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Statali, è stallo sul calcolo degli aumenti i sindacati chiedono un incontro a Gentiloni

12/12/2017
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Il Messaggero

Di Andrea Bassi

Una verifica urgente con l'Aran, l'Agenzia che siede al tavolo del rinnovo del contratto per il governo. E poi una verifica politica con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. All'ultimo miglio, la strada che dovrebbe portare al rinnovo dei contratti, si è fatta improvvisamente in pendenza. Il nodo da sciogliere è il meccanismo di calcolo dell'aumento, i famosi 85 euro medi messi nero su bianco nell'accordo firmato il 30 novembre dello scorso anno da governo e sindacati. L'Aran fa riferimento, e non potrebbe essere altrimenti, al metodo di calcolo utilizzato dalla Ragioneria generale dello Stato per calcolare lo stanziamento necessario a finanziare il rinnovo del contratto. Partendo dalla lettera dell'accordo del 30 novembre, la Ragioneria ha trasformato in una percentuale l'aumento da riconoscere agli statali: 3,48% sulla retribuzione lorda. Questa percentuale, si legge nella relazione tecnica della manovra, applicata al compenso medio di 2,7 milioni di dipendenti pubblici, restituisce un incremento esatto di 85 euro lordi medi mensili. Secondo i sindacati, invece, il ragionamento andrebbe invertito. Gli 85 euro lordi medi dovrebbero essere riconosciuti comparto per comparto. La scuola, per esempio, che ha una retribuzione media più bassa, 28 mila euro circa, dovrebbe avere una percentuale di aumento maggiore per ottenere gli 85 euro lordi medi. «Noi abbiamo fatto un accordo il 30 novembre dell'anno scorso», ha detto ieri il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, parlando a margine di un convegno sull'alternanza scuola-lavoro organizzato dal sindacato. «Bisogna rispettare quell'accordo e chiudere rapidamente il contratto. Ho intenzione», ha aggiunto, «di chiedere assieme a Cisl e Cgil un incontro a Gentiloni per concludere questa vicenda contrattuale».


L'INCONTRO

Una richiesta di verifica alla quale avrebbero già aderito le altre sigle e che dovrebbe essere preceduta da un incontro tecnico in sede Aran prima che si possa arrivare alla firma dell'accordo delle funzioni centrali, il primo dei comparti la cui conclusione dei negoziati era prevista per la prossima settimana. Dure le parole del segretario della Flc-Cgil, Francesco Sinopoli. «La trattativa per il rinnovo del contratto del comparto Istruzione e Ricerca di fatto non è neppure cominciata», ha detto, «e già si fanno filtrare notizie che non lasciano presagire nulla di buono. Anzi, arrivano voci secondo cui al comparto e in particolare al settore Scuola, non verrebbero destinati neppure gli 85 euro medi mensili pattuiti con l'Accordo del 30 novembre 2016 fra governo e sindacati». Lena Gissi, della Cisl-Scuola sottolinea, invece, che gli 85 euro medi «devono essere assicurati comparto per comparto». Come del resto aveva già fatto anche nei giorni scorsi il responsabile scuola di Uil, Pino Turi. Il problema è che per garantire gli 85 euro medi lordi ad ogni comparto, potrebbero essere necessarie nuove risorse, stimate da fonti sindacali in 200 milioni. E questo al netto degli enti locali, che dovrebbero finanziare le somme nei loro bilanci.
 


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