A partire dal prossimo anno le assunzioni nella scuola copriranno un numero di posti e cattedre i cui costi saranno pari a quello delle retribuzioni dei docenti e non docenti che andranno in pensione. Fermo restando che le assunzioni non potranno comportare un aumento dei posti in organico, ma potranno coprire l'intero turnover e, probabilmente, anche eventuali posti vacanti e disponibili in eccedenza rispetto al turnover. Lo prevede una disposizione contenuta nello schema di decreto-legge sulle semplificazioni esaminato dal governo al preconsiglio.
La norma prevede che alla scuola debba applicarsi la normativa di settore. Ma ciò dovrebbe avere valore solo per le procedure da applicare ai fini delle assunzioni. Resta il fatto, però, che nella scuola le assunzioni vengono effettuate solo sul 50% dei posti e delle cattedre disponibili in organico di diritto. Perché il restante 50% viene utilizzato per la mobilità professionale (passaggi di ruolo e di cattedra) e per la mobilità interprovinciale.
Ma la copertura finanziaria prevista dal decreto, pari all'importo complessivo dei costi dei docenti e dei non docenti che andranno in pensione, consentirà comunque di assumere a tempo determinato su tutti i posti e le cattedre che saranno individuate all'esito della mobilità a domanda. Negli anni scorsi, peraltro, fatta eccezione per il piano assunzionale previsto dalla legge 107/2015, era consuetudine che su tale disponibilità venisse applicato un coefficiente inferiore a 1. E ciò comportava che le immissioni in ruolo non coprissero mai l'intera disponibilità.
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