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ItaliaOggi: La scuola elementare funziona, anche in matematica

La scuola primaria italiana conferma i suoi livelli di eccellenza nel confronto internazionale, come risulta nell'ultimo studio dell'international association of educational achievement

16/12/2008
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ItaliaOggi

di Giovanni Scancarello

L'Italia tra i primi al mondo per apprendimento delle scienze. Accade nella scuola elementare, che dimostra di sapersela cavare pure nella ostica matematica. La scuola primaria italiana conferma i suoi livelli di eccellenza nel confronto internazionale, come risulta nell'ultimo studio dell'international association of educational achievement (Iea) presentato alla stampa lo scorso 9 dicembre. Si tratta del Timss 2007 (acronimo di trends in international mathematics and science studies) il più avanzato e importante programma di valutazione degli apprendimenti in matematica e scienze condotto da più di dieci anni dalla Iea, sugli alunni in uscita dalle elementari e dalle medie di circa sessanta Paesi. Una scuola elementare italiana in ottima forma, quella fotografata dalla Iea, che ne aveva già riconosciuto il merito per i livelli di apprendimento della lettura in occasione del programma Pirls 2006 che aveva offerto più di un argomento a favore della levata di scudi seguita alla proposta del ritorno al maestro unico e del taglio del tempo scuola alle elementari. Un dato però questo sui test di scienze e matematica dello Iea timms 2007 passato finora sotto silenzio. In ogni caso, per la nostra scuola elementare si tratta di più di una conferma, soprattutto se si guarda al trend di miglioramento dei punteggi rispetto alla precedente edizione del Timss 2003, quando il punteggio medio raggiunto all'epoca era di 516 contro i 535 del 2007 per le scienze e di 503 contro 507 del 2007 in matematica. A questo va aggiunto che gli studenti italiani interessati ai test del Timss sono più piccoli dei loro colleghi stranieri, anche dei primi in classifica: i nostri fanno il test del 4th grade, cioè in quarta elementare, a 9 anni mentre gli altri hanno 10-11 anni; un handicap, questo, da non trascurare.
In matematica

Su una media internazionale Iea di 500 punti, la scuola elementare italiana si piazza in matematica sempre sopra. In classifica l'Italia arriva sedicesima con 507 punti, mentre svettano in testa i colossi asiatici: prima si piazza Hong Kong (607 punti), seconda Singapore (599), a seguire Cina Taipei (576) e Giappone (568). Molto bene in Europa, la Russia, Latvia, ma incollati troviamo anche gli Stati Uniti; ottimo anche il risultato di Olanda, Belgio e Inghilterra.

In scienze

In scienze ci piazziamo invece decimi con 535 punti, risultato che ci vale l'inserimento della Iea nel gruppo dei paesi di eccellenza. Anche qui sempre l'Asia con Singapore in testa (587) a fare da apripista, a seguire Cina Taipei (557), Hong Kong (554) e Giappone (548). Secondo la Iea, i principali fattori di successo per l'apprendimento di matematica e scienze risiedono, oltre che nelle attitudini degli studenti, nella loro autostima e nel senso di autoefficacia rispetto ai saperi disciplinari, ma soprattutto nel livello di soddisfazione per il proprio lavoro da parte dei docenti, nella collaborazione espressa da parte dei genitori e in un complessivo innalzamento dei livelli di aspettativa di apprendimento e di competenza sulla popolazione scolastica da parte della società. Dove si riscontrano più difficoltà, e sono più bassi i punteggi, sembrano prevalere problemi legati alla frequenza scolastica irregolare, i ripetuti ritardi alle lezioni, l'assenteismo di alunni e docenti, non ultima la sensazione manifestata dagli alunni di trovarsi in un luogo poco sicuro. C'è infine il problema della competenza disciplinare dei docenti. Solo il 54%, sottolinea la Iea, può considerarsi preparato in scienze e matematica. Il problema della competenza disciplinare si riscontra soprattutto a livello di 4th grade, cioè nelle scuole elementari. Il fatto di poter contare su un curricolo nazionale di matematica e scienze, come accade ad esempio in paesi come Singapore, potrebbe però predisporre a formare meglio i docenti in funzione delle esigenze del curriculum di studi.


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