Autonomia differenziata: flashmob a Roma
Prosegue la mobilitazione contro la regionalizzazione della scuola statale.


A cura di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS CONFSAL, GILDA UNAMS di Roma e del Lazio
Nel pomeriggio di martedì 16 aprile 2019, a Piazza Navona, lavoratori della scuola e studenti hanno manifestato contro il progetto di regionalizzazione della scuola statale.
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Prosegue così la mobilitazione in difesa della scuola italiana contro il progetto, portato avanti dal Governo e alcune regioni, in merito alla regionalizzazione del sistema scolastico nazionale.
In questi giorni, le scuole e i territori sono state l’epicentro della mobilitazione contro chi vuole frammentare il sistema scolastico, dividendo scuole e studenti in quelli serie A e di serie B in relazione all’appartenenza regionale.
Verrebbero cancellati principi supremi della Costituzione: che tutti i cittadini italiani sono uguali davanti allo Stato e che lo Stato deve assicurare un pari livello di formazione scolastica e di istruzione a tutti i suoi cittadini, con particolare attenzione alle aree territoriali con minori risorse disponibili e alle persone in condizioni di svantaggio economico e sociale.
Un paese che vuole uscire dalla crisi e innalzare il livello d'istruzione generale deve unificare, anziché dividere le sue forze.
L’unità di tutte le organizzazioni sindacali, il protagonismo delle RSU, la partecipazione degli studenti, hanno costituito le condizioni necessarie a far si che si sviluppassero azioni unitarie di contrasto a questo progetto di smembramento della scuola della Costituzione.
La mobilitazione del mondo della scuola avrà il suo culmine nello sciopero generale unitario indetto dalle OO.SS. del 17 maggio prossimo.
Intanto grande adesione sta raccogliendo la raccolta firme e la petizione lanciata da tutte le organizzazioni sindacali della scuola e l’associazionismo professionale e degli studenti.
Il governo in tutto questo, approfittando anche del silenzio di molti mass media, latita nel confronto con scuole, studenti e genitori che si ritroverebbero a subire la regionalizzazione da loro stessi definita irricevibile.
Il messaggio che si vuole lanciare è forte e chiaro: lo sciopero generale del 17 maggio costituisce il logico e naturale sviluppo delle mobilitazioni di questi giorni ma soprattutto vuole dimostrare che le iniziative di lotta proseguiranno anche dopo, con la stessa costanza e tenacia, fino a sventare la minaccia di una disgregazione della scuola italiana.
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