Patto sociale, primi accordi, un miliardo per la ricerca
Il tavolo tra impresa, banche e sindacato. Intesa su quattro delle sette richieste al Governo
di Roberto Giovannini
Non sarà il patto sociale del nuovo millennio, ma insomma: sindacati, industriali, commercianti, artigiani e banche stanno producendo proposte unitarie e condivise al tavolo «autoconvocato» dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia sull’occupazione e l’economia. Ieri, dopo due ore di confronto nella splendida sede romana dei banchieri dell’Abi tra i leader delle diverse organizzazioni - ma prima si erano tenuti degli incontri tecnici - le parti sociali hanno alla fine concordato una posizione comune su quattro dei sette «temi» indicati in agenda. Ovvero, salari e ammortizzatori sociali; ricerca e innovazione; semplificazione della pubblica amministrazione; Mezzogiorno. Resta ancora aperta la discussione su fisco, spesa pubblica e costi della politica, produttività, appalti e infrastrutture. Ma, come dice Emma Marcegaglia, «già da domani si ricomincia a lavorare. Ci siamo riconvocati tra 15 giorni con l’idea di fare avanzamenti importanti. Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto».
Certo non è questa l’agenda economica di un potenziale governo di emergenza nazionale. È tuttavia una prima significativa convergenza - e non pare neanche che sia stato tanto laborioso arrivarci - tra le parti sociali del nostro paese. Evidentemente in molti casi si tratta di richieste che hanno bisogno di una controparte politica per essere tradotte in realtà. Il risultato finale infatti «confluirà in un unico documento su sette punti da presentare ai decisori politici, Regioni e Governo», spiega ancora Marcegaglia. Tuttavia, su due temi - fondi per la ricerca e modifiche al sistema degli ammortizzatori sociali - è chiaro che sindacati e imprenditori chiedono risposte immediate. Il che significa, tra l’altro, lo sblocco di risorse.
La presidente di Confindustria ha illustrato il pacchetto sulla ricerca, che ad esempio richiede un miliardo di euro. Si va dalla costituzione di una «rete di innovazione» con borse di studio, contratti di sostegno alle imprese e interventi di credito delle banche, al varo di un piano nazionale per la ricerca e innovazione. Ma soprattutto, si chiede il finanziamento per il 2011 di ricerca attraverso lo strumento automatico del credito d’imposta. Guglielmo Epifani ha esposto le dieci proposte sull’emergenza sociale: in particolare, si sollecita la proroga della Cassa in deroga, perché «in molte imprese - dice - anche alla Fiat già da novembre rischiano di scadere molti strumenti di sostegno». C’è poi il problema dei lavoratori in mobilità che non possono andare in pensione, e c’è intesa su una forte detassazione del secondo livello di contrattazione. Sul Sud, Raffaele Bonanni parla di «proposte forti»: contrasto a sommerso e criminalità, credito d’imposta per le assunzioni, contrattazione attrattiva, e una cabina di regia per attrarre nuovi investimenti.