposti alla valutazione discrezionale del loro operato da parte del direttore generale ai fini della conferma dell’incarico.

L’impossibilità di esaminare i curricula non consente di valutare le competenze della gran parte dei dirigenti scolastici inseriti nei nuclei (su 59 dirigenti scolastici in servizio solo 28 alla data del 6 febbraio hanno pubblicato il CV nella sezione Amministrazione trasparente del MIUR) e degli esperti esterni tra cui rileviamo la presenza di docenti  del sistema scolastico che riteniamo inopportuna e  inefficace, perché solo chi conosce il lavoro del dirigente scolastico  per averlo svolto per un congruo numero di anni  (dopo aver superato un pubblico concorso…) può essere in grado di valutare “la  specificità degli autonomi poteri di direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane” che il dirigente mette in atto nello svolgimento del suo lavoro.

Quanto all’esperienza dei valutatori, l’art. 20 del CCNL dell’area V prevede che essi vadano reclutati tra i dirigenti scolastici con almeno 10 anni di anzianità nel ruolo da dirigente scolastico. Le scelte dell’amministrazione sembrano invece non aver tenuto conto della necessità di avvalersi di personale sufficientemente esperto del lavoro che dovrà giudicare perché, dai dati che è stato possibile raccogliere esaminando l’elenco dei dirigenti scolastici componenti dei nuclei, è emerso che solo un quinto di essi ha più di 10 anni di anzianità e almeno un terzo ha meno di 5 anni.

Un altro elemento di grande criticità è rappresentato dalle modalità che saranno utilizzate per la valutazione dei 59 dirigenti scolastici valutatori che si valuteranno tra di loro.

E quale nucleo avrà il coraggio di dare a un collega valutatore meno del massimo? Come potrebbe essere accolta la valutazione da un dirigente scolastico valutato da un collega dirigente scolastico, magari con anzianità di gran lunga inferiore alla sua, che venisse a sua volta  valutato con un giudizio non corrispondente al massimo?

Si tratta solo di alcuni dei risvolti critici di un procedimento di valutazione sbagliato nella sua impostazione e nelle sue finalità   da modificare radicalmente, restituendo alla contrattazione integrativa il compito di stabilire i criteri e definire le modalità di valutazione dei dirigenti scolastici e realizzando anche per la valutazione dei dirigenti scolastici quel  riequilibrio tra legge e contratto auspicato dal citato Accordo del 30 novembre 2016.