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Messaggero-Dibattito. Ruolo e funzioni della scuola

Venerdì 20 Dicembre 2002 Dibattito. Ruolo e funzioni della scuola "I progetti servono,ma debbono essere fatti bene" ROBERTO TAMAGNINI ex preside L'iter legislativo delle principali riforme...

21/12/2002
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Il Messaggero

Venerdì 20 Dicembre 2002
Dibattito. Ruolo e funzioni della scuola
"I progetti servono,ma debbono essere fatti bene"
ROBERTO TAMAGNINI
ex preside

L'iter legislativo delle principali riforme scolastiche è stato piuttosto lungo e pieno di contrasti; basti pensare che per la istituzione della scuola materna statale ci fu addirittura una cirsi di governo alla fine degli anni Sessanta, provocata dalle forze politiche conservatrici che sostenevano che la scuola dell'infanzia non dovesse essere statale, ma privata. Tuttavia dal 1962 il processo riformatore si mise in moto, realizzando l'obbligo scolastico costituzionale di otto anni, la riforma delle elementari, l'integrazione degli alunni disabili, la scuola dell'Autonomia e la riforma dei cicli (compresa la riforma della scuola secondaria), che però l'attuale governo ha annullato, proponendo un nuovo disegno di legge di riforma già approvato dal Senato e attualmente in discussione alla Camera.
La scuola dell'Autonomia tuttavia è in vigore con la sua nuova visione di cultura pedagogica e organizzativa di Istituto che unisce le varie tessere di un disegno organico unitario. Una delle novità, non più sperimentali, sono la possibilità di inserire nel Pof una serie di progetti, che usufruendo di congrui finanziamenti e di reali sinergie didattiche ed educative possono affrontare seriamente uno dei problemi più difficili che il docente ha di fronte a sé: la diversità psicologica, culturale ed ambientale degli alunni.
I vari progetti strettamente legati alla realtà della società italiana che cambia continuamente (inserimento di una o più lingue straniere e della realtà multimediale, riorganizzazione curriculare, nuovi linguaggi espressivi e teatrali...) può essere una piattaforma culturale e valoriale per le attuali e future generazioni a determinate condizioni.
La progettualità può avere valenza didattica e educativa nella scuola della Autonomia che sia Comunità (democratico equilibrio e collaborazione solidale di tutti gli operatori scolastici e della famiglia, soprattutto negli organi collegiali), dove gli insegnanti abbiano finalmente dignità a professionalità con riferimento ad uno stipendio di livello europeo, a un reale aggiornamento professionale e anche a una seria valutazione del loro lavoro; dove ci sia una reale attenzione dello Stato per sufficienti finanziamenti atti a rendere possibile la progettualità scolastica evitando che sia mera produzione cartacea, burocratizzazione e pura enunciazione pubblicitaria (con corsi, corsetti e attività profondamente slegate dalle esigenze culturali e didattiche di Istituto, con la scusa che pure le altre scuole lo fanno; da qui le critiche che giustamente vengono avanzate a questo tipo di progetto).
Non nella scuola Azienda, dove solo i più "fortunati" possano andare avanti e i più deboli emarginati, dove la verticalizzazione culturale e organizzativa (con profonde carenze di gestione democratica) vanifica ogni possibilità di collaborazione sinergica e di arricchimento culturale tra i vari operatori scolastici. Non con tagli alla scuola pubblica come nella finanziaria del 2003 in cui sono previste meno risorse per la progettualità, minor numero di insegnanti di sostegno e di classi di scuola materna statale e di personale Ata (personale di segretaria e bidelli). I contenuti, i saperi, le conoscenze degli alunni, l'insegnamento di base e di specializzazione non avvengono per caso, ma con insegnanti ben motivati e aggiornati con una progettualità complessiva che tanga presente, con un indirizzo culturale nazionale, della diversità delle scuole, delle loro esigenze di crescita peculiare e particolare, evitando ogni pericolo di stagnazione e di appiattimento.



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