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ItaliaOggi: La Gelmini interroga Brunetta

L'Istruzione chiede conto alla Funzione pubblica della nuova organizzazione del lavoro E in attesa della risposta dice no a scelte autonome dei dirigenti

28/09/2010
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ItaliaOggi

I criteri per l'assegnazione del personale ai plessi e alle sezioni staccate e l'articolazione dell'orario di lavoro dovranno continuare a essere discussi al tavolo negoziale di istituto. Non sono dunque possibili decisioni unilaterali da parte dei presidi. Lo ha fatto sapere il ministero dell'istruzione con una lettera inviata agli uffici periferici il 23 settembre scorso (si veda ItaliaOggi di giovedì scorso).

La decisione è provvisoria, perché il decreto Brunetta ha introdotto diverse modifiche alla contrattazione integrativa. E tra queste c'è anche la sottrazione delle materie riguardanti l'organizzazione degli uffici e del lavoro alla competenza dei tavoli negoziali. La questione ha suscitato molte perplessità tra gli addetti ai lavori e, quindi, l'amministrazione centrale si è rivolta alla casa madre, chiedendo lumi direttamente alla funzione pubblica. Perché è proprio il dipartimento guidato da Renato Brunetta che ha fatto sorgere la questione, con la circolare n. 7 del 15 maggio scorso. Allo stato non è possibile fare previsioni sull'esito della querelle. Ma per quest'anno, con ogni probabilità, non cambierà nulla. Per lo meno per quanto riguarda l'assegnazione dei docenti alle classi , ai plessi e alle sezioni staccate. Le lezioni, infatti, sono già cominciate e, dunque, non è più possibile ipotizzare grandi mutamenti di classe o di plesso tra docenti.

Qualche effetto potrebbe invece essere ipotizzabile per quanto riguarda l'assegnazione del personale Ata, in particolare per i collaboratori scolastici. Mentre è ragionevole aspettarsi che non vi saranno particolari effetti sull'orario delle lezioni. Sebbene costituisca materia di contrattazione, infatti, l'orario viene, per così dire, negoziato direttamente tra i docenti interessati e il dirigente o un suo delegato. Ed è interesse comune, dell'amministrazione e dei docenti, quello di raggiungere un buon compromesso per consentire a tutti di lavorare serenamente. Così da assicurare un buon servizio. Di solito i dirigenti cercano di andare incontro alle necessità dei docenti interessati, avendo cura di evitare eccessive concentrazioni di ore della stessa materia. Concentrazioni, peraltro, che sono sgradite anche ai docenti, perché comportano una maggiore onerosità della prestazione. E ciò vale anche per gli alunni. Qualche frizione, talvolta, insorge sulla collocazione del giorno libero all'interno della settimana. Generalmente il giorno più ambito è il sabato.

Ma non per tutti. I pendolari, per esempio, talvolta preferiscono un giorno al centro della settimana, per stemperare la fatica del viaggio. Ma un dirigente dotato di una buona capacità negoziale riesce sempre a incontrare il consenso dei docenti coinvolti. A prescindere dal fatto che vi siano regole scritte nel contratto di istituto oppure no. Quanto all'assegnazione dei docenti alle classi e ai plessi, anche in questo caso il contratto c'entra poco perché, in definitiva vale il criterio della continuità, che è apprezzato sia dai docenti che dagli alunni. E poi c'è la disciplina delle precedenze, che discende direttamente dalla legge e dal contratto nazionale.

Antimo Di Geronimo


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