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Il Piccolo-Scuola, tempo pieno a rischio

Il decreto del ministro Letizia Moratti colpirebbe le elementari "Duca d'Aosta" e "Sauro" Scuola, tempo pieno a rischio Problemi anche per le classi che usufruiscono del "prolungato" ...

28/12/2003
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Il Piccolo

Il decreto del ministro Letizia Moratti colpirebbe le elementari "Duca d'Aosta" e "Sauro"
Scuola, tempo pieno a rischio
Problemi anche per le classi che usufruiscono del "prolungato"


Fiato sospeso sul futuro delle classi a tempo pieno. Nelle scuole di Monfalcone, come in quelle di tutta Italia, si attende di vedere come cambieranno le carte in tavola con l'entrata in vigore del decreto legislativo presentato il 12 settembre dal ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti. Il Decreto, che prevede una decurtazione degli orari, è passato al vaglio (e alla critica) della Conferenza Stato-Regione e dell'Anci. Ora si attendono i Decreti attuativi perchè entri in vigore
Così come è formulato (ma potrebbe venire cambiato o addirittura abolito), il decreto abrogherebbe in parte l'articolo sul tempo pieno (nelle elementari) e prolungato (nelle medie). In regione ad avervi aderito è il 33,60% delle classi della scuola primaria e il 29,58 di quelle della secondaria di primo grado. A Monfalcone attualmente sono a tempo pieno 5 classi (tra cui 3 prime) dell'elementare Duca d'Aosta e anche nella elementare Sauro di via Cipressi l'attività scolastica è "spalmata" tra mattina e pomeriggio. Tempo prolungato invece per le medie Giacich e Randaccio che vi aderisce dall'83. Al momento, secondo i dirigenti scolastici locali, il tempo pieno e prolungato rispondono appieno alle esigenze degli utenti: viene istituito dove ce n'è richiesta, modificando il numero di classi di anno in anno.
Difficile dire cosa succederebbe con l'attivazione del decreto Moratti: la scelta di restare a scuola nel pomeriggio sarà individuale e non allargata alla classe e anziché di 40 ore, il tempo scuola sarà articolato su 30 ore di percorso curricolare, mentre le attività aggiuntive (3 ore per le elementari e 6 per le medie) saranno decise dalle famiglie. Sulla base delle richieste si spalmerà anche la dotazione di personale che, avverte il Ministero, potrebbe essere costituito da esperti esterni al corpo docente.
L'impostazione della proposta Moratti ha già sollevato vespai di polemiche: per gli insegnanti si verrebbe a cancellare la funzione didattica del tempo pieno, riducendolo a mero "contenitore" paragonabile all'oratorio. Critica l'Anci sulle molte ombre del decreto: non risulta infatti chiaro se saranno a carico dei Comuni anche i cosiddetti "servizi aggiuntivi" non coperti da personale assegnato. Allarme rosso per i sindacati, per i quali il nodo da sciogliere riguarda i tagli al personale senza contare che al momento sono ancora bloccate 20 mila assunzioni previste per il 2002 e altrettante per l'anno in corso.
A livello locale la riforma è stata accolta da una buona dose di cautela se non scetticismo: il vero fulcro della questione resta, anche qui, l'organico. Se ci saranno dei tagli non potranno più essere garantite tutte le attività oggi proposte: il responso unanime viene dall'assessore comunale all'Istruzione, Silvia Altran e dai dirigenti scolastici. Che non sembrano intenzionati a mollare: alcuni difenderanno le loro "creature" (laboratorio teatrale e musicale, falegnameria, attività sportive) grattando il barile delle risorse proprie. Intanto, in questi giorni, si preparano i piani di offerta formativa: vige il buon senso e tanta attenzione per cercare di cogliere le direttive del decreto, tra l'altro non ancora ben chiaro, in modo da adattare le proposte della scuola.
Cristina Calligaris


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