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Messaggero-Allarme spesa per l'istruzione:

Allarme spesa per l'istruzione: 1,3 miliardi di euro oltre il tetto Tremonti chiede di risanare i bilanci di ANNA MARIA SERSALE ROMA - Per fare le riforme Letizia Moratti dovrà superare ...

05/08/2002
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Il Messaggero

Allarme spesa per l'istruzione:
1,3 miliardi di euro oltre il tetto
Tremonti chiede di risanare i bilanci
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Per fare le riforme Letizia Moratti dovrà superare i problemi di bilancio. Tremonti è stato chiaro: "Niente soldi alla scuola se non verrà sanato il 'buco" del 2001-2002". Il responsabile dell'Economia vuole essere certo che la spesa rientri nella norma. Alla conclusione dell'assestamento di bilancio per l'anno in corso Palazzo Chigi ha dichiarato che i costi dell'istruzione avevano superato le previsioni di oltre un miliardo di euro. E' scattato l'allarme. Anche perché se alle cifre del 2002 si aggiungono quelle del 2001 si arriva a 4,5 miliardi di euro spesi in più. Di queste ultime somme mancano conferme ufficiali, ma negli ambienti del ministero circola voce che la stima sia molto vicina alla realtà. Viale Trastevere si è trovato con i conti in rosso a causa delle spese in eccesso per il personale.
Il piano. Il ministro Moratti ha chiamato a raccolta i suoi tecnici. Ed ha ordinato un piano di risanamento. Bisognava partire dagli sprechi. Come? Con controlli stringenti, passando sotto la lente tutti i capitoli di spesa dove si possono annidare perdite e inefficienze. Nelle scorse settimane l'attività è stata frenetica. Gli esperti hanno portato sul tavolo del ministro una serie di dati. A cominciare dai 18 mila docenti (c'è chi dice 28mila) che non lavorano come tali, pur trovandosi nei ruoli dell'Istruzione. Di questi, circa mille sono comandati presso enti e associazioni, altri 1.500 hanno un distacco sindacale, 5.000-6.000 sono stati dichiarati inidonei all'insegnamento (vengono impiegati in altre mansioni?), altri 6.000 di educazione fisica sono in esubero e fanno i 'tappa-buchi" da quando sono state unificate le squadre maschili e femminili, altri ancora hanno un mandato parlamentare oppure sono stati eletti sindaci o consiglieri regionali. Un esercito di docenti su cui la Moratti ha messo gli occhi per fare chiarezza.
Le deroghe. Il ministro ha anche deciso di fare le pulci alle Asl, che in alcuni casi si trasformano in 'fabbrica di cattedre". Con i certificati medici si può derogare al rapporto docenti-alunni con handicap, scavalcando i criteri fissati dal ministero. Sembra che negli ultimi due anni il numero delle deroghe sia salito in modo eccessivo. "Ma su questo il ministro dovrà fare molta attenzione - osserva Daniela Colturani, segretario nazionale della Cisl-scuola - Sul disagio non si può ragionare in termini numerici. Così come non si può pensare di sopprimere scuole solo perché il rapporto insegnanti-alunni è inferiore alla media prevista. L'Italia è fatta anche di paesini su cocuzzoli di montagna, di piccole isole, di centri dove se scompare la scuola ci vogliono lunghe trasferte insostenibili per bambini di sei anni. Girava una lista di 2.000 scuole che il ministro voleva chiudere, perché le avevano detto che c'erano anche classi con un insegnante ogni 4-5 bambini. Lei ha creduto di avere in mano la mappa degli sprechi, ma non era così. Dopo gli avvertimenti del sindacato su questo c'è stato un ripensamento".
Istituti a rischio. Tra le scuole finite nel mirino c'era il 'Serafico" di Assisi, che è un istituto per pluri-handicappati; al secondo il 'Parco del Pollino", nella Sila; eppoi l'Istituto d'arte 'Deruta" per le ceramiche; l'Istituto per sordomuti di Roma in via Nomentana; e l'Istituto professionale per liutai di Cremona, unico al mondo nel suo genere. "Altro che tagli! Quelle sono scuole da salvare - continua la Colturani -. Certo, non è escluso che tra le 2.000 scuole della lista ci siano delle situazioni di irregolarità, ma bisogna essere cauti".
Maestro unico. C'è un punto che nel piano della Moratti resta fermo: il maestro unico, rinviato dopo lo stop al decreto, è parte del disegno di legge in discussione in Parlamento. Se avrà 21 delle 27 ore settimanali, il supermaestro porterà un bel risparmio nelle casse dello Stato. "Dei 250 mila insegnanti elementari in servizio - sostiene Massimo Di Menna, segretario nazionale della Uil scuola - con l'azzeramento del team un terzo finirebbe per fare le ore residue di due classi. Per completare l'orario settimanale di cattedra dovrebbe fare il tappa buchi qua e là. Questo non è accettabile. E' un ritorno al passato che cancella la riforma fatta nel '90, dopo fatiche inenarrabili. La Moratti dovrà trovare altri modi per sanare i conti".
La scuola, con un milione e 300mila dipendenti, per il governo è uno dei settori pubblici finanziariamente più a rischio. Ecco perché il ministro dell'Economia Tremonti ha messo vincoli anche sulle nomine dei docenti di ruolo, che al momento sono bloccate. Ma la tensione sindacale sale e a settembre si prepara un autunno di fuoco.


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