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I rettori a Mattarella: "Università abbandonata, a rischio il sistema"

Lettera della Crui: "Quei finanziamenti servono ai giovani". Il Consiglio universitario: "Avanti con il Piano straordinario per i ricercatori"

20/12/2019
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA - L’università italiana trova due voci – rettori e Consiglio universitario - per criticare apertamente le politiche del governo sull’Alta formazione. Nei giorni di chiusura (sarà lunedì) della Legge di bilancio, preso atto – come ha raccontato Repubblica – che manca un miliardo  ai tre richiesti a gran voce dal ministro Lorenzo Fioramonti, la Conferenza dei rettori ha deciso di scrivere una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte in cui si riassume: “Quest’anno, più che mai, la Legge di bilancio dimentica l’università. Non una misura d’investimento. Non un segnale di attenzione”.
La Conferenza dei Rettori esprime “profonda preoccupazione” per la direzione diametralmente opposta a quella attesa: “Nonostante la stagnazione, perfino i Paesi emergenti puntano su università e ricerca, l’Italia no”.
Manfredi: "Dobbiamo coprire la no tax area"
Gaetano Manfredi, presidente della Crui, scrive: “Siamo molto delusi, i finanziamenti che aspettavamo servivano in primis per i giovani. Un piano straordinario per i ricercatori e risorse a copertura delle esenzioni delle tasse universitarie, la cosiddetta “no tax area”. Tenendo conto che siamo già il Paese europeo con il minor numero di laureati, e che notoriamente la crescita economica nella società della conoscenza non può che basarsi sulla conoscenza, non credo che questa legge renda un servizio al futuro prossimo dei nostri cittadini”.
La Crui chiede al Governo un atto di responsabilità e un segnale concreto, “confida sugli eventuali spazi di manovra ancora possibili in occasione della discussione del provvedimento alla Camera”. La Conferenza, quindi, tratteggia un futuro incerto: “Si tratta di questioni che non potevano essere rimandate già anni fa. Oggi vanno considerate delle vere e proprie emergenze che mettono a rischio la tenuta dell’intero sistema universitario e di tutto ciò che da questo deriverebbe, innanzitutto il futuro dei giovani”. Per la prima volta la Crui parla di “tenuta del sistema universitario”, concetto avanzato in queste settimane dallo stesso ministro Fioramonti.
Cun: "Politiche sui precari abbandonate"  
Il Consiglio universitario nazionale, in adunanza ieri, scrive invece questo: “La grave insufficienza complessiva delle risorse pubbliche destinate al sistema universitario è stata confermata e peggiorata dal dispositivo legislativo”. Quattro i punti sottolineati dal Cun: serve prevedere un consistente incremento delle risorse per il sistema universitario soprattutto per la parte non vincolata del Fondo di finanziamento ordinario, “rendendo anche più flessibile la gestione del fabbisogno finanziario degli atenei pubblici”; quindi bisogna proseguire nel finanziamento del Piano straordinario per la progressione di carriera dei ricercatori a tempo indeterminato in possesso di Abilitazione scientifica e proseguire nel finanziamento del Piano straordinario per ricercatori a tempo determinato (Tipo B) realizzato negli ultimi anni “e peraltro prospettato, ma ora espunto, fra lo sconcerto del sistema universitario, dalla Legge di Bilancio 2020”.
Lorenzo Fioramonti, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, parlerà probabilmente lunedì, a provvedimento approvato. Manterrà fede agli annunci reiterati di dimissioni? Per ora ha incassato la richiesta di continuare nel percorso avanzata dai deputati Cinque Stelle in commissione Cultura e dal ministro Pd, Francesco Boccia. Ieri, al momento della conversione in legge del Decreto scuola, Fioramonti ha scritto su Facebook: “La scuola, l'università e la ricerca devono tornare al centro della politica, anche economica, di un Paese. Con l'approvazione del decreto facciamo un passo in avanti per ridurre il precariato e far ripartire l'economia della conoscenza”.


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