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Unità: Noi ignoranti? Coinvolgeteci di più

Risponde uno studente: agli insegnanti chiedo metodi alternativi di didattica

24/12/2007
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l'Unità

di Manuel Tomasetto *

Come tutte le persone che hanno visto i servizi che qualche giorno fa venivano trasmessi nei telegiornali, anch’io sono rimasto impressionato dal fatto che alcuni ragazzi non sapevano rispondere alla domanda "perché fa notte?". Questa situazione mi ha fatto molto riflettere e mi ha portato a pensare su quello che i servizi al telegiornale stavano segnalando: i ragazzi sono sempre più ignoranti. Mi sono a lungo interrogato sul perché molti ragazzi trovano tanto disinteresse per la cultura in tutti i suoi aspetti. Il modello didattico offerto dalle scuole in Italia, spesso in un certo senso antiquato, non riesce a coinvolgere e catturare la curiosità degli studenti. Molte volte basterebbe trovare solo un metodo "alternativo" di insegnare per far diventare un argomento ritenuto pesante dai ragazzi, addirittura piacevole. Io sotto questo punto di vista mi ritengo molto fortunato perché frequento una scuola dove insegnano e lavorano molte persone che hanno come principale obbiettivo la formazione di noi ragazzi. Numerosi sono le attività fuori dall’orario scolastico che i professori organizzano con lo scopo di coinvolgerci maggiormente e farci inserire al meglio nell’ambiente scolastico, ma soprattutto nel mondo. Sono del parere che la scuola dovrebbe essere prima di tutto un luogo di incontro e debba essere in continua evoluzione e al passo con i tempi. Purtroppo molte volte ciò non accade e il risultato e che molti giovani non si rispecchiano nell’ambiente che frequentano e cominciano a perdere interesse fino a passare per ignoranti. Nonostante le statistiche effettuate a livello nazionale indichino che i ragazzi italiani sono sempre più ignoranti, ho avuto modo di conoscere molti ragazzi validi che meriterebbero anche loro di far sentire la propria voce a proposito di questo argomento. Ragazzi impegnati nel sociale, interessati alla politica nel suo senso più stretto e che sono solo una piccola parte di una moltitudine di ragazzi sparsi per tutta l’Italia. Penso che anche questi abbiano il diritto di essere intervistati per esprimere il loro parere. Ragazzi con cui è piacevole lavorare perché spinti da un desiderio di far bene e del bene e di dimostrare il loro valore.
Sono convinto che la scuola forma i ragazzi ed è quindi la scuola la prima che deve aiutare noi ragazzi ad apprezzare la cultura.
* studente di 16 anni


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