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Messaggero-Scuola, stop alla Moratti: non ci sono fondi

Scontro in Consiglio dei Ministri, alla fine drasticamente ridimensionata la portata delle novità almeno per il prossimo settembre.Fini: "Si rischiava il caos" Scuola, stop alla Moratti: non ci sono...

04/08/2002
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Il Messaggero

Scontro in Consiglio dei Ministri, alla fine drasticamente ridimensionata la portata delle novità almeno per il prossimo settembre.Fini: "Si rischiava il caos"
Scuola, stop alla Moratti: non ci sono fondi
Tremonti: "Il budget è stato sforato". La sperimentazione della riforma verrà fatta solo in istituti campione

di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Scuola, il Consiglio dei ministri frena. Letizia Moratti si è presentata a Palazzo Chigi per illustrare il decreto di anticipo della riforma. Voleva fare una sperimentazione nazionale a 360 gradi, ma è rimasta spiazzata. Il titolare dell'Economia Giulio Tremonti ha opposto il suo irrevocabile veto: "Chi coprirà questi costi? Io non sborserò un centesimo, non ci sono finanziamenti da destinare alla sperimentazione".
Tremonti è stato durissimo. Da tempo rimprovera alla collega di avere un "buco" di bilancio per avere ecceduto con le spese nell'anno 2001, sforando rispetto al budget previsto dal Tesoro.
La Moratti ha difeso le proprie posizioni con piglio da imprenditrice. E ha coinvolto il premier. Ma è rimasta delusa. "Letizia, prendi una scuola del Nord, una del Centro e l'altra del Sud", ha detto Berlusconi per esemplificare il suo pensiero all'amica che governa la scuola, intendendo restringere il piano della sperimentazione, non più a "pioggia", con le scuole libere di decidere sulla base dei loro mezzi.
La linea di Berlusconi è stata condivisa dal vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini e dal ministro dei Rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi. Con il premier in testa, i tre hanno detto senza mezzi termini che se il governo fosse andato avanti con il decreto sulla scuola si "correva pericolo di caos e grande confusione". Fini, rivolto alla Moratti: "Se si presentano 50 mila ragazzi per chiedere l'iscrizione anticipata alle elementari come li accogli? Dove sono le aule? Vanno approntati spazi, previsti mezzi, non possiamo partire così".
La discussione è stata molto animata. C'è chi parla di vera e propria bagarre alla fine del Consiglio. Anche il ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani a un certo punto avrebbe assunto posizioni critiche nei confronti del piano Moratti. Berlusconi e la titolare della scuola hanno avuto anche un incontro a quattr'occhi a Palazzo Grazioli, ma la linea non è cambiata.
I sindacati all'attacco, il malcontento che aveva accomunato laici e cattolici, ma soprattutto le previsioni che la ripresa delle lezioni potesse avvenire nel caos hanno pesato. Così l'esecutivo ha dato mandato alla Moratti di "sottoporre alla Presidenza del Consiglio una proposta per una sperimentazione molto limitata". Il provvedimento per invitare le scuole ad anticipare riforme neppure approvate da uno dei rami del Parlamento era una miccia pronta a esplodere. I partiti dell'opposizione avevano accusato: "Viene leso il Parlamento". Anche una parte della maggioranza, An e Udc, erano in imbarazzo all'idea di scavalcare Camera e Senato. Pare che qualcuno dei centristi abbia perfino minacciato un'eventuale crisi di governo se non ci fosse stato un ripensamento. Due i punti caldi: i soldi, che al momento non ci sono, ma soprattutto il rispetto delle istituzioni.
"Le prerogative del Parlamento non possono essere annullate - ha sottolineato il ministro Giovanardi - La riforma della scuola non può partire senza il consenso del Parlamento. Per via amministrativa si può proporre un test, nulla di più. Non è pensabile di anticipare innovazioni importanti attraverso un decreto ministeriale. Il Consiglio dei ministri ha concordato su questo e alla fine è stata autorizzata soltanto una sperimentazione per valutare gli effetti dell'anticipo dell'età scolare. Il tutto limitato a pochi istituti-campione. Cancellata la sperimentazione è passata l'idea del test". "Saggia decisione - commenta a caldo Daniela Colturani, segretario nazionale della Cisl-scuola - Più volte avevamo lanciato l'allarme sui pericoli che avrebbe corso la scuola con quel decreto "balneare" che avrebbe scatenato perfino guerre intestine tra gli insegnanti. Con il ritorno del maestro unico un insegnante su tre avrebbe finito per fare il tappa-buchi. Ben 80 mila posti di lavoro sarebbero stati a rischio, un terzo dei 250 mila attuali. L'improvvisazione avrebbe gettato nel caos anche le famiglie, a caccia di scuole, soprattutto materne, disposte a iscrivere prima i figli".
La sperimentazione, alla fine della fiera, avverrà in un numero ristretto di scuole selezionate a livello regionale. La scelta delle scuole sarà fatta dal ministro Letizia Moratti e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.