" Meno compiti, Natale in famiglia" la circolare che divide la scuola
L’annuncio di Bussetti per le vacanze
Ilaria Venturi
Nei prossimi giorni le scuole riceveranno i miei auguri di Natale e un invito ai docenti a considerare il bisogno di riposo degli studenti e delle loro famiglie limitando, se possibile, il carico dei compiti durante le vacanze». Il ministro Marco Bussetti, a un incontro col Garante dell’infanzia, annuncia una circolare che immediatamente riapre il dibattito: compiti a casa sì o no?
Se Bussetti invita a diminuire esercizi e pagine da studiare sotto le feste, alcuni suoi predecessori come Fioroni erano entrati pure nei dettagli del carico di lavoro.
Un tormentone ciclico, quello dei compiti, che divide genitori e presidi, e fa discutere i docenti. «Niente compiti estivi, voi avete nove mesi per trasmettere cultura, io ne ho solo tre per insegnargli a vivere», suggeriva Marino Peiretti, papà di Varese, in una lettera ai professori di suo figlio diventata virale. Poi la rivolta, due anni fa, delle mamme a Milano («lasciateli riposare»). Il movimento più radicale del preside genovese Maurizio Parodi "Basta compiti" ha raccolto quasi 32mila firme. Una rete che è cresciuta sino a raggiungere 800 insegnanti e presidi che hanno sposato la causa. «Un’ottima iniziativa — dice Parodi — anche se la circolare sarà disattesa, se non osteggiata, dai docenti. Ma almeno si riconosce il diritto al riposo». Quella di Bussetti non è la prima, e non sarà l’ultima, circolare al riguardo. Nel 1969 uscì persino il divieto di non assegnare compiti per il lunedì.
Il ministro vicino alla Lega frena: «Il mio è un auspicio, non un’imposizione. Non serve dividersi, serve buon senso». Il motivo? «Credo che le festività possano essere un’occasione per consentire ai ragazzi di stare con i propri cari, con gli amici, di dedicarsi alla lettura o ai propri hobby, visitare mostre, fare movimento». Un auspicio per ora non esteso all’estate: «Intanto pensiamo al Natale».
Scuote la testa Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi: «Lasciamo la gestione dei compiti al buonsenso, il ministro si occupi di dare risorse alla scuola per risolvere i problemi veri come l’alternanza scuola-lavoro, che non va tagliata, o gli esoneri per i vice-presidi». Nel merito aggiunge: «Sui compiti servono equilibrio e moderazione. Ma la valutazione spetta alla scuola.
Va rispettata la sua autonomia e la libertà della docenza. Per noi le circolari contano poco, non si può imporre una cosa del genere dal livello centrale».
Il parere dei genitori non è unanime. «È un regalo da scartare sotto l’albero, ringraziamo il ministro. Ma di altro ha bisogno la scuola che di questi paternalismi, che abbiamo già visto in altre circostanze e in ministri precedenti», dichiara Angela Nava Mambretti, presidente del coordinamento Genitori democratici. Sul fronte opposto il Moige, movimento italiano genitori: «I compiti a casa e per le vacanze estive hanno un valore. Nel caso della pausa natalizia, che è breve, si può invece fare un’eccezione: è nella nostra tradizione che questo periodo sia dedicato alla famiglia», spiega la vice presidente Elisabetta Scala.
Gli insegnanti? I più li danno.
Ma negli ultimi anni, complici i social, sono spuntati anche tantissimi decaloghi alternativi.
Tutti ricordano i compiti assegnati ai suoi studenti liceali dal professor Cesare Catà di Fermo: «Guardate l’alba, ballate». Margherita Aurora, l’insegnante dell’alunno che inventò la parola "petaloso", scrisse ai suoi bambini della primaria a Copparo, nel Ferrarese, prima delle vacanze di Pasqua: «Giocate, dormite, parlate con i genitori. L’ultimo giorno, magari, ripassate le tabelline». Ancora oggi è convinta di quel messaggio: «I compiti non determinano la loro bravura. Contano anche le esperienze fuori dall’aula, lasciamo loro il tempo di farle».