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La ministra che guarda alle sardine "Voglio una scuola più inclusiva"

Si racconta ci fosse preoccupazione, perché si temeva che il mondo universitario, di cui lo stesso Conte fa parte, potesse finire per essere "trascurato" da un ministro specializzato soprattutto sul mondo della scuola. E così, Conte si è convinto a ricorrere a uno spacchettamento

29/12/2019
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La Stampa

federico capurso
roma
Poco più di 24 ore fa, la Cinque stelle Lucia Azzolina aveva in tasca la sua nomina a ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Luigi Di Maio si era convinto rapidamente che la giovane sottosegretaria siciliana, biellese d'adozione, fosse la scelta giusta e Giuseppe Conte era d'accordo con lui. Sarebbero però arrivate a palazzo Chigi delle pressioni, provenienti dall'ambiente accademico. Si racconta ci fosse preoccupazione, perché si temeva che il mondo universitario, di cui lo stesso Conte fa parte, potesse finire per essere "trascurato" da un ministro specializzato soprattutto sul mondo della scuola. E così, Conte si è convinto a ricorrere a uno spacchettamento, affidando l'Università e la Ricerca al rettore della Federico II di Napoli, Gaetano Manfredi, vicino al Pd. I ministri saranno dunque due, ma nella sostanza non cambierà poi molto – si dice in ambienti pentastellati -, rispetto alle dinamiche instaurate ai tempi dell'ex ministro Lorenzo Fioramonti. Lui era molto attento alle questioni universitarie, mentre Azzolina, da sottosegretaria ed ex docente, si concentrava sui dossier della scuola facendo quasi le veci del ministro. Schema che si ripeterà, provando a far convivere i due. «Lei non avrà problemi», sostengono dal Movimento, perché «è molto più in sintonia con il mondo del centrosinistra di quanto non fosse con i leghisti». E con Anna Ascani, che da sottosegretaria si occuperà di scuola per i dem, si sottolinea da più parti «l'ottimo rapporto» instaurato in questi mesi.
D'altronde, con Matteo Salvini, Azzolina ha sempre sofferto: «Non avrei mai potuto essere un membro di governo con la Lega», diceva pochi giorni fa ad Agorà. «Ho sempre criticato Salvini per il suo linguaggio aggressivo, mentre con il Pd lavoro bene». E la diversità di pensiero non la nascondeva neanche ai tempi dei gialloverdi, votando sul caso della nave Diciotti a favore dell'autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista. Ora, da ministro, avrà tra i suoi obiettivi primari quello di «far diventare la scuola più inclusiva, per tutti». Quasi un avamposto dell'integrazione, se si volesse rispolverare un vocabolario di sinistra. E Azzolina, in effetti, non è molto distante da quel mondo. Anzi, è affascinata dalle Sardine. Pubblica spesso sui suoi social le foto delle piazze anti-Lega o gli interventi in televisione di Mattia Santori, uno dei leader delle Sardine, commentando: «Ha ragione Mattia», o «questa piazza è davvero un bel segnale».
Lo spirito progressista, però, da ministro verrà dosato con moderazione. Anche per rasserenare un clima che – spiegano dal Movimento – Fioramonti aveva «esacerbato con alcune uscite, come quella sulla necessità di togliere i crocifissi dalle scuole». Si partirà con i dossier già aperti al ministero, a cominciare dai due bandi da scrivere il prima possibile per poter stabilizzare i docenti precari, e si procederà con l'assegnazione delle cattedre per il prossimo anno scolastico, da chiudere entro gennaio. Poi, Azzolina si potrà concentrare su una delle sue battaglie da parlamentare, quella contro le cosiddette "classi-pollaio".
Profilo basso, dunque, almeno all'inizio. E questo nonostante il suo sia uno dei volti nuovi sul quale i vertici M5S puntano molto, perché incarna quella «competenza» che Di Maio ha sempre cercato per dare una nuova veste al suo Movimento. Spiccano le due lauree alle spalle, una in Storia della filosofia e l'altra in Giurisprudenza ottenuta mentre insegnava. Poi una breve esperienza nel mondo sindacale. Anche così sono arrivate le numerose frequentazioni dei salotti tv – che nel M5S sono segno di stima dei vertici -, così come la volontà di affidarle il decreto Scuola, che le è poi costato le minacce e gli insulti di alcuni docenti sui social. Una storia breve ma già piena, per essere alla sua prima legislatura: in un anno e mezzo è stata deputata, sottosegretaria e, a breve, ministro. Aiutata, forse, anche dalle crisi agostane.


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