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Liberazione-Riforma scolastica e universitaria, destrutturazione del mercato del lavoro, devolution,...

Riforma scolastica e universitaria, destrutturazione del mercato del lavoro, devolution, tasselli di una transizione che apre scenari sconosciuti, nei confronti dei quali la formazione professionale s...

27/12/2005
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Liberazione

Riforma scolastica e universitaria, destrutturazione del mercato del lavoro, devolution, tasselli di una transizione che apre scenari sconosciuti, nei confronti dei quali la formazione professionale segna il passo e impone nuovi momenti di riflessione e ripensamento. Soprattutto per gli Enti locali chiamati oggi a giocare un ruolo del tutto inedito in un quadro, quello disegnato della devolution da poco approvata, che ne ridisegna competenze e poteri. Questo il tema del dibattito svoltosi nelle sale della Provincia di Roma nell'ambito della presentazione degli atti del Convegno: "Ripensando la Formazione". Occasione anche per presentare il nuovo impegno della provincia, (11 mln di euro finanziati dai fondi sociali europei) per 6 nuovi bandi sulla formazione professionale. Un incontro fortemente voluto dalla vice presidente Rosa Rinaldi attraverso il quale rilanciare la "realizzazione di un Polo pubblico" che sia in grado di "mettere in relazione tutte le realtà di formazione, orientamento e impiego, aggredendo le contraddizioni strutturali che il sistema ci consegna". Il primo spunto, ovviamente, arriva dalla legge 53/2003 (meglio conosciuta come riforma Moratti) e dalla necessità, che questa impone, di sottrarre la formazione professionale dall'equivoco che vede l'obbligo formativo come espressione dell'esclusione scolastica. "Bisogna fare chiarezza - ha avvertito il presidente della commissione Formazione della Provincia di Roma Edoardo del Vecchio - è necessario distinguere i concetti di istruzione e formazione, riportando quest'ultima al suo ruolo naturale di orientamento al lavoro". "Su questo - avverte del Vecchio - potrebbe intervenire una legge quadro regionale in grado di sgombrare ogni dubbio su competenze e ruoli da svolgere". Sulla stessa linea anche il Pro Rettore dell'università di Roma La Sapienza Piero Lucisano, critico sugli orientamenti imposti dal governo: "La riforma Moratti affida la conoscenza al dualismo scuola/formazione professionale confondendo le reciproche competenze e affidando a quest'ultima un ruolo di serie di B". Per Enrico Panini, della Flc-Cgil, un'altra sfida importante sarà quella legata alle trasformazioni in atto nel mercato del lavoro: "Siamo in una fase di forte criticità economica che sta allargando il cono d'ombra dell'esclusione sociale- ha detto Panini- Il ruolo pubblico va rafforzato nella sua funzione di contenimento della dispersione scolastica e di reinserimento professionale". "Per questo è necessario - ha aggiunto la Rinaldi - creare un sistema integrato che sappia progettare, programmare, monitorare e anticipare le trasformazioni in atto attraverso il potenziamento delle politiche pubbliche". Tutti d'accordo, quindi, tranne forse per un ultimo nodo: chi gestisce la formazione? E se la Rinaldi non vuole sentir neanche parlare di "agenzializzazione" della pubblica amministrazione, avvertendo sui rischi della pervasività del privato in aree strategiche delle politiche sociali, Del Vecchio (Ds) rimane più possibilista. "Ma su questo - hanno avvertito tutti - c'è ancora spazio per una discussione".
G. R.