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Il Nuovo - Scuola, la rivoluzione degli istituti tecnici

Scuola, la rivoluzione degli istituti tecnici La Moratti anticipa ai sindacati la riforma della scuola secondaria. Le scelta della superiore passa a 14 anni, obbligo fino a 18, la durata delle su...

07/11/2001
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Il Nuovo

Scuola, la rivoluzione degli istituti tecnici

La Moratti anticipa ai sindacati la riforma della scuola secondaria. Le scelta della superiore passa a 14 anni, obbligo fino a 18, la durata delle superiori scende a quattro anni.
di Alberico Giostra
ROMA - Prende forma l'idea di riforma scolastica di Letizia Moratti. Dopo aver bloccato l'iter avviato con la legge 30, quella che introduceva la cosiddetta riforma dei cicli, comincia a delinearsi il lavoro del gruppo ristretto nominato dal ministro.

Al Ministero tengono a precisare, piuttosto contrariati, che le anticipazioni apparse sulla stampa sono solo una prima ipotesi di lavoro, ipotesi che sarà vagliata dai sindacati e dalle varie associazioni e poi di nuovo modificata dal gruppo di lavoro presieduto da Giuseppe Bretagna. Ne sapremo qualcosa di più preciso alla fine di novembre.

Intanto sulla base della prima bozza elaborata dal gruppo di studio dovrebbe essere cancellata la scuola di base voluta da Berlinguer e De Mauro, e sarà soprattutto mantenuta la durata di otto anni di scuola elementare e scuola media, abbassata invece dal governo di centro-sinistra a sette anni. Gli otto anni saranno divisi in quattro bienni e quello che più conta la scelta su cosa studiare alle superiori non cadrà, come erroneamente anticipato, ad 11 anni, cioè prima della seconda media, ma a 14 anni, cioè dopo la terza media, esattamente come adesso. D'altra parte precisano al Ministero, nemmeno la legge 30 prevedeva la scelta a 11 anni ma a 13.

L'obbligo scolastico sarà elevato a 18 anni e, prevedendo la riforma morattiana dodici anni di studio, le superiori dovrebbero durare quattro anni anziché cinque, ma proprio su questa importante riforma, che secondo Stefano d'Errico dell'Unicobas, significherebbe la cancellazione di circa 40.000 posti di lavoro, al Ministero dicono che nulla è stato definito.

In fondo la cosa più certa finora è il mantenimento a otto anni del ciclo elementari/medie, grazie al quale si eviteranno problemi di edilizia scolastica e la cosiddetta onda anomala, ovvero il dover fare due anni di superiori in uno. Il principio che al ministero vogliono tener fermo è l'unità curricolare tra elementari e medie, modificando anche i programmi e cercando di evitare le ripetizioni nei programmi e mirando ad una forte omogeneità tra quinta elementare e prima media.

Lo studio della storia, per esempio, ha previsto finora la ripetizione dello stesso programma di storia romana prima alle elementari poi alle medie, adesso questo si cercherà di evitarlo, fissando degli obiettivi di massima e poi lasciando molta autonomia ai corpi docenti delle singole scuole. Unitarietà dei curricula di studio significa quindi che mai prima della terza media sarà imposta una scelta e una distinzione tra chi vuole proseguire studi tecnico-professionali e chi vuole fare studi di natura umanistica.

Ci sarà soprattutto un notevole sforzo orientativo nell'ultimo biennio, seconda e terza media, per preparare i ragazzi al cosiddetto doppio canale. Al Ministero sono molto seccati per la presentazione volutamente denigratoria del doppio canale, lasciando intendere che la Moratti vuole una scuola di serie A, i licei e una scuola di serie B, le scuole tecniche e professionali. Invece fonti vicine al sottosegretario Valentina Aprea, dipingono il secondo canale solo in termini di obiettivi: un canale è per chi vuole proseguire gli studi e un altro per chi vuole entrare subito nel mercato del lavoro.

Ma, precisano le stesse fonti, tutti potranno cambiare idea e proseguire gli studi se hanno scelto di lavorare o viceversa. D'altra parte, le più importanti novità della possibile riforma Moratti riguardano proprio la formazione tecnica. Sarà prevista dapprima una qualifica professionale dopo tre anni di studio alternato al lavoro, con prevalenza del tempo scolastico su quello lavorativo, insomma uno studente-lavoratore. Quindi si potrà accedere al diploma professionale secondario, che prevede un altro anno di scuola o forse due: il tradizionale diploma tecnico, insomma.

Poi, chi lo vorrà potrà accedere ai tre anni degli Istituti tecnici superiori che forniranno agli studenti una preparazione tecnica ancora più specializzata e rifinita, vedi gli infermieri, in grado di essere un'alternativa alle lauree brevi, ottenute finora solo da 2800 studenti. Insomma un diploma equiparato ad una laurea breve, qualcosa che si può ottenere già a 21 anni. La prova, secondo lo staff della Aprea, che nessuno vuole far diventare il secondo canale una scuola di serie B.

Quest'ultimo triennio di studi tecnici superiori sarà naturalmente aperto anche a chi proviene dai tradizionali Licei, per cui se un ragazzo dopo un diploma scientifico, che non può essere speso nel mondo del lavoro, decide di dotarsi di una formazione tecnica specializzata si può tranquillamente iscrivere al triennio superiore. Tutto ciò lascerebbe intendere la possibilità che anche la Riforma Zecchino e il cosiddetto 3+2 possano essere rivisti, ristabilendo la durata tradizionale dei corsi di laurea.


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