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Manifesto: Asili aperti, commissaria ko

BOLOGNA Dopo la protesta, retromarcia del commissario prefettizio sui «clandestini» Cancellato l'obbligo del permesso di soggiorno per la graduatoria

09/04/2010
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il manifesto

Giusi Marcante
BOLOGNA
Il Commissario Anna Maria Cancellieri ha fatto marcia indietro sulle iscrizioni dei bimbi figli di genitori stranieri senza permesso di soggiorno agli asili nido. Ieri il commissario ha spiegato di aver chiesto un parere al ministero dell'Interno ma per il momento le iscrizioni di tutti i bambini verranno accolte e poi, dopo la risposta del Viminale, verrà avviata una verifica.
Il dietrofront del Commissario è arrivato dopo un'autentica ondata di proteste: dai sindacati al Pd, dai centri sociali che ieri hanno fatto un'irruzione di protesta in Comune alle realtà degli immigrati come il coordinamento cittadino migranti. Lo scontro però si è acceso anche a livello istituzionale, con la provincia di Bologna che è intervenuta attraverso i due assessori alla sanità e alla scuola: Giuliano Barigazzi e Anna Pariani hanno definito la decisione «inaccettabile».
Qualche cittadino si è anche preso la briga di scrivere mail di protesta agli indirizzi di posta elettronica della giunta prefettizia che sta reggendo Bologna dopo le dimissioni del sindaco Flavio Delbono. Il centro sociale Tpo, gli universitari di Bartleby e l'associazione Ya Basta hanno lanciato comunque la campagna di mail bombing al settore istruzione del Comune chiedendo che «il requisito del possesso del permesso di soggiorno sia immediatamente cancellato» dai moduli per l'iscrizione all'asilo nido. Il bando infatti si è aperto ieri con questa novità ma era stata spiegata dal vice commissario Raffaele Ricciardi con il bisogno di adeguarsi alla legge sulla sicurezza entrata in vigore lo scorso 8 agosto. «La legge si applica e non prevede sconti - aveva detto Ricciardi - tanto più che l'asilo nido non è scuola dell'obbligo».
Bastava spostarsi di pochi chilometri per trovare una situazione completamente diversa nei comuni dell'hinterland: a Casalecchio di Reno come a San Lazzaro di Savena si è deciso di accogliere tutti i bambini indipendentemente dal fatto che i genitori siano o meno regolari. E anche a Reggio Emilia, la città dove gli asili nido sono un autentico capolavoro dei servizi comunali, gli assessori hanno fatto sapere che non c'è nessuna distinzione tra i bimbi e le iscrizioni sono per tutti.
«Abbiamo chiesto un chiarimento al ministero - ha spiegato Cancellieri - perché in Emilia-Romagna il nido è riconosciuto come parte del sistema educativo e non di quello assistenziale». E dunque non sarebbe sottoposto alle nuove direttive del governo. Il Commissario ha detto «che sarebbe stato meglio pensarci prima». In ogni caso i moduli non verranno modificati ma le domande verranno accettate tutte, anche quelle nelle quali la famiglia non ha barrato la crocetta sulla presenza regolare in Italia.
Non è la prima «grana» che il Commissario si è trovato a gestire, alcune settimane fa aveva annunciato di voler modificare la cerimonia di commemorazione della strage alla stazione del 2 agosto, trovando il muro dell'associazione dei familiari. Questa vicenda però ha aperto anche uno scontro istituzionale con la Provincia guidata da Beatrice Draghetti, esponente del Pd al suo secondo mandato.
Stando a quello che è accaduto a Torino sugli asili, da Roma non dovrebbero arrivare particolari problemi. A Torino il Prefetto Paolo Padoin ha spiegato che non solo gli enti locali non hanno nessun obbligo di segnalare la situazione di irregolarità dei genitori che iscrivono i loro figli alla scuola dell'infanzia ma che «il ministero dell'Interno ha concordato con l'avviso espresso da questa Prefettura per cui i minori stranieri presenti sul territorio, indipendentemente dalla titolarità di un permesso di soggiorno, hanno diritto all'istruzione nelle scuole di ogni ordine e grado». Il vento della politica ha comunque cominciato a soffiare perché la Lega chiede massimo rigore. «In Emilia le norme vengono spesso eluse non per dare risposte ai cittadini ma spesso per tutelare anche in forma ideologica addirittura la clandestinità» ha detto il segretario regionale del Carroccio Alessandri.


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