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RSU: La sfida oltre il voto di marzo

Questa volta la mancata definizione dei comparti di contrattazione non è stata sufficiente a bloccare il rinnovo delle RSU in tutto il pubblico impiego.

09/01/2012
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ScuolaOggi

 Pippo Frisone



Questa volta la mancata definizione dei comparti di contrattazione non è stata sufficiente a bloccare il rinnovo delle RSU in tutto il pubblico impiego.

Una clausola di garanzia, introdotta all’art.2 del protocollo d’intesa dell’11.4.11, prevede infatti   che alla data del 12.12.11 se non si fosse raggiunto l’accordo quadro sui nuovi comparti si sarebbe proceduto  comunque alle elezioni delle RSU tra il 5 e il 7 marzo del 2012.

Il 19 gennaio 2012 ci sarà l’annuncio ufficiale  e l’avvio delle procedure elettorali che hanno previsto come  termine ultimo per la presentazione delle liste la data dell’8 febbraio.

I potenziali elettori sono solo un milione nei settori della conoscenza, scuola, università, afam e ricerca e oltre 3milioni e mezzo in tutto il pubblico impiego

I delegati che verranno eletti nel comparto  nelle quasi 10mila istituzioni scolastiche saranno circa 30mila.

La scuola si presenta all’appuntamento per la quarta volta dal 2000, anno in cui si votò per la prima volta. Le ultime elezioni, svoltesi nel 2006, prevedevano il rinnovo alla scadenza nel 2009.

Non se ne fece nulla quell’anno nonostante l’Aran le avesse già indette, perché con un colpo di mano l’ex ministro Brunetta inserì all’ultimo momento nel decreto n.150/09 una norma all’art.65 che rinviando le elezioni di un anno, prorogava le vecchie RSU, in attesa della definizione dei nuovi comparti del P.I. anche laddove come nel caso della scuola, era già stato dato l’annuncio.

Sono passati più di due anni da allora, tra incontri e scontri a livello sindacale, tra chi voleva andare alle elezioni subito ( CGIL ) e chi voleva, invece, andarci dopo aver definito i nuovi comparti di contrattazione ( CISL e UIL ).

Il 3.2.11 in un parere del Consiglio di Stato, richiesto dallo stesso ex Min. Brunetta, vi si affermava che la legge ordinaria non poteva prorogare oltre un tempo ragionevolmente limitato le elezioni delle RSU, in quanto il diritto alla rappresentanza sindacale e la verifica della rappresentatività sono diritti costituzionalmente protetti.

Dopo quel parere sono stati accelerati i tempi e due mesi dopo , l’11 aprile 2011, è stato firmato il nuovo Protocollo d’Intesa.

Quello della rappresentatività delle OO.SS. ,contrariamente a quante avviene nel settore privato, era stato risolto nel P.I. prevedendo un mix composto al 50% dalle deleghe d’iscrizione rilevate dal Tesoro e al 50% dai risultati delle elezioni delle RSU computate su scala nazionale.

Nel biennio 2008-09 l’Aran dava in materia di rappresentatività i seguenti dati :



-Flcgil  27,03% - Cisl 26,9% - Snals 18,7% - Uil 13,23% - Gilda 7,23%

Quanto ai risultati delle elezioni RSU del 2006 queste le cifre ufficiali:

-Flcgil 30,91% - Cisl 24,61% - Snals 16,85% - Uil 14,31 – Gilda 6,42%



A sei anni di distanza dalle ultime elezioni, quale scenario uscirà dalle elezioni di marzo non è facile prevederlo.

La Cgil riuscirà ad incassare i dividendi di un’opposizione dura e intransigente, ieri al governo Berlusconi  e oggi al governo Monti  ?

Cisl e Uil pagheranno il conto di tutte le aperture di credito date prima ai vari Sacconi, Brunetta e Gelmini e dopo al governo Monti ?

A prevalere sarà un sindacato moderato, a vocazione governativa o un sindacato movimentista e conflittuale ?

Difficile dire come andrà a finire anche se logica vorrebbe che anche in questa tornata elettorale i maggiori suffragi andranno alla CGIL.

Ma le incognite sono tante e mai come in queste elezioni, sarà la crisi a fare la differenza.

Il blocco dei contratti e degli stipendi fino al 2014, i tagli agli organici e alle risorse,

l’aumento degli esuberi, la mobilità coatta e il rischio di licenziamento, l’aumento dell’età pensionabile, la forte limitazione alle materie di contrattazione, la recessione e la crisi sono tutte incognite che a marzo faranno sentire il loro peso .

Il rischio più grande , in una situazione del genere, è che la gente si rinchiuda in sé stessa e ripeta quanto è già avvenuto alle politiche, sottraendosi in percentuali significative alla partecipazione e al voto. Sarebbe un peccato perché è proprio dalla partecipazione che si misurerà la forza e il ruolo che in futuro i lavoratori vorranno assegnare ai loro rappresentanti, non solo nei luoghi di lavoro ma anche a livello regionale e nazionale.

Le elezioni di marzo delle RSU oltre a rappresentare “la massima espressione democratica nei luoghi di lavoro” o un misuratore della rappresentatività sindacale, potrebbero costituire anche l’occasione per una rinnovata e più consapevole partecipazione che faccia da argine al crescente autoritarismo nei luoghi di lavoro e a quanti vogliono mettere all’angolo il sindacato.

La posta è alta e va oltre il significato del voto in sé.

Le elezioni delle Rsu sono anche una sfida sui modelli contrattuali, sul ruolo del sindacato, sul contratto nazionale e sulla contrattazione di secondo livello.

Dal risultato di queste elezioni potranno dipendere non solo alleanze e destini futuri della contrattazione ma anche tutti quei processi di rinnovamento, di riforma avviati e ancora da avviare sia nella scuola sia in tutta la pubblica amministrazione.


 


 


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