Il ministro Valditara a Piacenza: visita istituzionale o campagna elettorale?
Il comunicato di FLC CGIL Emilia Romagna e FLC CGIL Piacenza
A cura di FLC CGIL Emilia Romagna e FLC CGIL Piacenza
Nella giornata del 5 novembre scorso abbiamo appreso della conferma della visita del Ministro Giuseppe Valditara nelle scuole periferiche del territorio provinciale di Piacenza e, precisamente presso le sedi degli istituti Volta e Comprensivo Casaroli di Castel San Giovanni, e presso il Polo Mattei di Fiorenzuola.
La notizia della visita di un rappresentate dello Stato nel territorio è un atto importante ma duole constatare che il Ministro in questione abbia scelto di visitare scuole dislocate in comuni governati da una specifica parte politica, quella dello stesso Ministro. Ed è con stupore che abbiamo dovuto constatare la presenza incongrua di esponenti avulsi dal contesto ministeriale, che hanno di fatto politicizzato gli eventi. Presenze evidentemente finalizzate ad una visibilità a fini elettorali.
In questo panorama, da biasimare, pare paradossale che si sia data voce a chi non avrebbe dovuto trovarsi in quei luoghi e, contestualmente, che si siano represse le istanze degli studenti che chiedevano di interloquire pacificamente con il Ministro, per rappresentare il loro punto di vista sullo stato e le criticità in cui versa la scuola pubblica.
Oggi ci troviamo, nostro malgrado, a dover constatare come la scuola non abbia retto adeguatamente alle sollecitazioni che i due appuntamenti hanno fisiologicamente prodotto, anche per effetto delle pressioni esterne probabilmente determinate da rigidi protocolli da rispettare. Risulta altresì grave che non si sia data la parola a chi la scuola la frequenta e la vive nella quotidianità.
I problemi della scuola sono molteplici e non si possono nascondere, a partire dalla insufficienza degli organici. Duole constatare che in questa circostanza, il personale ha dovuto sopportare carichi di lavoro gravosi per tirare a lustro le sedi scolastiche, quasi a volerle trasformare in contenitori fieristici entro i quali mostrare “reliquie” e memorie esperienziali di una storia passata e presente che non comunica alcunché, poiché non rappresenta la realtà in cui versano le scuole del territorio.
Va poi segnalata l’inadeguatezza delle infrastrutture scolastiche e i continui e progressivi tagli del personale, nonché la mancata stabilizzazione dei precari che genera l’assenza di continuità didattica, come denunciato dagli studenti. Queste sono solo alcune delle criticità più macroscopiche e dunque sotto gli occhi di chiunque. Queste sono le evidenze che il Ministro avrebbe dovuto vedere. Questo avrebbero voluto spiegare i ragazzi, democraticamente e pacificamente, al Ministro Valditara!
Pur nella differenza delle posizioni, avremmo apprezzato che il Ministro e gli alunni avessero condiviso un momento di confronto democratico, anche con domande eventualmente “scomode” che gli alunni avrebbero voluto porgli, perché questo la scuola insegna: il rispetto dell’interlocuzione civile e del pensiero critico.
Il tentativo di protesta pacifico degli studenti ha dato dimostrazione dell’efficacia dell’azione in cui la scuola da sempre è impegnata: la veicolazione di contenuti in grado di incentivare lo sviluppo di capacità critiche, di un pensiero indipendente e divergente, di una consapevolezza civica, collettiva, di cittadinanza.
Purtroppo, assistiamo oramai costantemente ad un susseguirsi di eventi analoghi a quello in questione. A titolo di esempio, basti pensare alla recente protesta degli studenti del Liceo Gioia di Piacenza sul tema della partecipazione. Anche in quell’occasione al tentativo di annichilire la voce degli studenti, ha fatto seguito quello di stigmatizzare i docenti che avevano valorizzato quella protesta.
Questo clima censorio ci appare preoccupante, e gli episodi di cui trattasi, pare evidente, neghino qualunque regola di cittadinanza attiva di cui la comunità scolastica dovrebbe farsi portavoce. Episodi non isolati che andrebbero elencati uno ad uno, non ultimo quello che ha colpito il prof. Raimo.
Auspichiamo che le gravi vicende descritte possano dare quantomeno luogo ad una dialettica virtuosa sul tema delle libertà di espressione, in un paese sul quale incombe un DL Sicurezza (ragionevolmente ribattezzato Norma Anti Gandhi) che comprime proprio quei diritti civili.
La FLC CGIL nel manifestare pieno sostegno agli studenti che hanno difeso la libertà di pensiero e di espressione, stigmatizza la gravità di quanto avvenuto e si schiera al loro fianco perché possano continuare a sentire e a credere, nonostante quanto accaduto, che nessun tipo di repressione dentro e fuori dalle scuole sarà mai accettabile.
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