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Il sole 24 ore - Piuttosto è meglio abolirli

Piuttosto è meglio abolirli di Dario Antiseri L'articolo 13, comma 7, della Finanziaria 2002 stabilisce che la commissione per l'esame di maturità "è composta dagli insegnanti delle materie d'e...

05/11/2001
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Il Sole 24 Ore

Piuttosto è meglio abolirli
di Dario Antiseri
L'articolo 13, comma 7, della Finanziaria 2002 stabilisce che la commissione per l'esame di maturità "è composta dagli insegnanti delle materie d'esame della classe del candidato. Il dirigente regionale competente nomina il presidente tra il personale docente e il dirigente delle scuole secondarie superiori, per ogni sede d'esame". Un tratto di fondo della mentalità razionale consiste, come si sa, nell'attenzione alle conseguenze. E, dunque, quali sono le prevedibili conseguenze di una simile misura? La prima e più evidente è che lo Stato risparmierà sui 130 milioni di euro circa. Senonché, intrecciate a questa conseguenza di ordine economico, esistono, a mio avviso, conseguenze negative per quanto concerne la formazione dei giovani e il funzionamento del nostro sistema scolastico. Viene subito da chiedersi: quale giudizio diverso dallo scrutinio finale potranno mai dare quei docenti che accompagnano e giudicano all'esame di maturità i loro propri allievi? E che tipo di controllo eserciterà mai un presidente di commissione esterno il quale ha l'esclusivo compito di organizzare e coordinare le operazioni dell'esame? La prova nella vita come nella scienza si ha dove si rischia: dove si rischia di fare fallimento. E chi sa che dovrà affrontare una vera prova si impegnerà per poterla dignitosamente superare, si responsabilizzerà. Ha da sempre costituito un serio motivo di impegno per le scuole statali e non statali il controllo "esterno" sul lavoro svolto con i giovani dai docenti interni di questa o quella scuola. Eliminare questo tipo di controllo equivale a trasformare un imputato in giudice, e questo va detto con la più sincera ammirazione per quegli insegnanti che sanno essere i più severi giudici di se stessi, sempre pronti ad apprendere dai propri errori e da quelli altrui. Il ministro Moratti è seriamente impegnata in uno sforzo teso a innalzare la qualità della nostra scuola, ma penso che tutti dovremmo riflettere sul fatto che la proposta inclusa nell'articolo 13 della Finanziaria non costituisce affatto uno strumento in grado di aiutare la nostra scuola a migliorarsi. A questo punto diventa non solo opportuno ma necessario abolire l'esame di maturità e sostituirlo con una certificazione attestante quanto a scuola si è fatto e come lo si è fatto, e le competenze acquisite dagli allievi. Dopodiché saranno o il mondo del lavoro o le università a giudicare le singole scuole e a stabilire, nel giro di pochi anni, quali funzionano e quali no: il mondo del lavoro con la verifica di quanto sanno e sanno fare i giovani che aspirano a entrare in azienda ovvero nelle amministrazioni pubbliche e private; le università con test di ingresso per le singole facoltà, vale a dire con prove che - oltre a un indispensabile patrimonio di cultura generale (di storia, economia, diritto, filosofia, per esempio) - accertino livelli standard di conoscenze richieste affinché, nel prosieguo degli studi, non venga alimentato il fenomeno degli abbandoni e affinché, allo stesso tempo, non si sia costretti, a motivo di una preparazione non adeguata, ad abbassare ulteriormente il livello formativo di non pochi corsi di laurea. La meta non dovrà essere l'ingannevole rito di un esame di maturità, ma il sicuro possesso di competenze; non più un "diploma di maturità", che non di rado copre tante e vistose immaturità e che, mentre dà ai diplomati il diritto formale di poter scegliere qualsiasi corso di laurea, di fatto è esattamente poco più che "un pezzo di carta", un biglietto d'ingresso per mezzo del quale si vanno ad affollare Facoltà e corsi di laurea ormai configurabili come autentiche fucine di disoccupati. Non dà da pensare il fatto che da noi si stanno svuotando i corsi di laurea in matematica e che sono stracolmi quelli di sociologia o di psicologia? Che cosa faranno, che fine faranno tutti quegli studenti che a migliaia e migliaia affollano i corsi di laurea e le facoltà di scienze della comunicazione? E, per altro verso, come mai, tramite ristrettissimi numeri chiusi, le facoltà di medicina proibiscono a tanti giovani di diventare dentisti? È forse più urgente per il nostro Paese avere più dentisti meno esosi o essere invasi da comunicatori frustrati e sfaccendati? Se la proposta dell'abolizione dell'esame di maturità dovrà apparire, per ragioni che non vedo, troppo "azzardata", allora dovremmo, secondo me, riprendere tra le mani l'attuale legge sull'esame di maturità, depurarla dei suoi difetti (con il ripristino, per esempio, della centralità del tema argomentativo), stabilendo commissioni composte da tutti professori "esterni", elemento questo ancor più urgente in regime di autonomia scolastica. Scuole serie non temono nessun controllo, anzi saranno ben liete di esporsi ai più rigorosi controlli. E una scuola capace di motivare i giovani a un lavoro severo, a un impegno quotidiano in grado di arricchirli moralmente e intellettualmente è il dono più bello di noi adulti nei loro confronti.

Lunedì 05 Novembre 2001


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