ItaliaOggi-Portfolio nel ciclone
Prosegue su posizioni opposte il confronto Miur-sindacati. Portfolio nel ciclone Contestato insieme al docente tutor Portfolio e tutor ancora nel ciclone. L'incontro svoltosi a via...
Prosegue su posizioni opposte il confronto Miur-sindacati.
Portfolio nel ciclone
Contestato insieme al docente tutor
Portfolio e tutor ancora nel ciclone. L'incontro svoltosi a viale Trastevere lo scorso 19 dicembre non soddisfa i sindacati confederali che pure apprezzano la disponibilità manifestata dal dicastero dell'istruzione nel proseguire il confronto sulla circolare ministeriale n. 84 del 10 novembre 2005 contenente le linee guida per la definizione e l'impiego del portfolio delle competenze nella scuola dell'infanzia e nel primo ciclo.
Una circolare che interviene ancora una volta su materie che hanno bisogno di definizione contrattuale, hanno denunciato i sindacati, come l'organizzazione del lavoro, i carichi di lavoro e il tutor e che, inoltre, non tiene conto del fatto che non siano stati ancora definiti né gli indirizzi generali relativi alla valutazione degli alunni né le competenze generali che gli stessi devono raggiungere. Per non parlare del regolamento relativo al trattamento dei dati sensibili sollecitato dall'autorità di garanzia per la tutela della privacy.
In particolare, e relativamente al portfolio, i sindacati ribadiscono che di tale strumento di valutazione non c'è traccia né nella legge n. 53/2003 né nel decreto legislativo n. 59/2004 ma solo nelle indicazioni nazionali le quali, essendo norme transitorie, non possono avere carattere vincolante. Così come, è l'immediata conclusione, non avere carattere vincolante lo stesso Portfolio che da esse è regolamentato e la cui compilazione non può essere fatta passare per obbligatoria. La critica dei confederali, condivisa anche dalla federazione Gilda-Unams, è articolata: sarebbero, dicono Cgil, Cisl e Uil scuola, 'le stesse indicazioni nazionali ad affermare che la parte che riguarda la valutazione va compilata sulla base degli indirizzi generali sulla valutazione degli alunni e il riconoscimento dei crediti e dei debiti formativi secondo le procedure stabilite dall'articolo 8 del dpr n. 275/99, cioè attraverso decreti che abbiano già acquisito il parere del Cnpi e delle commissioni parlamentari'.
Un atto cui va aggiunto il regolamento vero e proprio sui livelli minimi delle prestazioni che però, a tutt'oggi, non è stato ancora previsto. Obiezioni alle quali il ministero dell'istruzione aveva risposto nei giorni scorsi non discostandosi poi di fatto, nel corso dell'incontro del 19 dicembre, dalle posizione già assunte: una norma, anche se transitoria, vale a tutti gli effetti sino all'introduzione della norma definitiva.
E non si sciolgono i nodi neanche per quanto concerne la figura del tutor cui si chiede di erogare una prestazione aggiuntiva in assenza di apposite previsioni retributive. In altri termini, specifica la Flc-Cgil in una nota, la funzione tutoriale inerisce a una materia di carattere meramente contrattuale e di competenza del Ccnl e sulla quale non è stata sinora conclusa trattativa alcuna.
A conclusione dell'incontro, è rimasta infine aperta e irrisolta anche la questione relativa all'inserimento, nel portfolio delle competenze, di alcuni dati sensibili concernenti l'alunno e la sua famiglia.
Un tema sul quale si era concentrata, lo scorso anno, l'attenzione del garante per la tutela della privacy e in seguito al cui parere era stato dato mandato agli organi competenti di stilare un regolamento che fissasse paletti più rigidi nello stabilire quali dati le scuole potessero raccogliere e quali dovessero essere le modalità del loro trattamento e della loro conservazione.
L'intervento del garante era stato sollecitato dal fatto che, tra i dati sensibili, compariva anche l'orientamento religioso 'e le conseguenti scelte educative' delle famiglie. Un monitoraggio da molti ritenuto inutile e indiscreto nonché lesivo di alcuni principi costituzionali quali l'uguaglianza dei cittadini, le pari opportunità e la laicità dello stato. Una polemica destinata a tornare alla ribalta dopo lo scivolone del ministero sull'obbligatorietà dell'insegnamento della religione cattolica e dopo la recente assunzione di circa 3 mila insegnanti di religione.